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Pro
- Sensore da 1/1,3" con 13,5 stop di gamma dinamica
- 4K/60 fps
- slow motion in 4K/120 fps
- Supporto a 10 bit e profilo colore D-Log M
- Sistema magnetico a doppia faccia
- Impermeabile fino a 10 metri
- Funziona con i microfoni wireless DJI
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Contro
- Dipendenza dal Dock per funzioni avanzate
- Prezzo più alto rispetto alla Insta360 GO 3S
Il verdetto di Tom's Hardware
Informazioni sul prodotto
DJI Osmo Nano è la nuova action cam indossabile pensata per riprese a mani libere in ogni contesto. Con un peso di 52 grammi e dimensioni estremamente compatte, introduce un sistema di montaggio magnetico che permette di fissarla su cappelli, caschi, collari o supporti dedicati, ampliando le possibilità di ripresa creativa. Il cuore tecnologico è un sensore da 1/1,3 pollici abbinato a un processore d’immagine capace di offrire fino a 13,5 stop di gamma dinamica, registrazione in 4K fino a 60 fps e profili colore avanzati come D-Log M a 10 bit. Questa piccola action cam si accompagna al Dock di visione multifunzione, che funge da schermo, unità di controllo remoto e base di ricarica rapida.
Nel mondo delle action cam portatili questa Osmo Nano si raffronta direttamente con prodotti come la Insta360 Go 3S, piuttosto che con l’ultima nata in casa Insta360, e cioè la Go Ultra, che rimane preferibile in termini di leggerezza e dimensione, nonostante il form factor differente che potrebbe far preferire la Osmo Nano o la Go 3S in alcuni ambiti d’uso.
L’abbiamo usata per alcune settimane, vediamo come è andata la nostra prova e chi dovrebbe considerarne l’acquisto.
Recensione in 1 minuto
DJI Osmo Nano è una action cam indossabile che punta a coniugare dimensioni ridotte e qualità d’immagine di livello professionale. Con soli 52 grammi di peso e un design magnetico a doppia faccia, può essere fissata su cappelli, caschi o collari, diventando quasi invisibile in ogni attività. Il sensore da 1/1,3" con 13,5 stop di gamma dinamica registra in 4K fino a 60 fps e slow motion in 4K/120 fps, supporta video a 10 bit con profilo D-Log M e offre un campo visivo di 143°, prestazioni difficili da trovare in prodotti di questa fascia. La camera è impermeabile fino a 10 metri, mentre il Dock di visione multifunzione aggiunge schermo OLED, ricarica rapida e trasferimento file fino a 600 MB/s, seppur non utilizzabile sott’acqua.
Le modalità di ripresa sono numerose: dal time-lapse allo slow motion, dalla pre-registrazione al loop recording, fino al controllo gestuale e ai comandi vocali. I punti di forza sono la qualità delle immagini, la versatilità del sistema magnetico e la compattezza.
Osmo Nano è pensata per creator e sportivi che vogliono una videocamera indossabile quasi invisibile ma con output da camera professionale, mentre chi cerca semplicità e prezzo contenuto può orientarsi sulla GO 3S.
Com’è fatta
L’Osmo Nano è la più piccola action cam mai prodotta da DJI, con un corpo che misura circa 57 × 29 × 28 millimetri e un peso di 52 grammi. Il design è stato concepito per essere discreto e indossabile senza ingombri, e si basa su un sistema magnetico a doppia faccia che consente l’aggancio rapido a diversi accessori, come clip per cappello, cordini da collo o supporti a sfera con doppio asse. Inoltre, è possibile collegare anche i microfoni Wireless DJI nel caso in cui si voglia usare questa action can per vlog, dove l’audio è molto importante.
La costruzione è divisa in due moduli principali: la fotocamera vera e propria e il Dock di visione multifunzione. La camera è un piccolo blocco dotato di lente frontale, microfoni stereo integrati e un LED di stato che segnala l’attività con codici luminosi: verde per standby, rosso per la registrazione, blu per connessione o modalità automatica. Sul corpo è presente un unico pulsante fisico che serve per accendere, avviare la registrazione o cambiare modalità in base al numero di pressioni.
