Basta ideologismi: ognuno fa i suoi interessi

In un recente forum organizzato dal Corriere delle Comunicazioni l'AGCOM ha svelato le carte. La nuova normativa sul copyright di fatto prevede l'aggiramento dei poteri della magistratura per evitare lungaggini. Pragmatismo all'ennesima potenza.

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a cura di Dario D'Elia

"Come ricordato dal commissario Mannoni la questione della crisi del settore è importante. Ecco perché Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici crede che la questione del copyright vada affrontata con un approccio complessivo che, partendo dalla normativa in senso stretto consideri tutto il contesto digitale", ha dichiarato Antonello Busetto di Csit.

"Esiste una stretta connessione tra la tutela del diritto d'autore digitale e lo sviluppo della rete e un'infrastruttura efficiente è alla base del decollo del mercato dei contenuti legali, il cui business va ad impattare positivamente anche sugli investimenti nei nuovi network. Cosa che invece non garantiscono il peer to peer o il download illegali che sfruttano un bene prezioso quale è la banda". 

Fuorilegge al gabbio

"[…] Va sgombrato il campo da falsi ideologismi e si deve guardare ai fatti: la delibera Agcom rappresenta un modello equilibrato tra rispetto dei diritti degli utenti e salvaguardia del settore. In particolar modo, ci convince la possibilità di rimozione selettiva dei contenuti illegali da un sito (previo contraddittorio) e il blocco della piattaforma in caso di operatore non collaborativo, i cui server sono quasi sempre localizzati all'estero. Si tratta di interventi di minima necessari senza i quali si darebbe la stura al dilagare dell'illegalità", rilanciato Mazza di FIMI. 

"Ogni intervento che voglia dirsi efficace nel tempo deve partire dalla comprensione del reale impatto della pirateria: se si stima eccessivamente il fenomeno a monte, la contromisura a valle sarà sproporzionata. Il polso reale della situazione lo danno i numeri. I dati diffusi da agenzie governative, come quella olandese, dicono che chi scarica è spesso il miglior acquirente dei beni nei circuiti legali, con una tendenza al consumo più elevata della media; i numeri dicono pure che nel 2010 si è registrato il record assoluto di incasso nelle sale cinematografiche", ha ricordato Sarzana sulla questione industriale. 

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"Spiace dirlo, ma le posizioni espresse da Sarzana non favoriscono in alcun modo lo sviluppo dell'economia digitale. Ciò che lui dice fa invece agio a società come Google e Facebook che hanno interesse a che la Rete non sia regolata per trarne più ampi margini manovra e non dover giustificare il loro rifiuto di investire sulle infrastrutture", ha risposto Enzo Mazza di FIMI.

"I provvedimenti adottati in tema di copyright digitale e, più in generale, delle Rete, siano affetti da un vizio di fondo, ovvero quello di essere partiti e mutuati dal settore televisivo", ha aggiunto D'Angelo."Si è cioè pensato di adottare per Internet lo stesso modello regolatorio previsto per le televisioni, non tenendo conto che il Web per sua natura possiede una dimensione sociale e politica che altri media non hanno e che va protetta. Ecco perché credo sia fondamentale rivedere l'assetto normativo primario e portare in Parlamento tale questione". 

"Un sistema realmente funzionante che non si impantani tra l'altro in corsi e ri-corsi davanti al Tar e al Consiglio di Stato, come rischia di accadere a questo tipo di regolamentazione".

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Segnalo che Agoràdigitale dopo aver avviato la campagna contro la censura AGCOM ha organizzato per martedì 5 luglio "La notte della Rete" a Roma. Sono previsti dibattiti, incontri fra blogger e momenti di confronto fra professionisti del settore.