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Warzone ha condizionato troppo Call of Duty Vanguard?

Il malumore che aleggia sull'uscita di Call of Duty Vanguard è palpabile, ma come mai è accaduta questa insensata involuzione dopo i grandi traguardi degli ultimi anni?

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Avatar di Ecletogiuseppe Mucciacciuoli

a cura di Ecletogiuseppe Mucciacciuoli

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Pubblicato il 14/12/2021 alle 10:00

Il nome Call of Duty è sempre stato oggetto di discussione tra gli appassionati. È stato parte dell’adolescenza e della crescita di tantissimi ragazzi e ragazze, tanto da considerarsi come uno dei mostri sacri dell’industria. Sebbene abbia uno spirito votato alla rivoluzione continua, il brand ha sempre ricercato l’innovazione costante, senza però disdegnare i trend di mercato. In questi anni si sono susseguiti eventi che hanno scosso l’immensa community. Primo tra tutti lo scisma riguardo l’inserimento dei salti all’interno del gioco, altresì ricordata da tutti come l’approdo della componente futuristica. Call of Duty non è un prodotto nato per essere il paladino del realismo, né lo ha mai voluto. Sebbene le sue radici risalgano a un gun fight ispirato alla grandi guerre del passato, si è ricercato a più riprese un pizzico di fantascienza.

Queste innovazioni si sono poi tradotte in armi uniche nel loro genere, un sistema di shooting costruito per essere largamente ludico e una serie di bonus esterni mirati alla spettacolarizzazione dei gameplay. Goliardico, frenetico e appagante negli scontri, il sentiero che ha trascinato il brand al successo è stato lastricato da alti e bassi. La modalità zombie, ad esempio, parte dell’anima del brand stesso, ha subito notevoli mutazioni. Nikolai, Richtofen, Takeo e Demosey sono stati i primi memorabili eroi della modalità, nonché sorprendenti protagonisti di una storia longeva e avvincente.

La loro lunga odissea tra le orde zombie ha indubbiamente affascinato milioni di giocatori in tutto il mondo, tanto che la stessa modalità, nata come secondaria, è poi diventata un elemento imprescindibile per il successo di Call of Duty. Ora giustamente vien lecito pensare come mai io abbia deciso di partire da questo fenomeno, ma è parte integrante dell’argomento che tratterò nell’articolo.

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L'immeritato pensionamento di quattro eroi

Il punto è che la modalità zombie ha permesso ad Activision Blizzard di avere un seguito costante, anche quando magari il multigiocatore non riusciva ad accontentare tutti. I fruitori del brand sono perlopiù parte di una community di nostalgici ed è sempre stata chiara la necessità di rispettare la tradizione. Nel momento storico in cui si è iniziati a guardare con ossessione alla componente futuristica, c’è sempre stata la modalità zombie a colmare quei momenti di tranquillità tra amici tra un prestigio online e un scalata in classifica. Una volta scaduto l’ultimo rintocco narrativo per i nostri quattro eroe originali, il trama costruita intorno al loro viaggio collassò su se stessa, lasciando solo nuovi personaggi e mappe senza un mordente adeguato al passato.

La mancanza di un fil rouge comune tra i beniamini e l’aver drasticamente barattato l’elemento narrativo con quello ludico, ha reso negli anni la modalità utile solo per potenziare le armi in multigiocatore o per sparare tra amici in relax. Call of Duty Vanguard è, ahimè, l’esasperazione di questo timore, poiché rappresenta una storia troppo raffazzonata per essere credibile e non vanta di una mappa totalmente originale. La lenta marginalizzazione della modalità ha ora cambiato volto anche al gioco stesso, mentre i nostalgici utenti del passato vedono sciupare dinnanzi a loro un qualcosa che li avevi conquistati per molti anni.

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La storia letta con occhiali color satira

La soluzione? Riscrivere i personaggi, progettare mappe nuove e folli come nel passato, magari con armi da urlo e una compente narrativa mesmerizzante. È un peccato che il tutto si riduca a un siparietto sorretto dalla tradizione, no? Vorrei spendere due parole anche sulla modalità campagna. So che questo sia per natura un argomento contraddittorio. Ma come, la maggior parte dell’industria di tendenza spinge verso il multigiocatore e dobbiamo aprire un dibattito sulla modalità campagna? Il punto è che ci sono stati anni in cui la parte single player non era solo lì per decorazione. In passato ci sono state storie di successo, come quella di Modern Warfare, che sono state glorificate per essere delle veritiere pagine truculente di storia.