Il Dock rappresenta invece l’elemento che amplia le funzionalità: integra uno schermo OLED HD touchscreen, utile per monitorare in tempo reale e modificare parametri, oltre a un secondo pulsante dedicato alle riprese e al cambio rapido di modalità. Sulla parte laterale sono collocati lo slot per schede microSD, una porta USB-C per ricarica e trasferimento file, un piccolo altoparlante e i fori di bilanciamento della pressione. Il collegamento tra camera e Dock è magnetico e bidirezionale, permettendo di orientare l’obiettivo in avanti o verso l’utente senza dover smontare il sistema.
Dal punto di vista tecnico, il cuore è il sensore da 1/1,3 pollici con apertura grandangolare da 143°, supportato da un processore capace di registrare video fino a 4K/60 fps e slow motion a 4K/120 fps. Lato cromatico, la gestione a 10 bit e la modalità D-Log M garantiscono una profondità di colore notevole e margine di intervento in post-produzione, un vantaggio per chi realizza contenuti professionali, mentre la modalità SuperNight ottimizza le riprese in condizioni di bassa luminosità grazie agli algoritmi di riduzione del rumore. La stabilizzazione è gestita da due sistemi: RockSteady 3.0, per attenuare le vibrazioni più comuni, e HorizonBalancing, che mantiene l’orizzonte stabile fino a 30 gradi (più e meno).
Sul fronte della memoria, Osmo Nano è disponibile con due configurazioni di storage integrato, da 64 o 128 GB, a cui si aggiunge la possibilità di trasferire i file su scheda microSD attraverso il Dock. La scelta di memoria interna elimina il problema di schede separate nella fotocamera, ma può rappresentare un limite per chi registra video di lunga durata in 4K, soprattutto nella versione da 64 GB, dove i tempi di esportazione massima sono più lenti (400 MB/s contro i 600 MB/s del modello da 128 GB).
Un altro aspetto importante è l’impermeabilità: la camera può essere immersa fino a 10 metri senza custodia, caratteristica che amplia gli scenari d’uso in acqua. Va però sottolineato che il Dock non è impermeabile e deve essere rimosso prima dell’utilizzo subacqueo. Questo rappresenta un vantaggio per chi pratica sport acquatici, ma comporta la necessità di gestire separatamente i due moduli.
DJI Osmo Nano vs. Insta360 Go 3S
Il confronto diretto tra DJI Osmo Nano e Insta360 GO 3S evidenzia due approcci diversi alla stessa categoria di prodotto. Entrambe condividono la filosofia della portabilità estrema e dell’uso a mani libere, ma differiscono in costruzione, dimensioni e soluzioni tecniche.
Osmo Nano, con i suoi 57 × 29 × 28 millimetri e 52 grammi, è leggermente più grande della Insta360 GO 3S, che rimane il modello più piccolo sul mercato (dopo la Ultra). La differenza di peso è minima in termini assoluti, ma può contare in scenari particolarmente dinamici, ad esempio se montata su un cappello o su un collare per animali. DJI ha scelto un corpo con aggancio magnetico a doppia faccia, che consente non solo di montare la camera su supporti diversi, ma anche di orientarla rapidamente in avanti o verso l’utente grazie alla connessione bidirezionale con il Dock. La GO 3S utilizza invece un design più tradizionale con il modulo “Action Pod” che funge da schermo e unità di controllo, ma il collegamento non è magnetico su più lati: l’orientamento risulta quindi meno immediato.
Sul piano costruttivo, Osmo Nano separa in modo netto la fotocamera dal Dock di visione multifunzione. La camera è impermeabile fino a 10 metri senza custodia, mentre il Dock non lo è, e questo obbliga l’utente a rinunciare al controllo diretto in acqua. La GO 3S invece ha una resistenza IPX8 fino a 5 metri solo con la camera, e fino a 60 metri con custodia dedicata: un approccio diverso, che punta a una maggiore estensione tramite accessori, a fronte di una minore impermeabilità nativa.
