Cyber-difesa italiana debole: pochi fondi e politici emotivi

L'ultimo rapporto "Cyber-security: The vexed question of global rules" realizzato da Security and Defence Agenda con i dati McAfee conferma la cyber-debolezza italiana. Siamo al pari di Russia, Polonia e Cina. Al solito svettano gli scandinavi e Israele.

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a cura di Dario D'Elia

La cyber-difesa dell'Italia è debole: secondo l'ultimo rapporto di McAfee siamo alla pari di Cina, Russia e Polonia. Il think tank "Security and Defence Agenda", che ha commissionato l'indagine, ha potuto costatare che specialisti ed esperti di tutto il mondo hanno un quadro chiaro del cyber-scenario mondiale. 

Finlandia, Svezia e Israele sono al top, quanto a capacità di reazione in caso di cyber-attacchi. Hanno anche loro qualche punto debole ma complessivamente vantano 4,5 stelline su 5. Seguono Danimarca, Estonia, Francia, Germania, Olanda, Spagna Regno Unito e Stati Uniti, con 4 stelline. Poi via via gli altri paesi fino ad arrivare a fondo classifica dove c'è "colabrodo" Messico (1 stellina) e "groviera" Brasile, India e Romania (2 stelline).

La cyber-sicurezza italiana

Il CERT (Consiglio Nazionale Ricerca) italiano partecipa attivamente alle simulazione ma non dispone di fondi sufficienti per far fronte ai problemi di scala globale. "I politici italiani tendono a essere più emotivi che razionali, e non sanno come misurarsi con i problemi di cyber-security", ha dichiarato Stefano Trumpy del CNR. "Hanno bisogno di essere educati sulle questioni di cyber-sicurezza e imparare come definirle chiaramente". In effetti manca ancora un organo nazionale che coordini la sicurezza; al momento abbiamo un gruppo di studio che dal 2003 si sta occupando della questione ma senza autorità legale. Di fronte ai casi più eclatanti La Procura della Repubblica delega ai dipartimenti specializzati della Polizia.

"Il rapporto si rivolge ai decision maker della politica, che sono sempre più consapevoli della minaccia, ma non capiscono i dettagli e le implicazioni di tale minaccia. Ogni paese ha i suoi punti di forza e di debolezza, e alcuni hanno reagito molto prima a queste sfide di altri", ha commentato Brigid Grauman, autore di "Cyber-security: The vexed question of global rules". 

"La soggettività del rapporto è la sua grande forza", sostiene Raj Samani, responsabile tecnico di McAfee. "Ciò che fornisce è la percezione della cyber-prontezza rilevata da quegli specialisti che capiscono e lavorano nella cyber-sicurezza su base giornaliera".

Di fatto un buon voto finale è dovuto alla presenza di firewall adeguati, protezioni antivirus e altri elementi più complessi come l'educazione e il livello di conoscenza della governance. "Il gruppo di attivisti Anonymous ha fatto molti attacchi ma senza causare grandi danni. La sfida reale è rappresentata dagli Stati e le organizzazioni criminali", ha sottolineato Isaac Ben-Israel, responsabile sicurezza di Israele. 

Tutti gli esperti concordano sul fatto che bisogna condividere maggiormente le conoscenze di settore e potenziare l'attività inquirente internazionale.