Per Sky si tratterebbe quindi di "una evidente distorsione dei risultati sul piano qualitativo (il pubblico televisivo riportato infatti ha caratteristiche socio-demografiche diverse da quelle del pubblico televisivo reale) e sul piano quantitativo, considerando che la popolazione degli immigrati è composta tipicamente da soggetti che lavorano fuori casa un elevato numero di ore al giorno con una sovra-rappresentazione degli ascolti televisivi (e quindi del valore dei relativi spazi pubblicitari)".
Sky
A questo si aggiunge anche "sebbene il campione sia composto da famiglie dotate di almeno un apparecchio televisivo, i relativi dati di ascolto sono espansi per la totalità dei residenti in Italia, compresi coloro che vivono in abitazioni prive di apparecchi televisivi.
Tutto questo produrrebbe una seria distorsione dei dati poiché inciderebbe positivamente su tutti gli operatori tradizionali, ma ovviamente non su Sky – il cui numero di abbonati è certificato.
"Conseguentemente, la descritta metodologia di espansione determinerebbe un ingiustificato sovradimensionamento degli ascolti televisivi di tutte le emittenti, ad eccezione di Sky, essendo quest'ultima esclusa da tale erronea procedura di espansione", continua l'AGCM.
A questo punto dato che questi comportamenti "possono pregiudicare la correttezza dei dati di ascolto dei canali televisivi e, quindi, incidere sulle dinamiche competitive del mercato della raccolta pubblicitaria, limitando altresì le possibilità di sviluppo di nuove offerte televisive sia in chiaro che a pagamento", il Garante ha deciso di intervenire.
L'istruttoria aperta nel novembre 2009 sarà ampliata e la conclusione del procedimento è stata fissata per il 31 dicembre 2011.