Blood Bowl, la recensione. Quando il fantasy incontra lo sport!

Giocare a football americano nel violento mondo di Warhammer Fantasy schierano orchi, non morti, vampiri e troll? Con Blood Bowl è possibile.. ed anche divertente!

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a cura di La redazione di Orconero

Cosa succede quando in un gioco in scatola  il football americano incontra il mondo fantasy con tutte le sue creature più tipiche, dagli orchi ai non morti passando da troll, hobbit e demoni? Semplice si gioca a Blood Bowl.

Oltre a quello di essere i prescelti di Sigmar, di sicuro avere un gioco sportivo ambientato nell'universo di Warhammer Fantasy è uno dei sogni proibiti di qualsiasi fan della Games Workshop, il brand inglese di miniature famoso in tutto il mondo. Blood Bowl non è altro che la versione fantasy del football americano, con squadre formate dalle più svariate razze prese dal mondo di Warhammer Fantasy. I giocatori sono gli allenatori di queste squadre e si batteranno fino all'ultimo uomo per ottenere la vittoria, ma attenzione: è uno sport per duri, non è raro che qualcuno ci lasci le penne! Lo scopo del gioco è lo stesso del football americano ovvero segnare più punti dell’avversario, magari tramite epici touch down (o in italiano mete) e intanto, anche solo per puro gusto sadico, mandare qualche membro della squadra nemica in infermeria o… all’obitorio!

Unboxing 

La prima versione di Blood Bowl risale al 1986 e nel corso degli anni si sono succedute diverse riedizioni con modifiche al regolamento e aggiunte di nuove squadre con cui poter giocare. Quella oggetto di questa recensione è l'ultima edizione, uscita nel 2016. Ne è passato di tempo, eppure il gioco, almeno nella sostanza, è rimasto pressoché invariato. Sono state apportate tante migliorie ascoltando il feedback dell’utenza e prodotte tantissime nuove miniature che hanno mantenuto vivo l’interesse dei fan, impedendo che l’amore verso questo immaginario svanisse completamente.

Se volete approcciarvi ora al gioco e vi state chiedendo come fare sappiate che è ancora disponibile la scatola base con dentro tutto il necessario per giocare: dal tabellone (il campo da gioco di cartone robusto è diviso in sei parti e facilmente pieghevole)  alle panchine su cui posizionare le proprie riserve, gli infortunati e i giocatori che hanno fatto una brutta fine. Inclusi nella confezione ci sono inoltre i dadi (due dadi a sei facce, tre dadi da blocco che useremo per colpire gli avversari, un dado da otto e uno a sedici facce), il regolamento, le carte, le due sagome per il rimbalzo del pallone e quella per il suo rientro in campo, e inoltre due squadre equipaggiate di tutto punto: gli Umani e gli Orchi.

Le miniature di Blood Bowl sono contenute in confezioni di plastica facili da trasportare e una volta fra le nostre mani ci accorgiamo che sono ad incastro, facili da montare, e non necessitano l’ausilio di alcun collante, si incastrano alla perfezione e sono anche piuttosto robuste e definite. Insomma una scatola bella farcita di tutto il necessario per vivere i nostri adrenalinici incontri.

Albo d’oro 

Nel suo genere, Blood Bowl è un gioco unico e incredibilmente riuscito uno dei rari casi di simulazione sportiva che abbia avuto successo, rimasto giocabile ed appassionante nel corso del tempo anche a distanza di anni. Lo stile del gioco è un perfetto esempio di “american game”: la fortuna è innegabile e gioca un ruolo importante, l’interazione (e le botte) fra i giocatori sono il pane quotidiano di ogni buon match. Tuttavia l’esperienza dei giocatori veterani può riuscire a garantire la vittoria anche nelle giornate più cupe per la dea bendata.

Oltre alle meccaniche del gioco, divertenti e coinvolgenti, a fare da padrone è l’ambientazione fantasy e umoristica, condita con numerose chicche e personaggi iconici che non possono non strapparci un sorriso, come i due conduttori televisivi più incredibili di sempre… Jim e Bob: un Ogre e un vampiro, due ex giocatori che una volta conclusa la loro fantastica carriera sul campo sono stati assunti come cronisti esperti. Che dire di Nuffle, il Dio del Blood Bowl, venerato (o meglio temuto) da tutti i giocatori, anche da quelli veterani! Nessuno vuole attirare la sua attenzione più del dovuto, potrebbe portare sventura o peggio... non è proprio una divinità benevola!

Fuori dagli spogliatoi! 

Per prima cosa in Blood Bowl dobbiamo preparare l’elenco dei giocatori da schierare in campo, la rosa della nostra squadra. Ogni giocatore si fa pagare a peso d’oro nel vero senso della parola: ha un costo in monete  e noi abbiamo a disposizione un milione di crediti per poterli schierare e acquistare anche altri componenti dello staff come il medico (fondamentale in una lega così violenta!), assistenti allenatore e le immancabili cheerleader per motivare a dovere la squadra. Per questa operazione possiamo compilare delle scheda prestampate: certo, anche un foglio di carta qualunque andrà benissimo ma la scheda rende più facile il tutto!Fatto ciò, sistemiamo sul tavolo il tabellone con il campo da gioco (ve ne servirà uno abbastanza grande in modo da poter appoggiare tutto il necessario) e tiriamo casualmente le condizioni meteo, l’affluenza di pubblico presente al match, quale sarà la squadra in difesa e quale quella in attacco. Il difensore è il primo a posizionarsi sul campo, poi tocca all’attaccante. Siamo pronti per iniziare la partita!

