Dati MegaUpload a rischio: giovedì formattano i server?

Giovedì tutti i dati di MegaUpload potrebbero essere cancellati. In pratica, con il congelamento dei conti, i partner tecnici Carpathia Hosting Inc. e Cogent Communications Group sono sollevati da ogni attività server. Non si esclude un intervento del tribunale.

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a cura di Dario D'Elia

Tutti i dati archiviati su MegaUpload potrebbero essere cancellati a partire da questo giovedì. La notizia ha preso un po' tutti in contropiede sopratutto perché si rischia un repulisti che potrebbe danneggiare anche la clientela onesta. La retata di venerdì 20 gennaio (Megaupload, Megavideo e Megaporn chiusi dal FBI) non solo ha clamorosamente bloccato un incredibile traffico di contenuti pirata, ma di fatto ha messo istantaneamente in riga gli altri operatori del settore

Ora, l'unico problema è che le piattaforme cloud vengono utilizzare anche per backup e per archiviare file personali completamente legali. Non si può certo far pesare sulle spalle degli utenti onesti il presunto operato illegale dei gestori di servizi. Ecco quindi la corsa, quasi parallela, dei procuratori legali e dell'avvocato della difesa Ira Rothken per salvare il salvabile.

Il formattone?

La questione di fondo è che con il congelamento dei fondi e dei conti correnti di Megaupload, i partner tecnici Carpathia Hosting Inc. e Cogent Communications Group potrebbero iniziare fra qualche giorno a cancellare ogni dato presente sui rispettivi server situati negli Stati Uniti. Gli inquirenti hanno già copiato i dati utili per il procedimento giudiziario e quindi non hanno più alcun diritto di accedervi - il mandato di perquisizione è soggetto a limitazioni.   

A questo punto i 50 milioni di clienti MegaUpload sono nelle mani della difesa e dell'accusa, a meno che la Corte dell'Eastern District of Virginia non intervenga in qualche modo. "Siamo cautamente ottimisti sul fatto che si raggiungerà un accordo, dato che gli Stati Uniti come anche MegaUpload dovrebbero avere lo stesso desiderio di proteggere i consumatori", ha dichiarato Ira Rothken.

Non resta che attendere. 

Però almeno una riflessione su ciò che sta avvenendo bisognerebbe farla. Tralasciando per un attimo il problema della pirateria e della violazione delle normative sul copyright, è evidente che le piattaforme cloud, dopo quel che è accaduto, pongono seri interrogativi sulla sicurezza dei dati personali. Non è possibile che un backup online possa rischiare di scomparire perché il gestore dei servizi è accusato di violazioni o reati. Urge almeno una certificazione (governativa? internazionale?) o una legge che possa mettere al riparo da situazioni limite come queste.

Che i legislatori si sveglino, per cose serie.