Videogiochi, smartphone e tablet: rischio dipendenza per bambini e adolescenti

L'uso eccessivo di videogiochi, smartphone e tablet fra i giovani desta preoccupazione, al punto che i dottori non esitano a parlare di dipendenza.

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a cura di Roberto Caccia

I bambini e gli adolescenti giocano troppo ai videogiochi e usano troppo a lungo smartphone e tablet, al punto che i medici non esitano a parlare di vera e propria dipendenza. Questo è il tema di Web Junkie, un documentario che sarà mostrato nei prossimi giorni negli Stati Uniti e che mette in luce il problema dei teenager che giocano per dozzine di ore senza pause per mangiare, dormire o persino usare il bagno.

I dottori cinesi classificano questo fenomeno come un disordine clinico e hanno avviato centri di riabilitazione in cui i giovani sono confinati per mesi, isolati completamente da tutti i media. Una soluzione drastica, la cui efficacia resta ancora da dimostrare.

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Se dunque in Cina il problema sembra legato al mondo dei videogiochi, dall'altra parte dell'oceano ci s'interroga sull'abuso da parte di bambini di smartphone e tablet. Dispositivi che i genitori affidano nelle mani dei più piccoli come strumento per l'intrattenimento, senza pensare ai problemi che potrebbero insorgere in seguito a un uso prolungato.

Secondo uno studio del 2010 i bambini fra gli 8 e i 10 anni trascorrono una media di 8 ore al giorno con vari tipi di strumenti multimediali. Un dato che sale a 11 ore al giorno nel caso di bambini più grandi e teenager. Al centro di tutto la televisione, la "babysitter" per eccellenza, poi computer, tablet e smartphone in crescita graduale.

I pediatri statunitensi sostengono che i piccoli di età inferiore ai due anni non dovrebbero usare strumenti per l'intrattenimento multimediale, visto che "il cervello di un bambino si sviluppa rapidamente durante questi primi anni, e i bambini imparano meglio interagendo con le persone, non con gli schermi". Una tesi contraria tuttavia a quella espressa in un recente studio dell'Università di Londra.

I più grandi invece dovrebbero limitarsi a una o due ore al giorno, preferibilmente con contenuti di qualità, e trascorrere più tempo giocando all'aperto, leggendo, coltivando i propri hobby e usando la propria immaginazione.

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Inoltre, i bambini che fanno un largo uso di dispositivi tecnologici possono diventare abili nel multitasking, ma al tempo stesso possono anche perdere la capacità di concentrarsi sulle cose più importanti, un elemento critico e d'importanza cruciale in età adulta, come per esempio sul posto di lavoro.

Anche i più grandi non sembrano essere esenti dai problemi legati alla dipendenza dai videogiochi, come dimostra il recente caso del ragazzo tedesco che ha sedato la ragazza con un sonnifero per continuare a giocare con i videogame con il proprio amico.

Un caso limite, ma che fa riflettere sui problemi che possono insorgere quando si abusa degli strumenti per l'intrattenimento elettronico, che siano videogiochi o anche la "semplice" TV. Il ragazzo tedesco se l'è cavata con una multa di 500 euro e con la rottura del fidanzamento, ma la cronaca non è nuova a storie di giovani passati all'altro mondo per maratone estreme di gaming, soprattutto nei paesi asiatici.

Storie che fanno arrabbiare, visto che basterebbe un po' di moderazione per evitare di gettare cattiva luce su un mondo che troppo spesso viene etichettato come fonti di tutti i mali del pianeta. O quasi.