The Operator, tra hacking e cospirazioni | Recensione
The Operator è una avventura narrativa ispirata a X-Files, Her Story e Return of the Obra Dinn che ci mette nel mezzo di una cospirazione.
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a cura di Giacomo Todeschini
Editor
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Pro
- Ottima messa in scena
- Coinvolge e avvince
-
Contro
- Poteva e doveva essere reso più lungo
Il verdetto di Tom's Hardware
Informazioni sul prodotto
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The Operator
Lavorare per l’FDI, il Federale Department of Intelligence, non deve essere per nulla semplice. Pressioni di ogni sorta, omicidi e altri crimini all’ordine del giorno, la vita umana sempre sul filo di un rasoio: veramente in pochi sono in grado di reggere lo stress anche di una sola giornata di lavoro in un posto del genere, ma qualcuno deve pur farlo per mantenere in salvo l’umanità.
Ma se tutto questo non bastasse e alla già difficile vita di un agente del FDI si aggiungesse anche la sensazione di essere in una enorme cospirazione e di non potersi più fidare neanche dei propri superiori e colleghi? Una situazione decisamente poco auspicabile in cui ci getta direttamente dentro Bureau 81 con The Operator, avventura narrativa ispirata a X-Files, Her Story e Return of the Obra Dinn arrivata oggi su Steam e che abbiamo avuto modo di provare nei giorni scorsi.
Abbiamo recensito il gioco con il seguente PC:
- GPU: Zotac RTX 3070 Twin Edge OC
- MOBO: Asus ROG STRIX Z370-F
- RAM: G.Skill Trident Z RGB 16GB DDR4 3200MHz
- CPU: Intel i5 8600k 3.6 GHZ
- SSD: Sabrent SSD 2TB Rocket NVMe PCIe M.2 2280
- Tastiera: Corsair K70 LUX LED Rosso Cherry MX Brown
- Mouse: Fnatic Flick 2
- Cuffie: Logitech G930
- Monitor: Samsung C27HG 70 Quad HD 144Hz HDR
Qualcosa si muove nell'ombra
In The Operator ci mettiamo nei panni di un operatore del FDI, ossia del personale a supporto degli agenti sul campo tramite analisi, ricerche e altro ancora grazie ai potenti mezzi informatici dell’agenzia. Le nostre giornate scorrono quindi tra chat, chiamate e analisi incrociate alla ricerca del più piccolo dettaglio in grado di dare una svolta alle indagini più disparate. Il tutto comincia però presto ad assumere dei contorni sempre più misteriosi, con prove che vengono alterate e documenti top secret redatti senza spiegazione alcuna. Investigare sul tema, inoltre, altro non fa che attirare l’attenzione dei superiori, che ci inviteranno cordialmente a non uscire dal seminato e dedicarci esclusivamente alle richieste degli agenti.
Un qualcosa di sempre più difficile da fare giorno dopo giorno, dato che le prove che ci arriveranno sotto il naso saranno davvero complesse da ignorare. Dopo poche decine di minuti di gioco, infatti, l’operatività di tutti i giorni passerà in secondo piano lasciando il passo alla volontà di scoprire qual è il mistero che attanaglia l’intera FDI, in una sorta di cammino sui carboni ardenti per evitare di farci scoprire.
L’aspetto migliore di The Operator è sicuramente la messa in scena, con la manciata di ore richieste per completare il gioco che scorrono che è un piacere dall’inizio alla fine. Colonna sonora, gestione dei colpi di scena, ritmo di gioco e tutto ciò che concorre a rendere l’esperienza memorabile sono infatti stati curati con grande attenzione, facendo risultare The Operator avvincente e degno di essere vissuto. Pure la trama in sé non è banale e riesce a far restare con il fiato sospeso il giocatore, sempre più desideroso di saperne di più.
Il potere della tecnologia
Il tutto nonostante l’intero gioco si svolga davanti a un PC, tra chat, chiamate e software dedicati. Il gameplay consiste infatti nel navigare tra i vari programmi e i documenti fornitoci dagli agenti per trovare informazioni utili per risolvere il caso, come ad esempio l’identità di qualche assassino o una password segreta per accedere a dei file criptati. Un sistema semplice ma che funziona più che bene, anche considerando come spesso e volentieri i vari casi siano collegati tra di loro e sarà necessario investigare nel dettaglio e con una buona memoria per venire a capo dell’inghippo del momento. Per i meno attenti è comunque presente la possibilità di chiedere aiuto, che impedirà di bloccarsi per troppo tempo in un dato punto.
Il problema di The Operator è però la sua durata davvero esigua, parliamo di poco più di tre ore di gioco, che non permette al gameplay e alle meccaniche di gioco di esplodere come dovrebbero. Il titolo ci mette ad esempio a disposizione dei manuali ben curati per analizzare reperti chimici e disinnescare bombe, con tutta una serie di diramazioni da seguire in base alla situazione del momento. Un ordigno, ad esempio, deve essere classificato in diversi modi prima di poter comprendere come neutralizzarlo, mentre l'impostazione corretta del software per identificare una sostanza misteriosa necessita anch’essa di un attento studio. Tutto bello, insomma, con tali fasi che risultano davvero riuscite, ma che vengono utilizzate giusto una volta l’una all’interno dell’intero titolo. Non sono poi presenti finali multipli o diramazioni narrative significative che possano giustificare una seconda run, con anche gli enigmi che rimangono sempre quelli.
Insomma, l’unico grande appunto che si può fare a The Operator è quello di non aver voluto allungare anche di solo un po’ il brodo, introducendo fasi e indagini non per forza inerenti e collegate a quella che è la trama principale. Una maggiore durata non avrebbe inficiato più di tanto sul ritmo, che è molto serrato, e avrebbe al contempo permesso alle varie meccaniche di gioco di brillare di più.
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