AGCOM: deciderà il Governo Monti sulla legge anti-pirateria

Il Garante delle Comunicazioni ha congelato il documento anti-pirateria: deciderà il Governo Monti. In audizione alla Commissione Cultura e Lavori alcuni senatori hanno contestato la mancata presentazione del testo bozza.

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a cura di Dario D'Elia

Il presidente dell'AGCOM, Corrado Calabrò, stamane ha confermato in Commissione Cultura e Lavori che sarà il Governo Monti a decidere sul nuovo regolamento anti-pirateria. "In una prospettiva di più ampio respiro auspichiamo che il Parlamento, nella sua sovranità, voglia affrontare le principali questioni aperte che si collocano oltre l'orizzonte dell'azione amministrativa", ha dichiarato il presidente. "Ripensare sistematicamente la disciplina del diritto d'autore nel mondo digitale è un compito che solo le Camere elettive possono intraprendere".

Ecco una buona notizia per tutte le associazioni per i diritti digitali e i cittadini italiani. Sarà il Governo a decidere sul giusto bilanciamento tra il rispetto dei diritti di privacy e quello di copyright. Vittoria parziale per Agorà Digitale e i 53mila cittadini che nelle ultime 48 ore hanno spedito messaggi di protesta. Da rilevare infatti che durante l'audizione, diversi senatori hanno ricordato questa mobilitazione e hanno contestato Calabrò "per non aver presentato un vero e proprio testo in Commissione ma solo degli indirizzi generali, lasciando quindi il Parlamento all'oscuro dei dettagli del provvedimento". 

Questo è un lavoro per Mario Monti

Le uniche voci fuori dal coro sono quelle dell'industria di settore che si dichiara sconcertata "per l'ennesimo temporeggiamento dell'AGCOM sulla pirateria digitale".

"Stiamo attendendo da tempo infinito l'adozione di questo pacchetto regolamentare che ha ricadute importanti, anzi fondamentali, per la cultura e i contenuti culturali italiani in rete e per la sopravvivenza dell'industria culturale del nostro Paese", ha dichiarato il Presidente di Confindustria Cultura Italia Marco Polillo. 

"Il tema è stato sollevato da AGCOM e oggi, dopo infiniti lavori, studi, documenti, audizioni e quant'altro, ci troviamo a fare i conti con un presidente che nonostante affermi che l'argomento incombe demanda la soluzione al Parlamento, all'Unione Europea, persino all'ONU. Lo poteva dire sin da subito che non voleva occuparsene, evitando così di buttare via due anni di lavoro".

Confindustria Cultura Italia sostiene che il quadro normativo nazionale e internazionale sia chiaro e che questa non sia altro (probabilmente) che un'ennesima "dichiarazione d'intenti che cela in realtà la volontà di non occuparsene affatto".

Polillo dimentica un solo dettaglio: "l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni è un'autorità indipendente [...] indipendenza e autonomia sono elementi costitutivi che ne caratterizzano l'attività e le deliberazioni [...] al pari delle altre autorità previste dall'ordinamento italiano, l'AGCOM risponde del proprio operato al Parlamento, che ne ha stabilito i poteri, definito lo statuto ed eletto i componenti".