Class action contro Facebook: traccia ancora gli utenti

Facebook dovrà fronteggiare una class action per violazione della privacy e delle leggi federali sulle intercettazioni. Tutta colpa dei tracking cookie, che non vanno proprio giù ai clienti a stelle e strisce. Intanto anche per Twitter si prospettano guai: ha venduto un pacchetto di tweet a un'azienda che li rivenderà per motivi di marketing.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Si prospetta una nuova class action per Facebook, che secondo un gruppo di utenti statunitensi avrebbe violato le leggi federali sulle intercettazioni con i tracking cookie. Per lo stesso motivo erano già state avviate cause legali in diversi Stati, fra cui Kansas, Kentucky, Louisiana e Mississippi, ma nessuna ha il potenziale mediatico e finanziario di un'azione legale di classe a livello nazionale, a poche settimana dalla quotazione in borsa.

Class action contro Facebook

A collezionare le adesioni sono stati gli studi legali Murphy PA e Girard Gibbs, che hanno depositato la richiesta presso la corte distrettuale del nord California, accusando Facebook di continuare a ignorare le preoccupazioni degli utenti rispetto ai suoi tracking cookie, in palese violazione alla legge federale Wiretap. Facebook è stato accusato più volte di utilizzare i cookie per tracciare gli utenti anche dopo il logout dal servizio, per due volte aveva negato ogni addebito, in altrettanti casi aveva assicurato di avere risolto il problema. 

A quanto pare però le cose non stanno così e le denunce continuano a fioccare. Gli agguerriti clienti a stelle e strisce reputano che l'azienda di Menlo Park stia continuando imperterrita a registrare le attività dei propri clienti anche dopo che hanno effettuato il logout dal social network. Per dare maggiore valore alla class action hanno tirato in ballo, oltre alla Wiretap, anche il California Internet Privacy Requirements Act sulla tutela della privacy e la legge California Unfair Competition sulla concorrenza sleale. Come fa notare ZDnet, infatti, nei precedenti casi le denunce contro Facebook erano state rigettate dal giudice in quanto i cookie del browser non sono considerati intercettazioni.

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Nonostante questo inconveniente gli avvocati dell'accusa sono combattivi più che mai: William Murphy Jr., socio fondatore di Murphy PA, ha dichiarato in un comunicato che "i giorni in cui i fornitori di servizi online possono calpestare il diritto alla privacy dei loro clienti sono finiti". Facebook si è limitata a rispondere tramite un portavoce che "le denunce sono prive di fondamento e le combatteremo con forza".

Twitter avrebbe venduto un pacchetto di tweet a un'agenzia di analisi di mercato

Nell'attesa di sapere come andrà a finire si sta prospettando un altro caso di violazione della privacy destinato ad avere grande eco: secondo il quotidiano online Daily Mail Twitter avrebbe venduto un pacchetto di tweet a DataSift, un'azienda di analisi di mercato che ha da poco messo in commercio un prodotto battezzato "Historics DataSift". Le aziende che vi avranno accesso potranno usare i tweet per estrarre informazioni sui marchi di tendenza, sui mercati finanziari e sull'orientamento dell'opinione pubblica, da usare poi a fini di marketing.

Il fatto che il pacchetto di tweet in questione risalga a due anni fa poco importa, si tratta pur sempre di informazioni manipolate per scopi che non erano stati autorizzati. DataSift ha però precisato che sarà messa mano solo ai tweet online, quindi se gli utenti cancellano i loro cinguettii non saranno più accessibili nemmeno dagli archivi DataSift. Speriamo.