AIIP, i piccoli provider Internet sono preoccupati per la super rete TIM-Open Fiber: rischio monopolio e poca concorrenza

AIIP, l'Associazione Italiana Internet Provider, è preoccupata per il rischio che nasca una nuova società delle reti in fibra capace di monopolizzare il settore. La ventilata fusione degli asset TIM con Open Fiber a loro parere ridurrebbe la concorrenza.

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a cura di Dario D'Elia

AIIP
, l'associazione italiana che raccoglie 50 piccoli e medi Internet provider, è preoccupata per il rischio monopolio (per di più sussidiato) nel settore delle reti in fibra. La prospettiva di una "società della rete" frutto di una eventuale fusione tra gli asset di TIM e Open Fiber viene considerata come una "frettolosa creazione".

"L’ottimizzazione degli investimenti e le sinergie infrastrutturali sono auspicabili se realizzate promuovendo – anziché eliminando - la concorrenza infrastrutturale in un mercato aperto e competitivo", sostiene AIIP. "La creazione di un nuovo monopolio della rete, a seguito della fusione della rete di TIM con quella di Open Fiber senza garanzie di salvaguardia degli investimenti fatti da molte altre aziende, e senza valorizzare le economie di densità perseguibili da una rete aperta, darebbe un colpo mortale a operatori che hanno investito proprie risorse, creato lavoro e coperto molte aree a digital divide con reti a banda ultralarga in fibra ottica e wireless"

In effetti le PMI italiane nell'ultimo triennio sono state responsabili della realizzazione di 7.500 km di rete in fibra ottica capaci di raggiungere circa 1 milione di indirizzi civici.

"Un ritorno al monopolio è dannoso per il Paese, prima ancora che inaccettabile", ha sottolineato l'associazione. Non meno importante il tema dell'introduzione di meccanismi di remunerazione automatica degli investimenti sulla rete (RAB - regulatory asset base), che stando alle indiscrezioni stampa potrebbe essere uno degli elementi di novità del prossimo "decreto legge semplificazione". In pratica si parla di listini all'ingrosso imposti alla nuova società delle rete calcolati sulla base degli investimenti.

AIIP chiede quindi al Governo di non dar vita a un nuovo monopolista e che comunque il nuovo soggetto sia wholesale-only: insomma, venda solo all'ingrosso e non direttamente o indirettamente agli utenti, imprese e PA.

"Un nuovo monopolio sovvertirebbe la concorrenza nelle telecomunicazioni che ha prodotto una costante riduzione dei prezzi ed un miglioramento della qualità dei servizi, con aumenti di prezzo stabiliti per via regolamentare", prosegue la nota dell'AIIP. "Ridurre al ruolo di meri rivenditori quegli operatori che da oltre venti anni hanno investito risorse proprie sul territorio in concorrenza, formando un ecosistema di imprese che forniscono servizi di telecomunicazioni avanzati ed innovativi, oltre a creare gravi rischi occupazionali diretti ed indotti, affosserebbe la già lenta digitalizzazione del Paese".