Immagine di Tales of Kenzera: ZAU, un debutto col cuore | Recensione
Recensione

Tales of Kenzera: ZAU, un debutto col cuore | Recensione

La nostra recensione di Tales of Kenzera: ZAU, titolo action platformer in uscita il 23 aprile su PlayStation 5, Xbox Series X|S, PC e Nintendo Switch.

Avatar di Giulia Serena

a cura di Giulia Serena

Editor

Quando ci si trova ad affrontare periodi difficili, sono due le strade che ci si pongono dinanzi: c'è chi si abbatte, venendo assorbito in vortice di negatività che, inevitabilmente, ti trascina sempre più in basso, e c'è chi decide di reagire immediatamente, incapsulando il male e trasformandolo in una rinascita positiva. È proprio questo secondo processo ad aver dato vita e a rappresentare anche il fulcro di Tales of Kenzera: ZAU, titolo di debutto di Surgent Studios (appoggiato da Electronic Arts) in uscita il 23 aprile su PlayStation 5, Xbox Series X|S, PC e Nintendo Switch.

L'action platformer di genere metroidvania è nato dalla volontà di Abubakar Salim, attore nominato al premio BAFTA per il suo ruolo in Assassin's Creed Origins che ha fondato Surgent Studios con lo scopo di dare vita a una storia profonda e personale. Egli, dunque, ha deciso di utilizzare il videogioco come mezzo per raccontarla anziché optare per film o serie tv, dando vita a un'opera che, sebbene con dei difetti, riesce a entrare nel cuore di coloro che la scoprono. 

Cosa non si fa per amore?

Al centro di Tales of Kenzera: ZAU si trova la storia di Zau, un giovane Nganga, figura simile a uno sciamano dotato di poteri curativi e di divinazione tipica del Congo, che si impegna a sfidare la morte stessa per riportare in vita il suo amato padre. Con l'enigmatica guida di Kalunga, il Dio della Morte, il protagonista si trova a viaggiare attraverso i paesaggi vibranti ma pericolosi di Kenzera, ora popolati da spiriti ancestrali perduti. 

Una delle caratteristiche più distintive di questo gioco, come avrete probabilmente intuito da questa breve descrizione, è la sua narrativa, che non solo attinge alle tradizioni delle tribù africane del Congo, ma è anche plasmata dalle esperienze personali di Abubakar Salim. Egli, infatti, durante la presentazione del gioco ha raccontato che suo nonno era uno di quegli sciamani, mentre suo padre, non credendo nei poteri spirituali, ha costantemente negato l'esistenza di una vita oltre la morte.

Quando suo padre è venuto a mancare, dunque, Abubakar si è ritrovato a fare i conti con tutte quelle storie raccontate dai suoi cari, immaginandosi come il protagonista di quello che è diventato Tales of Kenzera: ZAU e trasponendo un pezzo della sua storia nel videogioco. Non sorprende, infatti, che sia proprio lui a dare la voce a Zau, donando così maggiore profondità al personaggio e rendendolo davvero "suo".

Vista l'eccellente caratterizzazione del protagonista, infatti, è un vero peccato che la stessa cura non si stata infusa negli altri personaggi: durante l'avventura faremo la conoscenza di tre personaggi, i quali svolgeranno da fulcro per l'atto in corso; purtroppo, però, la loro presenza si limita a pochi dialoghi, non riuscendo a farci veramente empatizzare con loro come accade con Zau.

È, al contrario, evidente la cura posta dal team di Surgent Studios nella creazione delle ambientazioni e nell'aspetto dei personaggi: ogni elemento del gioco, dal level design alla colonna sonora originale a opera di Nainita Desai, trasuda dello spirito tradizionale africano. Vi sono, per esempio, gli iconici baobab, mentre non mancano i colori, utilizzati in modo sapiente anche per esprimere gli stati d'animo del protagonista.

Un metroidvania poco metroidvania

Ai colori si legano anche i poteri di Zau, giacché egli è in grado di utilizzare l'energia delle maschere del Sole e della Luna, ognuna delle quale offre abilità distinte. In particolare, la prima è utile durante gli scontri ravvicinati e con colpi potenti, mentre la seconda garantisce un vantaggio in quelli a lunga distanza. Inoltre, ognuna delle due attiva abilità speciali, tra cui la possibilità di congelare l'acqua, costruire o scomporre blocchi e sfondare pareti. 

