Ergonomia e impressioni d'uso

Recensione - Test della Canon EOS 6D, la reflex nata per portare i vantaggi del full-frame a una fascia di pubblico più vasta di quanto visto finora. Un pubblico rigorosamente non professionale.

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a cura di Tom's Hardware

Ergonomia e impressioni d'uso

La EOS 6D è una fotocamera che può essere usata a diversi livelli. Da un lato, a fianco delle classiche modalità PASM offre anche modalità semplificate come la CA, che mira a offrire lo steso controllo sull'immagine evitando terminologia specialistica. Dall'altro, ripropone alcune delle funzioni avanzate tipiche dei corpi di fascia superiore e tecnologie introdotte con la Mark III.

Ritroviamo anche sulla 6D, ad esempio, la funzione HDR personalizzabile (anche se qui, a differenza della Mark III, non vengono registrati i fotogrammi originali), la selezione del punto AF dipendente dall'orientamento e l'esposizione multipla, con cui ogni appassionato potrà divertirsi.

Disponibile la livella elettronica, anche in questo caso leggermente depotenziata (un solo asse contro i due della Mark III) ma ampiamente sufficiente per qualsiasi scatto che non sia la fotografia di architettura. Non mancano poi, ovviamente, le funzionalità video che hanno reso famose le 5D: Full-HD a 24, 25 o 30 fps, HD 720p fino a 50 o 60 fps.

Tutto può essere sfruttato con estrema semplicità: della EOS 6D sorprende positivamente, soprattutto, la qualità ottenibile affidandosi generosamente agli automatismi; ciò è vero, in particolare, per quanto riguarda il video, che può essere tranquillamente girato in modalità full-auto con ottimi risultati, ma anche nel caso di foto l'ampio range di sensibilità realmente utilizzabile ci ha consentito di lavorare proficuamente in Auto-ISO (cosa che solitamente non accade).   

Abbiamo molto apprezzato anche la connettività Wi-Fi, che oltre a essere usata a scopo di condivisione può fungere da comando remoto in unione a un dispositivo iOS o Android. Di nuovo, con estrema semplicità e senza dover acquistare accessori esterni. A nostro avviso risulta meno utile la presenza del GPS, ma valgono qui le stesse considerazioni di fondo fatte a proposito del Wi-Fi: l'integrazione rende la funzione pratica e semplice.   

La reattività della fotocamera è molto buona, e anche per questo la EOS 6D si impugna e usa con piacere. Ottima la luminosità del mirino - chi proviene da una APS-C non potrà che apprezzarlo. Le prestazioni complessive sono più che adeguate a una fotocamera che non nasce per utilizzo sportivo; i 4,5 fps non sono in effetti un vero limite nella fotografia di ritratto.

Veniamo ora ai lati negativi, che sono essenzialmente due: AF e PAD posteriore che ha preso il posto del Joystick multicontroller. Quest'ultimo è, semplicemente, scomodo da usare a causa della sua posizione abbassata ed è impreciso nella selezione. Non c'è altro da aggiungere, si tratta di un passo indietro.

La questione AF è, invece, più controversa. L'autofocus è in effetti molto sensibile, ed è capace di agganciare il soggetto anche con pochissima luce - forse la migliore EOS in assoluto da questo punto di vista. La presenza di un solo punto a croce (quello centrale) rende però meno sicuro l'aggancio dei soggetti a basso contrasto. Quello che si deve fare, con la 6D, è quindi andare a cercare il punto giusto sul soggetto, il che è esattamente quanto siamo stati tutti abituati a fare finora con i corpi non EOS-1. Dopo aver provato la Mark III, però, questo lascia un attimo spiazzati.