Altroconsumo contro iTunes perché non vende ma noleggia

Altroconsumo ha denunciato Apple all'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato poiché ingannerebbe i clienti. Apple farebbe credere all'utente di stare comprando musica e film mentre in realtà si tratterebbe di un noleggio.

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a cura di Dario D'Elia

Altroconsumo ha nuovamente denunciato Apple all'AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) a causa di presunte violazioni rilevate su iTunes. Solo ieri si parlava di un esposto nei confronti di 3 Italia per l'offerta Super Internet dedicata all'iPad. Adesso invece, a quanto risulta al quotidiano La Repubblica, sarebbe giunto il momento della nota piattaforma musicale.

Se il caso di ieri poteva sembrare pretestuoso, quello di oggi potrebbe rientrare nella categoria dei dibattiti sui massimi sistemi. iTunes sarebbe responsabile di inganno nei confronti dei consumatori perché invece di vendere tracce musicali in verità le noleggia - poiché i diritti su di esse sono limitati. Insomma, ecco di nuovo in ballo la questione del possesso e delle sue implicazioni. Sotto accusa l'uso di un formato proprietario, le protezioni DRM, il cloud e lo streaming. La domanda è: se io sono proprietario dei file perché non posso liberamente lasciarli in eredità ai miei figli, passarli agli amici o rivenderli?

iTunes

"La richiesta è questa: verifichi l'Antitrust se, come io ritengo, il modo in cui Apple promuove iTunes store è ingannevole", ha spiegato Guido Scorza, avvocato IT che sta seguendo Altroconsumo. "Apple infatti fa credere all'utente di stare comprando musica e film (come se comprasse un CD o un DVD) mentre non è così, è in realtà un noleggio. Vogliamo ottenere che Apple sia costretta a spiegare bene all'utente che su iTunes store non compra musica e film ma li prende in licenza (a noleggio) e, quindi, può farne un uso molto limitato".

Ecco, che Apple spieghi al mondo perché il mercato della musica digitale funziona in questo modo. Che i dirigenti di Cupertino spieghino perché le lobby musicali tamburellano le nostre esistenze con DRM, mercati musicali regionali, problemi di licenza, etc.

"Se le leggi restano indietro nella disciplina di certe modalità di circolazione dei contenuti, tali dinamiche finiscono con l'essere regolamentate dalle condizioni generali di uso delle grandi piattaforme attraverso le quali i contenuti sono pubblicati e scambiati", ha aggiunto Scorza. "La conseguenza è la privatizzazione della disciplina della materia del copyright. Il consumatore ne esce indebolito e i grandi player rafforzati".

La mela matrigna

Considerazioni ampiamente condivisibili, ma non è chiaro per quale motivo si debba passare attraverso una denuncia nei confronti di un'azienda. Per altro Altroconsumo già nel 2007 depositò un altro esposto all'Antitrust nei confronti di Apple per il problema DRM. "Intendiamo così rivendicare il diritto a usufruire di un mercato della musica online senza barriere. Riteniamo che anche ai consumatori italiani debba essere riconosciuto il diritto di poter fare uso di qualsiasi lettore presente sul mercato per ascoltare la musica acquistata su iTunes", si leggeva nelle nota risalente a quel periodo.

"Siamo consci del fatto che il DRM di Apple non è affatto al momento il peggiore e il più invasivo, ma la posizione dominante di iTunes nel mercato nazionale della musica online lo rende attaccabile già sulla base della sola normativa antitrust. D'altra parte, riteniamo anche che, proprio per la sua posizione leader in questo mercato, se Apple - come auspichiamo - rivedesse la sua tecnologia verso forme di DRM aperte e più vicine alle esigenze dei consumatori sarebbe un ottimo segnale che potrebbe fare da traino per tutti gli altri operatori e per le major".

Peace!

Cattiva Apple, cattivo DRM. Meno male che ai tempi scese in campo un "attivista" al fianco di Altroconsumo. "Immaginate un mondo in cui ogni music store vende musica libera da DRM, in formati aperti. In un mondo del genere, ogni dispositivo potrà suonare la musica acquistata su qualunque negozio, ed ognuno di questi potrà vendere musica ascoltabile su tutti i dispositivi. Questa ovviamente è la migliore alternativa per gli utenti. Se le quattro grandi compagnie decidessero di licenziare la musica ad Apple senza richiedere DRM, venderemmo musica libera su iTunes. Che sarebbe compatibile da subito con tutti gli iPod". Firmato Steve Jobs, 6 febbraio 2007 (Thoughts on music).

Scegliersi meglio nemici e alleati, no eh?

Ora, mettendo da parte per un attimo l'ironia è senza dubbio vero che il concetto di possesso in ambito digitale si stia lentamente svuotando. E anche che il fenomeno andrebbe controllato con leggi adeguate. Però nessuno può negare che "l'era dell'accesso" (Jeremy Rifkin) porti dei vantaggi. Insomma il dibattito non è scontato: il possesso di un contenuto digitale oggi è un concetto con implicazioni diverse rispetto a 20/30 anni fa. Lo stesso mercato, virato verso il basso, condiziona ogni strategia.

Un contenuto digitale non è un CD, una musicassetta o un disco. È lecito pensare quindi che i diritti possano maturarsi anche in relazione alla natura del media; non tenerne conto è una leggerezza. Nulla è scontato. Neanche il pensare che di un bene acquistato si possa fare tutto ciò che si vuole.