Anonymous colpisce la Polizia Italiana e ruba 1,3 GB di dati

Anonymous ha sottratto molte informazioni dal server della Polizia Italiana. A un primo sguardo non sembrano dati compromettenti, ma forse qualcosa non ha funzionato nella sicurezza così come la protezione della privacy di molte persone.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Anonymous ha violato i server della Polizia Italiana e sottratto migliaia di file, alcuni riservati. Il gruppo di hacktivisti ne ha dato notizia tramite la pagina di Operation Payback Italy su Facebook, specificando che i dati sottratti ammontano a circa 1,3 gigabyte.

"Da settimane ci divertiamo a curiosare nei vostri server, nelle vostre e-mail, i vostri portali, documenti, verbali e molto altro. Siamo in possesso di una notevole mole di materiale: ad esempio documenti sui sistemi di intercettazioni, tabulati, microspie di ultima generazione, attività sotto copertura; file riguardanti i Notav e i dissidenti; varie circolari ma anche numerose mail, alcune delle quali dimostrano la vostra disonestà", spiega il gruppo sul social network.

Anonymous sfida la Polizia Italiana

"Il livello di sicurezza dei vostri sistemi è davvero scadente, e noi ne approfittiamo per prenderci la nostra vendetta. Is there any problem, Officer?", è la conclusione sprezzante. Come di consueto il gruppo ha reso pubblici i dati sottratti, e chiunque li può scaricare ed esaminare alla ricerca di notizie rilevanti. Qualcuno si è già cimentato nell'opera, come Giorgio Sturlese Tosi di Panorama, affermando però di non aver trovato nulla d'importante, ma anzi molti documenti inutili e facilmente reperibili altrove.

In ogni caso il campione messo a disposizione da Anonymous pesa "solo" 62 MB circa, per un totale di 86 file, e forse il gruppo si è premurato di lasciare le informazioni più rilevanti nel pacchetto più grande che nessuno ha certamente avuto ancora il tempo di esaminare a fondo.  

Tra i documenti si trovano manuali di formazione, verbali, identikit, schermate di posta elettronica, buste paga, modelli CUD, un dossier sui "noTAV". Dati che non sembrano d'importanza vitale, ma che tuttavia sono più che sufficienti a dimostrare che la violazione c'è stata. E allora è lecito chiedersi quanto siano effettivamente solide le difese digitali della Polizia e delle altre istituzioni nazionali.

Anonymous verso PS - Clicca per ingrandire

Quanto sarebbe facile sottrarre informazioni all'Agenzia delle Entrate, all'INPS, all'INAIL o a un ministero? E che cosa potrebbe fare Anonymous con le informazioni rubate? Si può dare quasi per certo che a breve la Polizia di Stato rilascerà un comunicato ufficiale per commentare l'accaduto, ma per il momento si sa solo che si stanno verificando i documenti pubblicati, come ha detto un portavoce del Viminale a Reuters. Speriamo che ci sia la massima trasparenza nelle informazioni, a differenza di quanto accaduto qualche settimana fa con dati sottratti da Anonymous all'FBI. Per ora abbiamo le dichiarazioni di Anonymous, e vedremo se saranno confutate o confermate nelle prossime ore - i dati in questione dopotutto potrebbero venire anche da altre fonti, e non dai server e dai computer della PS. 

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L'unica cosa certa è la violazione della privacy delle persone i cui nomi appaiono nei documenti. Tanti rappresentanti della PS, ma anche persone che hanno sporto denunce pericolose contando sulla riservatezza. Una questione che in qualche modo rimanda al discorso nato con Wikileaks: la diffusione d'informazioni riservate mette a rischio la sicurezza delle persone coinvolte, ma in che misura? E ancora, è un adeguato prezzo per la libertà d'informazione?