Sfortunatamente l’attenzione del fruitore medio per storie così drammatiche e singolari è andata scemando con gli anni, probabilmente imponendo un interrogativo ai team di sviluppo:” Vale la pena investire ingenti risorse in una modalità satellite?”. Ciò che avrebbe dovuto fare il brand sarebbe raccontare delle storie vicine alla nostra realtà o tratte da pagine oscure del passato, attraverso una narrazione romanzata e spettacolare. Camminare su quel sottile filo tra satira storica e dramma cinematografico è ciò che definisco come l’alchimia perfetta nella campagna dei Call of Duty. In quegli anni in cui questo connubio ha trovato modo di farsi notare, lì sono emerse storie delicate e memorabili, ancora ben incastonate nella mente di molti giocatori.

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Lo stigma del futuristico

Cito giusto Alex Mason e John Price per ricordare la qualità di alcune storie passate. Giungiamo infine al multigiocatore, la modalità che più di tutte ha fatto parlare di sé, altresì merito dei radicali cambi di marcia effettuati negli anni. Il brand si è fatto amare per le numerose qualità citate in precedenza, ma quando ha accusato il colpo? Il primo vero scivolone avvenne probabilmente su Advanced Warfare, a causa della sua natura eccessivamente futuristica. I fruitori medi si sono travati tra le mani un’opera atipica, che osava ben oltre ciò che si potessero aspettare. Call of Duty aveva cambiato forma sotto diversi aspetti, ma non tutti riuscirono a digerire dei cambi di gameplay così disorientanti.

Così, negli ultimi anni, gli appassionati sono stati accontentati. Gli ambiti toccati tornano ad essere le prime guerre mondiali e la guerra fredda: meno fantascienza, ma sempre alta spettacolarità. Il gun fight, perfezionato e rivisitato ha accontentato quasi tutta la community, mentre in Modern Warfare il movimento e il sonoro hanno toccato vette d’eccellenza uniche nel loro genere. È proprio in questo momento di lenta rinascita e di consenso generale che iniziarono a dilagare con forza i battle royale. Call of Duty, che è sempre stato incline al cambiamento e al far proprie nuove tendenze, decide così di entrare a capofitto in questo settore, pubblicando il tanto amato Warzone.

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Caffè, Warzonata e nostalgia

Cosa è cambiato per il brand però alla vigilia della nuova mappa della modalità battle royale? Siamo all’uscita di Call of Duty Vanguard, il titolo con il lancio più travagliato della saga. Non vi tedierò con un’analisi sul titolo, per quella avete già la nostra accurata recensione, quanto sull’evidente cambio di rotta di Activision-Blizzard e su alcune idee che mi assordano in testa. E se, il multigiocatore stesse facendo la stessa fine di zombie? Magari il destino del team è orientato solo al battle royale, considerati gli introiti fruttuosi. Fantasticando su tali considerazioni sono scivolato tra le notizie di cronaca e ho analizzato anche le osservazioni dei pro player. Vanguard ha avuto uno dei lanci peggiori di sempre nella storia del brand, ma non penso ci sia un solo colpevole.

Certo, l’assenza di una modalità zombie ben strutturata e una campagna lievemente anonima possono aver gravato sul canovaccio generale, ma penso che il problema sia da ricercare negli interessi del team. Ormai Warzone fagocita molti più numeri di tutti gli altri progetti collaterali del brand. Sbrana i numeri dei concorrenti su Twitch ed è una vera e propria macchina di soldi. Ciò ha verosimilmente indotto la parte di sviluppo e valorizzare il progetto, indebolendo gli altri contenuti. È una provocazione forte, ma credo che il lento crollo di Vanguard possa essere studiato per attrarre nuovi utenti nel battle royale. Scherzavano i pro player dicendo che l’online di Call of Duty è “un modo per livellare le armi di Warzone”, ma forse c’è un fondo di verità.

Il movimento di Vanguard è profondamente simile a quello di Modern Warfare, che è stato tra i più acclamati, nonché il titolo che ha dato i natali a Warzone. La community sono settimane che urla a gran voce il nerf di alcune armi o denuncia bug importanti come quello delle partite private e del suono. La situazione procede a rilento e con un po’ di malumore, eppure in passato Activision Blizzard ci ha deliziato con un mare magnum di qualità e iniziative, cosa sta cambiando? Come mai questo calo di qualità? Nel dubbio vi ricordo che l’8 dicembre esce la nuova mappa di Warzone, spero non si avveri un esodo senza precedenti.

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