Commissione UE: nessun divieto 5G per Huawei, ma solo una raccomandazione

La Commissione UE probabilmente domani pubblicherà una raccomandazione per stimolare la condivisione di informazioni sulla cybersicurezzza delle reti 5G.

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a cura di Dario D'Elia

La Commissione UE non ha alcuna intenzione, per ora, di vietare l'impiego della apparecchiature 5G di Huawei ma domani pubblicherà una raccomandazione per stimolare la condivisione di informazioni e dati sulla cybersicurezza delle reti  mobili di prossima generazione.

Più fonti autorevoli hanno confermato a Reuters che il Commissario per il Digital Single Market Andrus Ansip domani farà un annuncio in tal senso. In questa fase si parla ancora di un'indicazione di orientamento, senza obbligo di recepimento da parte degli Stati membri. Però è anche vero che di solito le raccomandazioni vengono accolte e in alcuni casi diventano preludio per la formulazione di norme. A distanza di pochi mesi dalle elezioni europee però è quasi scontato che il tema verrà affrontato nuovamente (e definitivamente) non prima della prossima estate.

Le linee guida di condivisione dati sono stabilite dalla Direttiva UE sulla cybersicurezza (NIS), approvata nel 2016 e recepita in Italia il 26 giugno 2018. Consentirebbe ad esempio di scambiare informazioni e coordinare studi sui rischi per la sicurezza delle apparecchiature 5G, nonché valutare l'impatto di eventuali certificazioni.

Insomma, Bruxelles ha deciso di puntare un faro sulla questione che al netto delle preoccupazioni di Washington forse è stata sottovalutata, sebbene i fornitori cinesi Huawei e ZTE ormai controllino il 37% del mercato mondiale (Fonte: Dell'Oro Group). Lo stesso presidente Emmanuel Macron, la scorsa settimana, ha parlato di un "risveglio europeo" sui rischi del potenziale dominio cinese.

In Europa comunque sia gli operatori che i governi hanno iniziato a occuparsi del caso Huawei con maggiore cautela rispetto agli Stati Uniti, Australia, Nuova Zelanda e altri paesi.

In Italia, il recente accordo con la Cina ha escluso dai documenti i temi più scottanti. Massima collaborazione insomma su "connettività infrastrutturale, compresi aspetti quali le modalità di finanziamento, l’interoperabilità e la logistica, in settori di reciproco interesse (quali strade, ferrovie, ponti, aviazione civile, porti, energia – incluse le energie rinnovabili e il gas naturale – e telecomunicazioni)", ma per la 5G tutto è sospeso. Si attende infatti la pubblicazione nei prossimi giorni in Gazzetta Ufficiale del rafforzamento della norma sulla Golden Share presente nel Decreto Brexit. I dettagli chiave non sono stati diffusi ma si parla di un potenziamento dei poteri dello Stato nei settori strategici non solo in relazione alle composizioni societarie – come adesso – ma anche ad appalti e forniture commerciali legati alle infrastrutture TLC.