È il novembre del 2005 (o il 5 dicembre, per noi europei che abbiamo dovuto attendere quel fatidico day one). Il mondo della tecnologia è un posto diverso, più frammentato. Facebook è ancora un esperimento per universitari, YouTube è appena nato e l’idea di uno smartphone è ancora fantascienza.
In un mondo ancora così apparentemente strano, arriva nei negozi una scatola bianca, dalle forme quasi "aliene" rispetto ai monoliti neri e squadrati a cui eravamo abituati. Si accende con un ronzio che diventerà presto familiare, proiettando sullo schermo un vortice verde e bianco.
Questo accadeva 20 anni fa. Sì, gli anni che ha compiuto di recente una certa Xbox 360.
Scriverlo mi emoziona e in realtà ho già avuto modo di raccontare, attraverso un editoriale su SpazioGames, quanto questa macchina sia stata fondamentale nel gaming moderno. Tuttavia ho deciso di raccontare questa console in maniera differente qui su Tom's Hardware, legandola a quanto sia stata importante per i giocatori PC.
Secondo me e per una vastissima schiera di giocatori cresciuti con mouse e tastiera, Xbox 360 è stata molto di più: è stata un po' il cavallo di Troia che ha portato la filosofia del PC gaming nel salotto di casa. È stata la piattaforma che ha abbattuto il muro tra la scrivania e il divano, diventando (paradossalmente) la console più amata dai PC Gamer.
L'anello mancante tra due mondi
Facciamo un bel salto nel passato e ricordiamo com'era essere un giocatore PC nel 2004-2005. Inutile nasconderci, fu un periodo glorioso, (Half-Life 2, Doom 3, World of Warcraft), ma era anche un periodo di frustrazione per quanto concerne tutto il resto. L'hardware costava una fortuna, i driver delle schede video funzionavano una volta sì e l'altra no, e l'ottimizzazione era una chiara chimera (non che ora quella situazione sia particolarmente migliorata, onestamente).
Dall'altra parte della barricata c'erano le console: PlayStation 2, GameCube, la prima Xbox. Erano macchine fantastiche, ma sembravano... giocattoli. Parlavano un linguaggio diverso, fatto di platform, di JRPG, di architetture proprietarie che rendevano i porting verso PC un incubo (o viceversa).
Poi arrivò la 360. E per la prima volta, guardando una console, non vedemmo un giocattolo, ma bensì un computer camuffato.
L'architettura interna, pur basata su PowerPC, era stata disegnata da Microsoft con una mentalità squisitamente "computeristica". La GPU, la leggendaria Xenos di ATI (poi AMD), introduceva il concetto di "Unified Shaders" anni prima che diventasse standard sulle schede video desktop. Era una macchina avanti sui tempi, capace di gestire l'alta definizione nativa quando la maggior parte di noi aveva ancora monitor CRT beige sulla scrivania (mio fratello compreso).
Per il giocatore PC, la 360 fu un vero e proprio miracolo: poteva giocare a Call of Duty 2 al lancio, a 60 frame al secondo (o quasi), in HD, senza dover spendere una fortuna per una nuova scheda video e senza dover combattere con i file .ini per configurare la risoluzione. Era la potenza del PC, democratizzata e impacchettata in una scocca di plastica bianca da 399 euro (o persino 299 se sceglievate la versione Arcade, insomma... wow).
La "lead platform"
Ma il legame con il PC non era solo hardware, ma anche culturale. Dovete sapere che fino al 2005, il mercato console era dominato dal Giappone. Sony e Nintendo dettavano legge, e i generi occidentali – gli sparatutto in prima persona, i giochi di ruolo complessi, gli strategici, erano relegati al PC, considerati troppo complessi o inadatti al gamepad.
Xbox 360 ribaltò le carte in gioco. Microsoft, forte del suo DNA, rese la sua console la casa naturale dello sviluppo occidentale. Improvvisamente, i grandi nomi che veneravamo su PC (BioWare, Bethesda, Valve, Epic Games) trovarono nella 360 un terreno fertile, accogliente, familiare.
Pensateci: dove avete giocato per la prima volta a The Elder Scrolls IV: Oblivion? Per molti, la risposta è Xbox 360. Quel gioco, che su PC richiedeva requisiti mostruosi per girare al massimo, sulla console Microsoft brillava di luce propria. E poi Mass Effect, dove il primo capitolo, pubblicato da Microsoft stessa, rimane ancora oggi un GDR verboso, profondo, tipico della tradizione PC, ma reso accessibile via pad.
La 360 divenne la "lead platform", la piattaforma di riferimento su cui venivano sviluppati i giochi, per poi essere portati su PC e PS3. Questo significava che, per la prima volta nella storia, la versione console e quella PC parlavano la stessa lingua.
I menu erano simili, le interfacce erano pulite, la logica di gioco era quella a cui eravamo abituati noi "smanettoni". Xbox 360 ha sdoganato l'FPS su console non come eccezione (Halo su Xbox originale), ma come regola (Call of Duty 4: Modern Warfare). Ha preso i generi che amavamo sulla scrivania e ci ha dimostrato che potevano funzionare, e alla grande, anche su un 42 pollici.
