Alla (ri)scoperta di… Max Payne 2!

Vi ricordate di Max Payne 2? A distanza di 20 anni dall'uscita, riscopriamo invece questo piccolo capolavoro!

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a cura di Michele Pintaudi

Editor

La storia dei videogiochi, lo sappiamo, è bella perché varia: ognuno di noi può infatti incrociare, sul proprio cammino, esperienze di tutti i generi possibili e immaginabili. Si va da titoli capaci di terrorizzare il giocatore, a opere pensate per il puro intrattenimento, fino a capolavori in grado di (ri)definire il concetto di narrazione. All’interno di questo catalogo pressoché infinito troviamo una serie di titoli che, per mille ragioni, non hanno ottenuto il successo che forse meritavano: i motivi possono essere tanti e, dopo avervi raccontato la storia di SSX Tricky, oggi cambiamo completamente genere.

Siamo all’inizio degli anni 2000, e il mondo viene a conoscenza di Max Payne: un capolavoro senza tempo che ancora oggi, a distanza di anni, riesce a colpire ed emozionare i videogiocatori di tutto il mondo. Oggi siamo qui però a parlare di ciò che è venuto dopo, di quel sequel nato con l’obiettivo di alzare ulteriormente un’asticella posta già a un livello molto, molto alto. Non perdiamoci in chiacchiere e andiamo dritti al dunque: pronti a (ri)scoprire Max Payne 2?

Max Payne 2: alla ricerca del sequel perfetto.

Dopo l’enorme quanto inaspettato successo del primo capitolo – che noi di GameDivision vi abbiamo già raccontato in un vecchio episodio di questa rubrica – gli occhi di tutta l’industria del videogioco erano puntati su una persona sola: Sam Lake. L’ambizioso creativo finlandese, che con la sua Remedy Entertainment aveva di fatto rivoluzionato il modo di strutturare la narrazione in ambito videoludico, iniziò subito a lavorare su un sequel carico di attese.

Alzare ulteriormente gli standard richiedeva, per forza di cose, un impegno ancora maggiore in termini di risorse: il successo di Max Payne era sì stato importante, ma non era certo sufficiente a garantire a Remedy quella crescita esponenziale che oggi sembra invece divenuta qualcosa di fin troppo semplice. Fortunatamente furono in molti a credere nel potenziale del progetto, e a farlo più di tutti fu Rockstar Games: i creatori di Grand Theft Auto decisero infatti di produrre questa nuova opera, ricoprendo l’importante ruolo di publisher.

I lavori proseguirono con un Sam Lake lasciato indipendente nel dar vita a una sceneggiatura che, rispetto a quanto visto nel già impressionante primo episodio della serie, risultava ancora più complessa e coinvolgente: le aspettative, insomma, diventavano sempre più alte. Nel 2003, finalmente, Max Payne 2: The Fall of Max Payne, arrivò sul mercato.

Il gioco ci riporta nei panni del detective andando ad ampliare e approfondire la storia narrata in precedenza. L’introduzione di nuovi personaggi tra cui l’antagonista Vlad e, soprattutto, Mona Sax riusciranno a impreziosire una storia ricca di sfaccettature curate nei minimi dettagli. Max si troverà a dover fronteggiare una spietata gang russa, dovendo al contempo fare i conti con i propri demoni e con un passato costellato di traumi mai superati.

A livello di gameplay siamo di fronte a un titolo molto simile al precedente, ma che soprattutto dal punto di vista grafico offre un’esperienza ancor più raffinata e appagante sotto diversi aspetti. Permane la possibilità di sfruttare il bullet time durante gli scontri a fuoco: un elemento dal forte impatto scenico, ma che spesso e volentieri può aiutare il giocatore a uscire da situazioni particolarmente tediose.

Nonostante permanga quella vena cruda e drammatica che abbiamo avuto modo di conoscere e ammirare nell’indimenticabile primo capitolo, Max Payne 2 riesce in diversi punti anche ad alleggerire i toni risultando sarcastico e a tratti davvero irriverente. Il maggior successo di Sam Lake in quanto scrittore, del resto, arriva forse proprio dal raggiungimento di questo obiettivo.

Il gioco riuscirà a raggiungere discreti risultati in termini di vendite e un generale apprezzamento da parte di critica e pubblico: le differenze di approccio rispetto al suo predecessore, specialmente in termini di racconto, furono viste perlopiù come una coraggiosa e naturale evoluzione di un prodotto che già di per sé era innovativo sotto moltissimi punti di vista. Un prodotto che, però, non è forse riuscito a lasciare quella traccia indelebile che meritava.

Il ritorno di Max Payne?

Sebbene la maggior parte dei giocatori si mostrò felice e soddisfatta del lavoro di Remedy, alcuni percepirono Max Payne 2 come un passo indietro: mancava a tratti quella violenza, quella rabbiosa crudeltà che avevano caratterizzato il debutto di uno dei detective più amati della storia dei videogiochi. Non aiutò di certo la realizzazione di una trasposizione cinematografica, con Mark Whalberg nel ruolo di protagonista, stroncata senza appello sia dai fan che dalla stampa specializzata: un vero e proprio passo falso per il franchise, che fu momentaneamente messo da parte.

Nel frattempo Rockstar Games, intenzionata a portare avanti il progetto, acquisì i diritti esclusivi della serie: iniziarono dunque i progetti per un terzo capitolo che, a seguito di diversi rinvii, vedrà la luce nel corso del 2012. Anche qui, come vi abbiamo raccontato qualche tempo fa, si è trattato purtroppo di un successo a metà: la riuscita solo parziale dell’operazione andrà a collocare la saga in un limbo dal quale, per anni e anni, i fan più affezionati hanno temuto non potesse più uscire. Fino a poco tempo fa.

Nell’aprile 2022, Remedy annuncia infatti di essere al lavoro sui remake del primo e del secondo capitolo della saga: la notizia che tutti gli appassionati stavano aspettando, e della quale non vediamo l’ora di sapere ancora di più. Tornando a parlare del secondo capitolo, infatti, sono tanti gli elementi che lo rendono una piccola perla che merita di essere vissuta da ogni giocatore: dalla colonna sonora quanto mai adatta alle ambientazioni ricche di fascino, fino ad alcuni dei personaggi più interessanti della storia di questo medium.

L’arrivo di un remake è l’occasione perfetta per (ri)scoprire un capolavoro che speriamo vivamente possa finalmente raccogliere tutto, ma davvero tutto il successo che merita. Un’operazione di questo tipo non è infatti indirizzata solo ed esclusivamente a chi già conosce il franchise (che comunque apprezzerà il poter rivivere l’esperienza in veste rinnovata), ma anche alle nuove generazioni che potranno finalmente imparare a conoscere e apprezzare uno dei migliori personaggi mai ideati nell’intera storia dei videogiochi. La parola passa ora a voi giocatori: raccontateci nei commenti quella che è la vostra personalissima esperienza con il franchise di Max Payne. Anche voi non vedete l’ora di poter metter mano sui tanto attesi remake?