Negli ultimi anni la Cina è salita alla ribalta nel panorama videoludico, con tanti ottimi titoli che sono giunti sui nostri PC e sulle nostre console direttamente dal paese asiatico. Impossibile ad esempio non citare Black Myth: Wukong o, ancora, il futuro ma già interessantissimo Phantom Blade Zero di cui vi avevamo già parlato qualche giorno fa.
Ad essi si aggiungerà il prossimo 14 novembre anche Where Winds Meet, ambiziosa opera free to play di Everstone Studios e NetEase Games che promette di catturare i giocatori per oltre 150 ore di gioco. Un titolo che abbiamo avuto modo di provare in anteprima alla Gamescom 2025 e del quale possiamo finalmente dirvi qualcosa di più.
Un titolo enorme
Mettiamo subito le mani avanti: arrivare a grosse conclusioni riguardo un titolo enorme come Where Winds Meet dopo neanche un’ora di gioco è praticamente impossibile e sentiamo infatti di aver toccato solo la punta dell’iceberg di ciò che l’opera di Everstone Studios avrà da offrire. Quello che abbiamo avuto modo di vedere ci ha però decisamente stuzzicato, anche se non sono mancati alcuni punti interrogativi. Andiamo però con ordine.
Where Winds Meet è un titolo free to play ambientato nella Cina del decimo secolo, dove prenderemo i panni di un giovane maestro spadaccino intento a scoprire i misteri dietro la sua identità. Per farlo dovremmo ovviamente prima passare attraverso mille ostacoli e innumerevoli avversari, forgiando così la nostra figura e diventando una vera e propria leggenda.
Il nostro provato ci ha in particolare messo di fronte due grosse missioni, oltre ad averci concesso di girare liberamente per una grossa città dell’epoca. Durante la prima di queste quest ci siamo in particolare introdotti in una calda fornace presidiata da decine di nemici, fino ad arrivare a combattere niente poco di meno che una divinità. Nella seconda ci siamo invece addentrati in una villa in modalità stealth, sfruttando completamente altre abilità del nostro alter ego digitale.
Due frangenti di gioco tra loro completamente diversi, che ci hanno concesso di vedere aspetti differenti di Where Winds Meet. Nella fornace abbiamo in particolare avuto modo di provare con mano una boss battle, facendo la conoscenza con uno degli aspetti che più ci ha convinto di questo hands-on in quel di Colonia, ossia il gameplay.
Pur prendendo a piene mani dal genere soulslike, il sistema di combattimento è infatti davvero ben fatto e restituisce delle ottime sensazioni. Il leitmotiv è quello che conosciamo bene, fatto ossia di scavate, parate, attacchi pesanti e leggeri, con il risultato complessivo che è di ottimo livello. Ci sentiamo di fare giusto un appunto relativo ai numeri dei danni che appaiono sullo schermo e rendono talvolta il tutto poco leggibile.
La fase stealth della seconda missione ci ha lasciato anch’essa delle buone impressioni, pur non risaltando particolarmente. Nascondersi sui tetti e dietro i cespugli ci ha infatti permesso di raggiungere il nostro obiettivo senza particolari picchi qualitativi né da un punto di vista né dall’altro.
Tante cose da fare
È il girovagare per la città, che abbiamo potuto fare nella decina di minuti finali, che ci ha invece permesso di assaporare la vastità di cose che ci saranno da fare in Where Winds Meet. In tale ridotto lasso di tempo e girando completamente a caso abbiamo infatti barattato degli oggetti, partecipato a un minigioco basato sulla fortuna, ci siamo lanciati in un incontro di sumo e abbiamo anche spiccato il volo per planare lontano. Il tutto, lo ripetiamo, senza essere minimamenti guidati da uno sviluppatore ed essendoci basati semplicemente sull’esplorare in totale libertà quanto avevamo davanti.
Considerando come le attività da fare saranno innumerevoli, le zone da esplorare numerose, le armi presenti a bizzeffe e molto altro ancora è evidente come sia difficile esporsi oggi più di tanto e bisognerebbe immergersi come minimo una decina di ore per capire meglio le potenzialità di Where Winds Meet.
Quello che possiamo dire fin da ora è che il titolo di Everstone Studios e NetEase Games è dotato di una buona direzione artistica, che prende a piene mani dalla cultura e dal folklore cinese per dare vita a un mondo che pare davvero vivo. Tecnicamente ci siamo però imbattuti in qualche bug e rallentamento di troppo, ma forse quella su cui abbiamo messo le mani non era una build recentissima.
Where Winds Meet: in conclusione
Where Winds Meet sembra insomma essere davvero enorme ed essere dotato di un gameplay tutto sommato riuscito. Sul piano tecnico c’è ancora qualcosa da fare e restano i classici dubbi sul come verranno integrate le microtransazioni nell’economia di gioco, ma per il resto sembra proprio che ci sarà da divertirsi con Where Winds Meet. Ancora un paio di mesi e potremmo davvero capire cosa si nasconde davvero dietro questo variopinto ventaglio.