100 miliardi per trasformare l'Europa in regina dei chip

La Commissione UE ha varato una campagna per gli investimenti pubblici nel settore della micro e nanoelettronica (semiconduttori e circuiti integrati o chip). L'obiettivo è superare gli Stati Uniti nella produzione e diventare un fornitore di riferimento del mercato mondiale.

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a cura di Dario D'Elia

La Commissione UE è pronta a sostenere un progetto da 100 miliardi di euro per favorire l'industria elettronica. Oggi ha varato una campagna per coordinare gli investimenti pubblici nel settore della micro e nanoelettronica (semiconduttori e circuiti integrati o chip) con l'intento di espandere la base manifatturiera europea di punta.

"Voglio che la nostra produzione di chip raddoppi fino a rappresentare circa il 20% della produzione mondiale. Voglio che l'Europa produca più chip in Europa di quanti ne producano gli Stati Uniti sul loro territorio. Si tratta di un obiettivo realistico se si distribuiscono correttamente gli investimenti", ha commentato la vicepresidente della Commissione europea Neelie Kroes.

Produzione chip

Si parla di un settore di fondamentale importanza poiché ha implicazione in ogni campo: dall'energia, al settore automobilistico, fino alla salute. "Con una crescita media del 5% annuo dal 2000, oggi l'industria elettronica europea occupa direttamente 200.000 persone e indirettamente un altro milione, mentre sussiste una domanda non soddisfatta di personale qualificato", si legge nella nota ufficiale della Commissione.

"Tutti i settori economici in Europa sono destinati a trarre beneficio da questa strategia, poiché almeno il 10% del PIL dipende dai prodotti e dai servizi elettronici".

I principali elementi della strategia industriale UE sono quattro. Investimenti in ricerca, sviluppo e innovazione più cospicui e meglio coordinati per massimizzare l'impatto degli investimenti dell'UE e degli Stati membri grazie a una collaborazione transfrontaliera più stretta (70% dell'investimento pubblico dallo Stato e 30% dall'UE).

Wafer in Europa

Rafforzamento dei tre poli europei di eccellenza dell'elettronica: Dresda (DE), Eindhoven (NL) / Lovanio (BE) e Grenoble (FR), collegandoli con altri poli europei d'avanguardia come Cambridge (UK), Carinzia (AT), Dublino (IRL) e Milano (IT).

Conseguimento di tre obiettivi chiave: abbassare il costo dei chip (transizione per i circuiti da 450 mm in silicio, la materia prima dei circuiti), renderli più veloci ("More Moore") e più versatili ("More than Moore").

Infine mobilizzare 10 miliardi di euro di fondi privati, pubblici e UE, per un insieme di obiettivi comuni in termini di ricerca e sviluppo, compresi 5 miliardi di euro per mezzo di un partenariato pubblico-privato. "Con questa strategia l'industria europea sarà nelle condizioni di convertire le innovazioni ingegneristiche in tecnologie suscettibili di sfruttamento commerciale", ha concluso Neelie Kroes.

"L'ambiziosa visione della Commissione ha il sostegno dei ricercatori e dell'industria elettronica che, alla fine del 2012, ha chiarito come sia possibile effettuare un investimento complessivo di 100 miliardi di euro fra il 2013 e il 2020", conclude la nota della Commissione UE.