Antitrust: Telecom Italia rischia una multa miliardaria

L'Antitrust ha un corposo fascicolo sulla condotta di Telecom Italia riguardante il mercato della telefonia fissa e broadband. Si presume un abuso di natura escludente: tra il 2009 e il 2011 l'azienda avrebbe rifiutato il passaggio alla concorrenza di ben 5 milioni di utenze.

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a cura di Dario D'Elia

L'Antitrust ha completato l'istruttoria a carico di Telecom Italia per presunti abusi sul mercato della telefonia residenziale e broadband. Reuters, La Stampa e Il Sole 24 Ore oggi anticipano i contenuti del documento di accusa che consta in ben 130 pagine. L'AGCM sostiene che l'azione dell'ex monopolista avrebbe rallentato "il processo di crescita dei concorrenti nei mercati dei servizi di telefonia vocale e di accesso a Internet a banda larga". I dettagli probabilmente saranno svelati nell'audizione del prossimo Consiglio dell'Antitrust previsto entro il 17 gennaio.

In ogni caso, secondo le carte, tutto avrebbe a che fare con quel vecchio procedimento (codificato A428) avviato nel 2010 su indicazione di Fastweb e Wind - e completato da Vodafone, Fastweb, BT Italia, Colt, Wind, Siportal Teleunit, Telepiù nonché l'associazione dei provider. Ai tempi i due operatori avevano denunciato il gran numero di rifiuti di attivazioni all'ingrosso e i maxi-sconti applicati da Telecom alla clientela business. Tra il 2009 e il 2011 l'ex-monopolista avrebbe commesso, secondo l'accusa, "un abuso di natura escludente [...] con l'effetto di rallentare il processo di crescita dei concorrenti".

Tutti a casa (Luigi Comencini - 1960)

In pratica milioni di italiani pur avendo richiesto un regolare passaggio ad altro operatore sarebbero costretti a rimanere con l'ex monopolista per presunte motivazioni tecniche o altri impedimenti. I dati sono impressionanti, poiché secondo l'Antitrust l'azienda avrebbe rifiutato il passaggio alla concorrenza di ben 5 milioni di utenze su un totale di 10/15 milioni di richieste. Insomma, nell'ipotesi migliore più del 30% dei passaggi pare non essere andato a buon fine.

Complessivamente infatti "in un numero non trascurabile di casi le richieste dei gestori alternativi si sono concluse con la mancata attivazione dei servizi wholesale (15-20% delle richieste di accesso per la fornitura di servizi telefonici e in oltre il 20% delle richieste per accesso a internet a banda larga)".

Come se non bastasse uno dei segmenti più strategici, come quello business, sarebbe stato viziato da una politica commerciale troppo aggressiva. I prezzi all'ingrosso applicati da Telecom Italia non avrebbero consentito agli operatori alternativi di sbarcare sul mercato con prodotti dai listini competitivi.

Marco Patuano - AD Telecom

A questo punto Telecom Italia ha 30 giorni per sottoporre all'AGCM una memoria difensiva. "Stiamo studiando attentamente il corposo dossier dell'Antitrust. Peraltro si tratta di una materia già puntualmente regolamentata dall'Autorità di settore in base alle direttive europee. Confidiamo nell'accoglimento delle nostre tesi nel corso del completamento dell'iter istruttorio", ha risposto Telecom Italia a Il Sole 24 Ore.

A questo giro se Telecom Italia dovesse essere ritenuta completamente colpevole potrebbe rischiare una sanzione massima calcolata sul 10% del fatturato per ogni anno di irregolarità - articolo 102 del trattato Europeo. Considerato il triennio in questione potrebbe trattarsi di una cifra prossima ai 3 miliardi di euro.

Secondo gli esperti si giungerà probabilmente a un compromesso, soprattutto considerando che l'incumbent deve presentare all'Antitrust una serie di nuovi impegni per favorire l'apertura del mercato.