Scandalo Areal: il sequel di STALKER puzza di bufala

È partita la campagna su Kickstarter di Areal, presentato come una sorta di sequel spirituale di STALKER, ma diversi dettagli fanno ipotizzare che si tratti di una bufala. Artwork riciclati, un trailer che mostra scene di STALKER e demo tecniche di Unity3D destano più di un sospetto.

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a cura di Roberto Caccia

Qualche giorno fa vi abbiamo parlato di Areal, un nuovo progetto degli ex sviluppatori di Metro: Last Light e STALKER e presentato come il sequel spirituale di quest'ultimo titolo. Oggi ritorniamo sull'argomento per dirvi che è iniziata la campagna su Kickstarter, e che in molti stanno fiutando puzza di bufala.

Uno degli artwork di Areal, preso direttamente dalla Wiki di STALKER - Clicca per ingrandire

Il primo indizio che ha fatto insospettire gli utenti e la stampa specializzata è stato l'uso di artwork usati per lo sviluppo di STALKER e riciclati sul sito web di Areal. Il riciclo di artwork prosegue con l'uso di un'immagine del libro Areal dello scrittore Sergej Tarmashev, un romanzo che dovrebbe servire come ispirazione per il gioco, ma anche un'altra immagine comparsa sulla pagina di Kickstarter non è nient'altro che un artwork riciclato.

Tarmashev e gli autori delle immagini sono elencati come collaboratori del team di West Games, per cui non è così semplice stabilire la linea di confine fra l'uso legale di questi artwork e l'uso non autorizzato, ma le incongruenze non si fermano qui.

Un altro artwork ricicliato, questa volta dal romanzo che dà il nome al gioco - Clicca per ingrandire

Il video pubblicato su Kickstarter per promuovere il progetto usa infatti varie scene di STALKER, diversi concept art e una demo tecnica di Unity3D. Un dettaglio molto strano, visto che gli sviluppatori affermano che Areal sarà realizzato con un motore proprietario, su molteplici piattaforme e con un budget di appena 50.000 dollari. Questa è infatti la somma richiesta dagli sviluppatori su Kickstarter, e anche se lo studio potrebbe aver trovato fondi tramite finanziatori esterni è lecito farsi qualche domanda.

Sulla questione è intervenuto anche Oleg Yavorsky, direttore delle relazioni pubbliche e del marketing di Vostok Games, uno studio formato da ex membri di GSC Game World (gli autori di Stalker).

Yavorksy spiega che ai vari STALKER e Metro hanno lavorato centinaia di persone, spesso per periodi brevi e progetti di minore entità, come un singolo modello 3D o una sessione di beta test. Per questo motivo molte persone possono affermare di aver collaborato alla realizzazione di questi giochi, ma da qui a dire di aver avuto un ruolo di primaria importanza (come affermato da West Games) ne passa di acqua sotto i ponti.

In parole povere, tutta la vicenda puzza di bruciato, al punto che le aziende chiamate in causa stanno valutando di procedere per vie legali per avere più chiarezza. Vi terremo aggiornati.