A sua insaputa fa pubblicità alle pillole per l'impotenza, "come un episodio di Black Mirror"

Deepfake: minaccia digitale o richiamo alla vigilanza? Il caso di questa influencer svela i pericoli del nuovo web e le sfide legali associate.

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a cura di Luca Zaninello

Managing Editor

Nel panorama in continua evoluzione di Internet, una grave minaccia si sta diffondendo e si chiama tecnologia deepfake. Questo sofisticato strumento guidato dall'intelligenza artificiale, un tempo confinato nelle mani di professionisti del settore video, è ora arrivato alla portata di tutti, sollevando preoccupazioni sull'integrità dei contenuti digitali e sull'essenza stessa dell'identità.

La recente vicenda dell'influencer di TikTok Michel Janse, meglio conosciuto come @michel.c.janse, è un'agghiacciante testimonianza dei potenziali pericoli posti dalla tecnologia deepfake. In una rivelazione scioccante, Janse ha scoperto che la sua immagine era stata illecitamente utilizzata da un'entità sconosciuta per pubblicizzare le pillole per la disfunzione erettile. Il video, meticolosamente realizzato per imitare il suo aspetto e la sua voce, ha lasciato Janse comprensibilmente sconvolta, evidenziando le sinistre capacità dell'IA di manipolare e distorcere la realtà con allarmante precisione.

In una testimonianza condivisa con i suoi follower, Janse ha espresso il suo sgomento per le profonde implicazioni di questo incidente. "Stiamo entrando nell'era in cui viviamo la nostra vita online e dobbiamo mettere in discussione tutto ciò che vediamo", ha osservato, sottolineando l'erosione della fiducia e dell'autenticità nella sfera digitale. La sua esperienza sottolinea l'urgente necessità di una maggiore vigilanza e discernimento in un'epoca in cui verità e inganno spesso si confondono in una facciata senza soluzione di continuità.

La proliferazione della tecnologia deepfake pone sfide sociali più ampie

Al di là delle ramificazioni immediate per individui come Janse, la proliferazione della tecnologia deepfake pone sfide sociali più ampie. Dalla proliferazione della disinformazione alla diminuzione della fiducia nei media digitali, le implicazioni sono ampie e sfaccettate. Gli influencer, il cui sostentamento dipende dalla coltivazione di personaggi autentici online, devono ora affrontare il sempre più semplice furto di identità su una scala senza precedenti. Mentre la linea di demarcazione tra realtà e simulazione continua a sfumare, il tessuto stesso dell'interazione online rischia di disfarsi.

Eppure, tra l'apprensione e l'incertezza, si intravedono spiragli di ottimismo. Alcuni osservatori hanno proposto un ricorso legale come mezzo per combattere l'insidiosa diffusione dei deepfake, suggerendo che il caso di Janse potrebbe servire da precedente per future battaglie legali. La prospettiva di chiamare i responsabili a rispondere delle loro azioni offre un raggio di speranza in un panorama altrimenti oscuro, segnalando un potenziale punto di svolta.

Mentre il dibattito infuria, una cosa rimane chiara: l'ascesa della tecnologia deepfake annuncia una nuova frontiera nella secolare lotta tra verità e falsità. Che si tratti di un campanello d'allarme per rivalutare il nostro rapporto con la tecnologia o di un presagio di minacce senza precedenti che devono ancora arrivare, solo il tempo ce lo dirà. Nel frattempo, la vigilanza, lo scetticismo e l'impegno a sostenere l'integrità personale restano le nostre armi più potenti nella lotta contro l'inganno.

@michel.c.janse

storytime: AI stole my likeness and created a deepfake of me ✌🏼😅 believe nothing 🫡

♬ original sound - Michel Janse