Dan Houser, co-fondatore di Rockstar Games e sceneggiatore principale di Grand Theft Auto 5, sta sperimentando l'intelligenza artificiale per il suo prossimo progetto videoludico, ma le sue dichiarazioni tagliano le gambe all'hype smisurato che circonda questa tecnologia. Durante un'apparizione nel programma televisivo Sunday Brunch su Channel 4, il veterano dell'industria ha spiegato come l'AI sia "non così utile come alcune aziende vorrebbero farci credere" e che "non risolverà tutti i problemi" dello sviluppo. Una posizione pragmatica che contrasta nettamente con l'entusiasmo quasi messianico di alcuni CEO del settore.
Houser ha lasciato Rockstar nel 2020 per fondare Absurd Ventures, il suo nuovo studio che sta lavorando a un ambizioso progetto transmediale chiamato Absurdaverse. Il gioco condividerà l'universo narrativo con il suo romanzo di debutto, A Better Paradise, uscito recentemente. Entrambe le opere esplorano tematiche legate alla rivoluzione dell'intelligenza artificiale, al mondo dello sviluppo videoludico e alla crescita esponenziale della tecnologia durante la pandemia di COVID-19.
Per quanto riguarda le tempistiche, il titolo è ancora "a qualche anno di distanza" dallo sviluppo completo. L'AI viene utilizzata sia nella narrativa del gioco, con numerosi personaggi controllati da intelligenza artificiale, sia nel processo produttivo stesso. Tuttavia, Houser ha voluto ridimensionare le aspettative: "Abbiamo un intero campo di aree per cui necessitiamo tecnologia e l'AI è ottima per alcuni compiti, ma non può ancora fare altri. Queste aziende sostengono che possa risolvere ogni singolo problema e davvero non può, ancora".
Le riflessioni di Houser si inseriscono in un contesto videoludico dove l'intelligenza artificiale è diventata argomento divisivo. Da un lato ci sono realtà come Keywords Studios che sperimenta l'AI per le remaster, o Ubisoft con il CEO Yves Guillemot che paragona questa tecnologia alla rivoluzione del 3D. Dall'altro, sviluppatori come il team di Dispatch hanno dichiarato senza mezzi termini che "forse l'AI è una soluzione creativa se non sei una persona creativa", mentre Brendan Greene, creatore di PUBG, si è detto "davvero confortato nel vedere la community rivoltarsi contro le cose fatte con l'AI".
Il co-fondatore di Rockstar ha anche offerto una prospettiva critica sul settore tecnologico più ampio, tema centrale del suo romanzo. Ha descritto come le grandi aziende tech partano sempre con ideali nobili per "rendere le cose migliori" e "aiutare le persone", ma poi raggiungano un momento faustiano in cui "diventano estremamente ricche e potenti" e le cose si corrompono. Un'osservazione che risuona particolarmente forte considerando le recenti acquisizioni miliardarie nel gaming e le controversie sull'uso dell'AI generativa.
Secondo Houser, gran parte della retorica intorno all'AI serve principalmente "per vendere azioni delle aziende di AI, o per convincere tutti che questa tecnologia sia trasformativa". Ha ammesso che alcuni casi d'uso sono "incredibili", ma ha anche evidenziato come il termine sia diventato "una sorta di contenitore per tutto il futuro del computing" senza che la tecnologia stia ancora effettivamente facendo molto di ciò che promette.
Più in generale, il creativo ha espresso preoccupazioni sul futuro dell'industria videoludica: "Con tutte queste cose, il settore può andare in una direzione davvero interessante o in una direzione eccessivamente focalizzata sul fare soldi". Ha sottolineato come ci sia sempre il pericolo che le aziende si distraggano per il profitto in qualsiasi forma d'arte commerciale, ma rimane convinto che ci sia "ancora un grande margine creativo per creare questo tipo di esperienze narrative", l'obiettivo che ha sempre guidato il suo lavoro sui giochi di Grand Theft Auto.