Fischio d’inizio

Ogni partita di Blood Bowl è formata da due tempi da otto turni ciascuno, per una durata media totale di circa due o tre ore di gioco, in cui i giocatori si alternano in azioni di attacco e difesa con l’obiettivo di arrivare a portare la palla alla fine del campo avversario, compiendo il tanto agognato touchdown, oppure l’azione fallisce e toccherà quindi al difensore provare a rendere pan per focaccia. Ogni turno, partendo dall’attaccante, dobbiamo far compiere ai nostri giocatori tutte le azioni che possono portare a termine, poi tocca al difensore fare lo stesso. Il giocatore che ha subito la meta deve cercare di recuperare il più velocemente possibile se non vuole rischiare di essere surclassato! Si continua così fino al termine dell’ottavo turno, quando l’arbitro fischia la fine del primo tempo e le squadre possono finalmente scendere negli spogliatoi per tirare il fiato, magari dopo un bel discorsetto motivazionale in pieno stile Hollywood.

Di nuovo in campo 

Siamo a metà partita, bisogna tornare in campo a dare il meglio di sé. Nel secondo tempo, a prescindere da come sia finito il primo, l’attaccante diventa difensore e viceversa, si giocano nuovamente otto turni a testa, al termine dei quali chi avrà segnato più mete può festeggiare la vittoria con un bel giro di campo! A questo punto, se stiamo giocando una partita singola non c’è altro di cui tenere conto, altrimenti se il match era parte di un campionato, o una lega, oltre a segnare il risultato e i marcatori, dobbiamo assegnare punti esperienza ai giocatori che si sono distinti con una meta, un lancio andato a buon fine oppure con un infortunio causato ad un giocatore avversario. In base ai punti che i giocatori maturano durante la lega possiamo consultare la tabella dei punti esperienza presente sul manuale ed eventualmente assegniamo nuove abilità a chi se le è guadagnate. Non dimentichiamo di segnare anche gli infortuni subiti, gli incassi che il match ha generato (in base al pubblico che ha riempito o meno i nostri spalti) che ci servono per assumere o licenziare giocatori. La componente gestionale, insomma, è una parte fondamentale, spesso esilarante e ricca almeno quanto la partita stessa.

Orco Manager

Ogni squadra ha le proprie peculiarità, così come ogni giocatore. Questi ultimi possono distinguersi per caratteristiche fisiche, ruolo, oppure per abilità particolari: più esperto è e più peserà sulle nostre finanze all’acquisto! Inoltre, le diverse tipologie di squadre hanno tattiche e sinergie del tutto peculiari che gli allenatori dovranno imparare a conoscere e sfruttare per avere una marcia in più contro l’avversario. Giocatori veterani avranno maggiori probabilità di compiere azioni straordinarie o resistere all'avversario.Durante la partita, infatti, le azioni a nostra disposizione sono: Movimento (muovete i giocatori sulle caselle del campo, uno alla volta), Passaggio (lanciare la palla da un vostro giocatore ad un altro), Hand-off (simile al passaggio, più facile e preciso, ma per essere effettuato i due giocatori devono essere adiacenti), Ricezione (prendere la palla quando viene lanciata), Intercetto (se il giocatore si trova nella direzione di un lancio avversario può tentare di prendere la palla anticipandolo), Fallo (colpire un giocatore avversario già a terra), Blocco (rimanere fermo e colpire un avversario adiacente) e Blitz (come il blocco ma con la possibilità di muoversi), ciascuna di esse necessita di un lancio di dado per poter essere compiuta e ci sono vari modi per ottenere bonus al lancio dei dadi o per lo meno per non subire fastidiose penalità. Tranne movimento e blocco, tutte le altre azioni sono una per turno, quindi pianificate bene la vostra strategia di turno prima di iniziare, potreste accorgervi troppo tardi di essere nel posto sbagliato o compiere un azione col giocatore sbagliato. 

I materiali

La componentistica di Blood Bowl è ottima, le miniature sono resistenti e ben dettagliate, il tabellone che rappresenta il campo immerge il giocatore nel pieno dell’atmosfera sportiva. Il gioco è profondo e ben strutturato, ad un primo approccio può sembrare macchinoso e preda della Dea bendata, ma più si gioca e più si nota come le regole siano chiare e logiche dando la possibilità ad ogni allenatore di compiere uno spettro di scelte tattiche piuttosto variegate, dalle più sicure alle più pericolose e fantasiose. Le modifiche e le critiche che hanno portato il gioco a raffinarsi fino a questa più recente edizione è frutto delle discussioni nei vari forum di appassionati, le uniche cose ancora da migliorare forse sarebbero il costo di alcuni modelli, a volte leggermente sbilanciato, o la distribuzione delle abilità, ma comunque si tratta di piccole modifiche, senza alterare l’esperienza di gioco che è al tempo stesso sia tattica che divertente un connubio che ne ha decretato il successo.