Azoto liquido - qualche informazioni in più

Volete sapere quanto saranno veloci i sistemi del prossimo futuro? Overcloccate quelli odierni! La medicina migliore per combattere il calore generato dai componenti sotto stress è una bella cura di azoto liquido. Si tratta di un materiale da trattare “con i guanti” e che deve essere gestito da personale qualificato. Mettetevi il cappotto pesante e leggete il resoconto del primo esperimento informatico con azoto liquido in Italia! Non mancano record e sorprese.

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a cura di Roberto Buonanno

CEO

Azoto liquido - qualche informazioni in più

Prima di procedere con la descrizione dell’esperimento occorre sapere qualcosa in più sull’azoto:

L’azoto liquido è inerte, inodore e incolore, e si mantiene a una temperatura di -196°C. Il contatto accidentale con l’azoto o con il gas da esso sviluppato può provocare ustioni anche di rilevante entità. L’azoto liquido va utilizzato e stoccato in locali aperti e areati, in locali chiusi e privi di ventilazione può ridurre la concentrazione d’ossigeno sino a causare la perdita di conoscenza.

Il contenitore idoneo si chiama Dewar, ne esistono di vari formati e capienza, nel nostro caso ne avevamo di 2 tipi, uno da 30 Kg e uno da 4 Kg. Effettuavamo dei travasi periodici dal contenitore più grande al più piccolo, e da questo allo spillatore, come riportato nella seguente immagine:

È bene precisare che le precauzioni prese sono state sufficienti affinché potessimo lavorare per parecchie ore senza alcun tipo di incidente, ovvero:

  • Una sola persona addetta al travaso e alla spillatura;
  • Guanti per materiale criogenico;
  • Scarpe antinfortunistiche;
  • Massima concentrazione e serietà.

Tornando alla nostra esperienza, ci eravamo documentati sugli esperimenti portati a termine all’estero, soprattutto in Giappone e in America. In quasi tutti i casi veniva data scarsa importanza alla coibentazione di scheda madre e vga; come azotoblock veniva utilizzato solitamente un contenitore in rame ricavato dal pieno o saldato a tig. Per quanto riguarda l’hardware utilizzato, il più delle volte non veniva riportato se questo - dopo l’esperimento - fosse ancora funzionante.