Impressioni d'uso

Recensione – Test EOS 760D. Il noto sensore CMOS APS-C da 18 Mpixel lascia il posto ad uno completamente nuovo da oltre 24 Mpixel, montato anche sulla 750D e sulla EOS 3M. Ma non è questo il solo particolare tecnico che rende la nuova proposta del costruttore giapponese una delle più interessanti nella sua fascia di prezzo…

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a cura di Tom's Hardware

Impressioni d'uso

La EOS 760D è una reflex che convince già dal primo momento. Piacevole nel design, ben realizzata, colpisce soprattutto per l'ottima ergonomia. Anni di affinamenti su questa linea di prodotti si traducono in un oggetto realmente pensato in funzione alle esigenze del fotografo. Ogni comando è esattamente là dove ci si aspetta di trovarlo, correttamente dimensionato per un utilizzo rapido e senza incertezze. Alcune fotocamere di costo maggiore offrono, nell'azionamento, un maggior feeling, ma non dimentichiamo la fascia di prezzo cui appartiene la neonata Canon, il cui corpo si può acquistare on line per poco più di 650 Euro.

Canon EOS 760D 034

La combinazione fra il numero e il tipo di funzioni attivabili direttamente senza dover passare dai menu è un buon compromesso in relazione al tipo di utente cui è destinata. Ci sono concorrenti che offrono tasti personalizzabili dedicati (Fn), qui mancanti, anche se in realtà il menu custom permette di assegnare ad alcuni di essi determinate "varianti" (tipo al tasto SET) delle funzioni normalmente assegnate. Alla fine, le possibilità di personalizzazione sono 14.

La ghiera dei modi offre oltre alla zona creativa (M, Av, Tv, P) la modalità SmartAuto, quella in cui la macchina sceglie automaticamente la messa a fuoco, il picture style, l'esposizione ecc. mediante il riconoscimento automatico della scena. Oltre a questa, ci sono i programmi specifici per ritratti, paesaggi, sport e macrofotografia + il modo SCN, cioè Scene. Quest'ultimo offre poche possibilità di scelta. Siamo tutti d'accordo che troppe generano confusione, ma nel caso della 760D abbiamo soltanto: Bambini, Food, Lume di candela, Ritratto notte, Notturno senza treppiede e Controllo retroilluminazione HDR. Non mancano i filtri creativi: Art marcato, Acquerello, B/N granuloso, Effetto flou, Effetto foto giocattolo, Effetto miniatura, Effetto fish-eye.

Il mirino troppo piccolo è sempre stato uno dei punti deboli di questa serie di fotocamere. Tuttavia, quello della 760D non delude affatto; offre una copertura di circa il 95% e un ingrandimento di 0,82 x, con un eyepoint pari a 19 mm, un valore non particolarmente elevato ma che evita di tenere l'occhio proprio appiccicato al mirino per vedere tutto il campo inquadrato. L'aspetto più interessante è dato dalla combinazione con un LCD trasparente, in modo che le informazioni AF e la griglia possano essere sovrapposte sullo schermo, così come la piccola livella elettronica in basso a sinistra, più semplice ed immediata di quella implementata dalla EOS 7D che sfruttava i punti AF per fornire la relativa indicazione.

Ottimo il monitor posteriore 3:2 Clear View II da 1.040.000 pixel, ben visibile anche in condizioni di forte illuminazione diretta e da ampie angolazioni (circa 170°). Il display di anteprima in formato multiplo aiuta a visualizzare i risultati prima di scattare, potendo decidere se utilizzare 1:1, 4:3; 3:2 e 16:9.

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Il comando touch è estremamente sensibile e preciso, una vera manna soprattutto nell'utilizzo video quando si può decidere che cosa mettere a fuoco semplicemente toccando il soggetto e potendo contare su una transizione graduale e progressiva dei punti di fuoco, soprattutto se si utilizza un obiettivo STM, progettato allo scopo.

A livello di versatilità è difficile chiedere di più, poiché si va già oltre a quelle che possono essere le necessità dell'amatore, anche evoluto.