Il Sacro Graal
Se dovessi scegliere un singolo oggetto fisico da inserire in una capsula del tempo per rappresentare l'unione tra PC e Console, non sceglierei la console stessa. Sceglierei senza dubbio il controller della Xbox 360.
Sembra banale dirlo oggi, vent'anni dopo, in un mondo in cui diamo per scontata la compatibilità, ma prima del 2005 giocare con un gamepad su PC non era così intuitivo. Esistevano centinaia di controller diversi, ognuno con i suoi driver proprietari, ognuno con una mappatura dei tasti diversa. Configurare un gioco significava passare mezz'ora nei menu a riassegnare gli analogici.
Poi arrivò quel controller. Bianco, ergonomicamente perfetto (dpad a parte, ammettiamolo) e con una configurazione decisamente facile. Microsoft fece qualcosa di importante, forse persino la più importante della sua storia gaming: introdusse le librerie XInput su Windows.
D'un tratto, bastava collegare il controller 360 al PC e... funzionava. Windows lo riconosceva. I giochi lo riconoscevano. Le icone a schermo su PC cambiavano magicamente per mostrare i tasti colorati A, B, X, Y della console. È stata una rivoluzione... silenziosa ma che ha cambiato davvero tutto, senza ce ce ne accorgessimo.
Ancora oggi, nel 2025, vent'anni dopo, lo standard di riferimento per qualsiasi gioco PC è quel layout. Ogni volta che avviate un gioco su Steam e il vostro pad funziona immediatamente, state godendo dell'eredità della Xbox 360.
Insomma, zitta zitta, quella periferica ha salvato il gaming su PC dell'incompatibilità, regalando ai giocatori PC lo strumento definitivo per i giochi in terza persona, i racing e i platform.
XNA: Lo spirito del "Garage Developer"
Il mondo PC è sempre stato la casa della creatività indipendente, delle mod, dei giochi fatti in cameretta da una singola persona. Le console, al contrario, erano giardini murati inaccessibili, dove solo i publisher milionari potevano entrare.
Xbox 360, con una lungimiranza incredibile, lanciò XNA Game Studio e il canale Xbox Live Indie Games. Microsoft disse sostanzialmente: "Ehi, sai programmare su PC? Bene, puoi portare il tuo gioco sulla nostra console e venderlo".
Ricordo che che fu un'esplosione di creatività, a volte amatoriale sono sincero, ma vibrante. Era lo spirito dei primi shareware per PC portato in salotto.
Da quel calderone emersero titoli che hanno fatto la storia, come Braid, Super Meat Boy, Fez, Castle Crashers, Limbo. Persino Minecraft esplose a livello globale proprio grazie alla versione 360. Vero, uscirono anche tanti giochi improbabili e dimenticabili, ma diedero a tutti la possibilità di provare a fare qualcosa di nuovo.
La console divenne una vetrina per l'indie gaming quando ancora la parola "indie" non era di moda. Microsoft riuscì a portare la mentalità "garage" del PC gaming davanti a un pubblico di milioni di persone, sdoganando l'idea che un gioco da 10 euro potesse valere quanto, se non più, di un disco da 60. Funzionò, eccome se funzionò.
Siamo tutti un po' PC gamer
Oggi, vent'anni dopo, guardo l'attuale panorama Xbox. La Series X è, a tutti gli effetti, un PC ottimizzato in una scatola. Il Game Pass è un servizio che trascende l'hardware, permettendoci di iniziare una partita su console e finirla su PC. La distinzione è quasi semantica.
Ma tutto questo è stato possibile solo grazie a Xbox 360. È stata lei a rompere il ghiaccio. È stata lei a insegnare a Microsoft che i giocatori PC non erano nemici da combattere, ma cugini da invitare alla festa.
Certo, la 360 aveva i suoi difetti. Era rumorosa come un aspirapolvere e quelle maledette tre luci rosse ci hanno fatto piangere e imprecare (la mia morì durante una sessione di Halo 3, un trauma che non supererò mai e che racconto anche nel mio articolo di SpazioGames).
Ma le abbiamo perdonato tutto perché ci ha regalato l'online universale con Xbox Live, che ha portato l'ambiente social dei server PC (le chat vocali, le liste amici) nel mainstream. Ci ha regalato un decennio di capolavori occidentali.
Per chi veniva dal PC, abituato a montare RAM e configurare IRQ, la Xbox 360 è stata la prima console che ci ha fatto sentire "a casa". Era una macchina fatta da gente che amava il software, per gente che amava il software.
Buon compleanno, vecchia amica bianca. Grazie per averci insegnato che non c'era bisogno di scegliere tra la scrivania e il divano. Grazie per averci dato il controller perfetto. E grazie, soprattutto, per essere stata il ponte che ha unito per sempre le nostre due anime di videogiocatori.