Batterie al metallo liquido, energia da vendere

Il MIT al lavoro su una tecnologia per realizzare batterie con metalli liquidi, in grado di accumulare maggiore energia rispetto alle soluzioni tradizionali. Potrebbero essere utili in ambito domestico.

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a cura di Manolo De Agostini

Il MIT è sempre alla ricerca di nuove tecnologie in grado di migliorare la vita di tutti giorni (possibilmente salvaguardando l'ambiente). L'istituto ha reso noto di essere al lavoro su un metodo per progettare batterie costituite interamente di metallo liquido e capaci di immagazzinare grandi quantità di energia.

Al momento si parla di una tecnologia applicabile a grandi batterie, per intenderci batterie per la conservazione dell'energia all'interno di impianti eolici o a celle solari (o negli ospedali, come energia ausiliaria), ma la tecnologia è comunque interessante, perché non è detto che in futuro potrebbero nascere derivati in scala per usi domestici.

"Dato che queste batterie non dovrebbero finire nelle macchine o mani di qualcuno, non dobbiamo rendere a prova d'impatto, o d'idiota e non devono operare alla temperatura corporea".

Nella batteria non ci sono elementi fisici, bensì parti come l'anodo, il catodo e la membrana della batteria sono tutti in forma liquida. La composizione dei metalli liquidi della batteria, attualmente, non è stata rivelata, anche se i ricercatori stanno facendo alcune prove.

La batteria dovrà essere contenuta in acciaio inossidabile e, per mantenere i metalli in forma liquida, dovrà essere portata alla temperatura di 500 gradi. La dimensione della batteria non è stata determinata, anche se i ricercatori hanno affermato che è possibile applicare la tecnologia a diversi fattori di forma. Ad esempio, potrebbe essere possibile realizzare una batteria in grado accumulare la carica proveniente da pannelli fotovoltaici sopra il tetto delle nostre case e rilasciarla solo quando richiesta. In questo modo avremmo energia pulita quando più ci serve. 

Certamente per il MIT ci sono ancora delle grandi sfide per arrivare a una soluzione commerciale della nuova tecnologia, infatti i ricercatori credono che sarà necessario un lavoro di svariati anni prima di ottenere qualcosa di concreto.