La macchina è completa, sebbene l'utilissima micro-regolazione dell'AF non ci sarebbe dispiaciuta. Canon ha lasciato, forse giustamente, questa possibilità alle reflex di fascia più alta, altrimenti le differenze con la 70D si sarebbero ulteriormente assottigliate, perlomeno a livello di funzionalità.

La macchina, nell'utilizzo pratico, è apparsa veloce e soprattutto intuitiva nei comandi. Lo shutter lag è nell'ordine di 0,2 sec. con un ritardo del solo otturatore inferiore a 0,05 sec., quindi di fatto non percepibile. Ciò che più impressiona è però la velocità in Live View, che diminuisce sensibilmente (da 1 a 2 sec.) quando la luce è scarsa, poiché l'illuminatore IR non entra in funzione.

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Veloce e affidabile in condizioni di scarsa illuminazione anche l'autofocus e soprattutto molto progressivo e graduale nella ripresa dei video, dove utilizzando le già citate ottiche STM oltretutto non si avverte il rumore del motore: cosa non vera per gli obiettivi USM. Peccato soltanto che non sia possibile spostare direttamente il punto AF senza aver prima premuto il relativo pulsante.

Il flash incorporato TTL ha un numero guida pari a 12 a ISO 100, quindi non è potentissimo, ma copre un angolo di campo equivalente a quello di un obiettivo da 28 mm, ha un tempo di ricarica di circa 3 secondi e un sincro X di 1/200 sec. Offre un'esposizione sempre equilibrata e ampie possibilità di regolazione, che si estendono quando si utilizza un lampeggiatore esterno. Può fungere da unità principale per la serie Canon EX, con Speedlite esterni che lavorano da unità secondarie wireless.  

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Comparazione fra la medesima foto effettuata senza flash (sinistra) e con flash interno attivato. Soggetto centrato. Programma P. Misurazione valutativa.

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Come prima ma con soggetto decentrato. L'esposizione è sempre corretta e bilanciata.

La qualità d'immagine di cui è capace la fotocamera è notevole, ma ovviamente - a parte il rumore e la dinamica del sensore - dipende per la maggior parte da quelle degli obiettivi. Utilizzando gli originali Canon, il processore DIGIC 6 è in grado di correggerne i difetti (in JPEG) per cui anche uno zoom all in one come il 18-135 mm STM, già buono di suo, è in grado di fornire prestazioni elevate. Qualche riserva invece l'abbiamo notata, stranamente, utilizzando ottiche specificamente pensate per macchine FF su sensore APS-C. Qualche esempio? Il 28 mm f/2.8 IS USM è un grandangolo di una nitidezza sorprendente sulla 6D, che diventa un 45 mm sulla 760D ma a TA non rende allo stesso modo. Idem per il ben noto 24-105 mm IS USM L. Il Sigma 105 macro OS, al contrario, è davvero spettacolare anche sulla 760D.

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Un obiettivo come il Sigma 105 mm F2.8 EX DG OS HSM Macro, montato sulla EOS 760D, permette di trasformarsi in un medio tele da circa 170 mm ideale per la fotografia di fiori, insetti o altri piccoli animali a debita distanza.

Di pari livello la qualità dei filmati grazie alla messa a fuoco automatica progressiva e fluida offerta dal sistema  Hybrid CMOS AFIII e alla piena possibilità di controllo manuale (inclusa la compensazione dell'esposizione durante la ripresa). Il controllo touch rende ancor più piacevole e veloce l'utilizzo della camera nei movie, quando l'occhio è già staccato dal mirino dovendo operare in Live View.

A fronte di tante caratteristiche positive, un lato debole è purtroppo rappresentato dalla scarsa durata della batteria. Il costruttore dichiara circa 400 scatti, ma ne abbiamo rilavati nella pratica molti meno. Con la batteria che ci è stata fornita in dotazione, presumibilmente difettosa, la spia rossa della batteria ha iniziato a lampeggiare dopo 130 scatti e 4 brevi filmati! E' soprattutto durante il funzionamento in Live View o la ripresa di filmati che si ha il consumo maggiore. Consigliamo vivamente di dotarsi di una batteria di riserva LP-E17.