Un cambiamento significativo sta attraversando il panorama dei motori di ricerca, lontano dai riflettori mediatici ma ben visibile nei dati analitici. Mentre Google mantiene ancora una posizione dominante, Microsoft Bing ha progressivamente raddoppiato la sua presenza nel mercato della ricerca desktop negli ultimi cinque anni. Da un modesto 6,14% nel 2020 a un notevole 12,21% a marzo 2025, Bing è passato dall'elaborare una ricerca su sedici a una su otto. Questa trasformazione solleva interrogativi non solo sulle strategie di Microsoft, ma anche sulla qualità decrescente dell'esperienza di ricerca offerta da Google.
I dati analizzati provengono dalle statistiche di StatCounter, elaborate da Statista e approfondite da Windows Latest. Considerando che queste metriche si basano su oltre 10 miliardi di visualizzazioni di pagina mensili, emerge un quadro significativo dell'evoluzione del mercato. È importante sottolineare che questa analisi si concentra esclusivamente sul settore desktop, escludendo il traffico mobile e tablet dove Google mantiene un dominio quasi incontrastato.
Parallelamente alla crescita di Bing, Google ha visto la sua quota di mercato desktop scendere dall'87% di gennaio 2020 al 79,10% di marzo 2025, con una perdita complessiva di 8 punti percentuali in cinque anni. Un calo che, seppur graduale, rappresenta un segnale significativo in un mercato tradizionalmente monolitico.
Due balzi decisivi nella storia recente di Bing
Analizzando l'evoluzione anno per anno, emergono due momenti di accelerazione particolarmente significativi per Bing. Il primo si è verificato nel 2022, con un aumento del 2,20% rispetto all'anno precedente, portando la quota media annuale a 8,65%. Dopo un 2023 di stabilizzazione, il secondo balzo è arrivato nel 2024 con un ulteriore incremento del 2,65%, spingendo la presenza di Bing all'11,32% del mercato.
Questi due "surge" coincidono con precise strategie messe in campo da Microsoft: l'intensificazione delle pubblicità di Bing all'interno di Edge e Windows 11, e successivamente l'integrazione di Copilot, l'assistente AI dell'azienda. La crescita di Bing non sembra essere stata intaccata dall'avvento di ChatGPT, suggerendo che gli utenti percepiscono i due servizi come complementari piuttosto che alternativi.
Un elemento particolarmente interessante emerge dai test comparativi condotti da Windows Latest tra i due motori di ricerca. Su 100 query quotidiane suddivise in cinque categorie (assistenza tecnica, notizie dell'ultimo minuto, shopping online, servizi locali e curiosità varie), Bing ha fornito risultati migliori in ben 80 casi. Il motore di Microsoft sembra offrire risposte più accurate e una maggiore diversità di fonti, inclusi editori indipendenti.
Questo miglioramento qualitativo, combinato con l'integrazione di Copilot, rappresenta verosimilmente la chiave del successo crescente di Bing. Gli utenti, infatti, sembrano apprezzare sempre più l'accuratezza dei risultati e la rilevanza delle fonti proposte, specialmente in un contesto dove Google è sempre più criticato per la presenza di siti spam nei suoi risultati.
Microsoft non si è limitata a migliorare il proprio prodotto, ma ha adottato strategie aggressive per promuoverlo. Tra queste, l'implementazione di pop-up a schermo intero per invitare gli utenti di Chrome a provare Bing e Copilot, e tecniche più controverse come lo "spoofing" dell'interfaccia di Google. Quest'ultima pratica consiste nel presentare risultati Bing con un'interfaccia grafica che ricorda quella di Google quando gli utenti cercano "Google" nella barra degli indirizzi di Edge.
Sebbene tali pratiche possano sollevare questioni etiche, va notato che rimangono meno invasive rispetto all'ecosistema integrato di Google, dove ogni prodotto dell'azienda indirizza naturalmente gli utenti verso il suo motore di ricerca. La differenza fondamentale sta nel fatto che l'integrazione di Google è così capillare da risultare quasi invisibile agli utenti.
Nel contesto mobile e tablet, tuttavia, lo scenario cambia drasticamente. Considerando tutte le piattaforme, Bing detiene appena il 3,88% del mercato complessivo, mentre Google domina con l'89,66%. Questo divario è largamente dovuto agli accordi che Google stringe con produttori come Apple e Samsung per essere il motore di ricerca predefinito sui loro dispositivi – una pratica attualmente sotto indagine antitrust negli Stati Uniti.
Nonostante i progressi, Bing rimane ancora lontano dal rappresentare una minaccia esistenziale per Google. Per conquistare una fetta significativa del mercato globale, Microsoft dovrebbe compiere passi straordinari, specialmente nel settore mobile. Tuttavia, la tendenza attuale dimostra che la qualità dei risultati e l'innovazione nell'esperienza di ricerca possono effettivamente erodere anche le posizioni più consolidate.
La battaglia tra i motori di ricerca è tutt'altro che conclusa e, mentre Google mantiene un vantaggio considerevole, i dati mostrano chiaramente che nessun monopolio è invulnerabile quando gli utenti iniziano a percepire alternative valide e qualitativamente superiori. Quella che stiamo osservando potrebbe essere l'inizio di una trasformazione più profonda nel modo in cui accediamo alle informazioni online.
Chi razzo usa quel penoso motore di ricerca volontariamente?
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