De Benedetti prudente sui contenuti a pagamento

Il Presidente del Gruppo Editoriale l'Espresso è a favore di un sistema editoriale online misto, basato su pubblicità e micro-pagamenti

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a cura di Dario D'Elia

Carlo De Benedetti, Presidente del Gruppo Editoriale l'Espresso, ha deciso di intervenire nel dibattito sul futuro dell'editoria online. Con una lettera al Sole 24 Ore, qualche giorno fa, ha spiegato in dettaglio la sua posizione nei confronti dei tanto dibattuti "contenuti a pagamento".

Il noto tycoon italiano, di fatto, è per un approccio strategico prudente.

"Oggi la parola d'ordine è diventata quella dei contenuti a pagamento: basta con la gratuità, facciamoci pagare tutto. È un'idea sotto molti aspetti giusta, ma diventa sbagliata quando viene ripetuta come un mantra, ossessivamente, con l'integralismo schematico - e non è evidentemente il caso di Murdoch - di chi non ha la responsabilità di guidare gruppi dalle cui scelte dipende il futuro di migliaia di famiglie", si legge nella lettera di De Benedetti.

A suo parere vi sono utenti disposti a pagare per contenuti giornalistici online: il sistema Extra del Gruppo Espresso incamera dalle testate digitali circa un milione di euro all'anno. Si tratta certamente di "una frazione minima dei ricavi complessivi, ma da non sottovalutare". Soprattutto considerando il prossimo avvento di reader elettronici come Kindle e Plastic Logic.

Il modello di business adottato dal cartaceo non è comunque replicabile online. Solo il Wall Street Journal vi è riuscito, ma grazie "all'esclusività e alla segmentazione dei propri contenuti". L'informazione finanziaria per sua natura è trattata come un prodotto diverso: imprese e professionisti ne fanno un vero e proprio strumento di lavoro, quindi degno di essere pagato.

Per tutti gli altri settori è evidente l'esigenza di individuare un equilibrio tra le entrate pubblicitarie e quelle generate dai pagamenti degli utenti. Senza comunque dimenticare che non si può più prescindere da un elevato "tasso di esclusività e di valore aggiunto" online, dal supporto multi-piattaforma, dai contenuti multimediali e dalla scalabilità dell'offerta.

A questi elementi di base, secondo De Benedetti, non può che affiancarsi un sistema basato su micro-pagamenti. Apple iTunes e il suo modello di gestione delle vendite dei contenuti è il punto di riferimento.

"Si tratta, per essere ancora più chiari, di riuscire a trasferire alla parte premium dell'enorme quantità di contenuti in rete le stesse modalità di vendita-acquisto che ci sono ormai familiari se usiamo l'AppStore dell'iPhone: per acquistare un brano musicale o un'applicazione, basta cliccare su Acquista. La somma dei micro-pagamenti effettuati nel corso del mese viene evidenziata come cifra unica sul resoconto della Visa o della MasterCard", continua il Presidente del Gruppo Espresso..

E questa non è pura teoria, poiché già in autunno il Wall Street Journal si affiderà ad un sistema analogo. "Un sistema di micro-pagamenti pensato per i lettori occasionali del sito, non disposti a pagare decine di dollari per l'abbonamento completo", sottolinea De Benedetti.