"un metroidvania per coloro che non sono avvezzi al genere"

Queste si collegano alle meccaniche metroidvania del gioco, le quali implicano la presenza di barriere man mano sbloccabili tramite, appunto, abilità speciali. Nonostante queste siano senza dubbio presenti, Tales of Kenzera: ZAU non è davvero classificabile come un tradizionale metroidvania; il gioco è, infatti, alquanto lineare, mancando della ramificazione della mappa che è tipica del genere. 

Possiamo, dunque, considerarlo un metroidvania per coloro che non sono avvezzi al genere, giacché è possibile sfruttare anche il viaggio rapido da un punto all'altro della mappa e, in ogni momento, è chiara la strada che si deve percorrere. Non aspettatevi grosse difficoltà nemmeno sul lato dei combattimenti, dato che, almeno nella mia esperienza, tutti si sono svolti in modo alquanto semplice, boss compresi. 

A concorrere con la scorrevolezza di Tales of Kenzera: ZAU è il fatto che il gioco salva automaticamente e molto frequentemente i progressi, per cui non vi ritroverete a dover ripetere grosse sezioni di gameplay anche nel caso in cui doveste perire. Ciò rappresenta una fortuna soprattutto nel momento in cui, nelle fasi più avanzate del gioco, potreste finire immersi nella lava da un momento all'altro, oppure spiaccicati sulle spine.

Il valore di un videogioco

Avrete poi modo di potenziare il protagonista grazie a un classico - e in questo caso alquanto striminzito - albero delle abilità, suddiviso in base ai due poteri. Queste migliorie, in realtà, non influenzano in modo incisivo il gameplay, non dandovi particolari vantaggi durante gli scontri. Di conseguenza, a meno che non siate dei perfezionisti difficilmente vi sentirete incoraggiati a esplorare ogni anfratto della mappa in cerca di punti abilità, limitandovi a svolgere la quest principale. 

E, a proposito di quest principale, nel mio caso questa ha avuto una durata di circa 7 ore. Potrebbe sembrarvi poco (soprattutto visto il fatto che non sono presenti una modalità NG+ o missioni secondarie), ma lo stesso Abubakar Salim ha affermato che volevano "rispettare il tempo delle persone", assicurandosi che valesse il prezzo di 20 euro rendendolo un'esperienza il più possibile positiva e accessibile per i giocatori. 

Se dal lato dell'accessibilità non vi siano dubbi sul fatto che il team ha raggiunto il proprio obiettivo, è difficile dire se valga o meno il prezzo di listino. Se siete alla ricerca di un metroidvania che vi metta alla prova o che vi offra un'esperienza simile a Hollow Knight il mio consiglio è quello di rivolgervi a un altro titolo, ma se volete godervi una storia toccante, mettendo un piede nelle tradizioni africane e ascoltando come sottofondo una colonna sonora eccellente, allora Tales of Kenzera: ZAU potrebbe fare al caso vostro. 

Infine, vale la pena menzionare il fatto che su PS5 l'esperienza di gioco è prevalentemente fluida: in modalità performance si sono presentati dei leggeri cali di frame solamente nelle fasi più avanzate del gameplay dove erano presenti a schermo elementi più complessi e molti nemici, mentre nel resto dell'avventura. Non sono esenti, invece, delle imperfezioni e bug, tra cui uno particolarmente fastidioso in cui il protagonista non si voltava dal verso giusto per diversi secondi; ovviamente, la speranza è che tutto ciò venga risolto ben presto con una patch. 

Voto Recensione di Tales of Kenzera: ZAU


7.5

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • Storia toccante di un figlio che affronta il lutto

  • Contesto ispirato che trae ispirazione dalle tribù africane

  • Colonna sonora originale eccellente

Contro

  • Struttura fin troppo lineare per essere considerato un vero e proprio metroidvania

  • Combattimenti semplici e poco profondi

Commento

Tales of Kenzera: ZAU è, senza ombra di dubbio, un'opera progettata con il cuore: giocandoci è papabile tutto l'amore infuso da Abubakar Salim e dall'emergente team di Surgent Studios, dando vita a un gioco che trasuda di originalità e spirito tradizionale africano. Non si tratta certamente del metroidvania più labirintico del mondo o di un action che vi darà delle difficoltà durante i combattimenti, ma se siete alla ricerca di un titolo che unisce un gameplay movimentato a una storia profonda potrebbe fare al caso vostro.