Un punto di distinzione è la gestione della memoria. DJI integra uno storage interno da 64 o 128 GB, eliminando la necessità di schede esterne nella fotocamera, mentre Insta360 GO 3S non offre memoria espandibile e si affida a configurazioni fisse di capacità interna. La scelta di DJI comporta vantaggi in termini di praticità, ma anche un limite: i file non possono essere registrati direttamente su microSD, che resta accessibile solo dal Dock per il trasferimento.
In termini di usabilità, DJI ha introdotto un LED di stato, un pulsante multifunzione e il supporto ai comandi vocali, oltre al touchscreen OLED presente sul Dock. Insta360 GO 3S invece integra i controlli principali nell’Action Pod, che offre un display a colori più grande, ma a scapito della compattezza complessiva del sistema quando usato con lo schermo.
In sintesi, Osmo Nano appare più solida sul fronte del montaggio creativo, grazie al sistema magnetico a doppia faccia e all’impermeabilità nativa fino a 10 metri, mentre Insta360 GO 3S privilegia la compattezza assoluta e un’interfaccia più tradizionale tramite l’Action Pod. Entrambe presentano compromessi: DJI vincola alcune funzioni al Dock non impermeabile, Insta360 limita la resistenza subacquea senza custodia e non offre la stessa flessibilità di orientamento magnetico.
Esperienza d’uso
L’esperienza d’uso con DJI Osmo Nano ruota intorno a tre aspetti fondamentali: la compattezza estrema, la modularità con il Dock e la qualità d’immagine. Questi elementi, combinati, definiscono non solo come l’action campuò essere utilizzata, ma anche a chi si rivolge e in quali scenari dà il meglio di sé.
Il form factor compatto, con i suoi 52 grammi di peso e dimensioni ridottissime, consente di indossare la camera senza percepirne la presenza, o quasi. Rispetto alla Insta360 si sente un po’ di più, soprattutto quando la metterete al collo, con il cordino, ma nella maggior parte dei casi passerà inosservata.
Il sistema magnetico a doppia faccia amplia ulteriormente gli scenari possibili: aggancio su cappelli, caschi, fasce toraciche o superfici metalliche, con la possibilità di orientare l’obiettivo in pochi secondi. Questo approccio invita a sperimentare prospettive insolite, come le riprese dall’interno di spazi ristretti. Il Dock di visione multifunzione, grazie allo schermo OLED, permette di usarlo come strumento di regia per monitorare le inquadrature e telecomando a distanza.
DJI ha previsto modalità di ripresa pensate per il controllo minimo: Auto Recording con attivazione tramite cenni del capo o intervalli prestabiliti, comandi gestuali, Pre-registrazione per catturare i momenti immediatamente precedenti all’avvio e Loop Recording per sovrascrivere continuamente i file più vecchi. Queste funzioni rendono la camera ideale in attività in cui non si può intervenire manualmente, come durante un’uscita in bici o in acqua. Il lato meno positivo è che molte impostazioni avanzate (ad esempio la gestione dei profili colore o dei parametri professionali) risultano più agevoli da regolare tramite il Dock o l’app DJI Mimo, quindi chi preferisce un controllo diretto potrebbe trovarsi a interagire più spesso con accessori e smartphone.
Sul piano della qualità d’immagine, Osmo Nano si distingue grazie a un sensore da 1/1,3" con 13,5 stop di gamma dinamica che offre prestazioni che si avvicinano alle fotocamere professionali in un corpo grande meno di un accendino. La possibilità di registrare in 4K fino a 60 fps e in slow motion a 120 fps, unita al campo visivo di 143°, consente di coprire scenari d’azione rapida con ampia profondità e fluidità. I video a 10 bit e la modalità D-Log M danno ampio margine di post-produzione, qualità che tipicamente manca nei modelli più compatti. In condizioni di bassa luce, la modalità SuperNight sfrutta algoritmi di riduzione del rumore per mantenere una resa utilizzabile anche quando la luce è scarsa, seppur limitata a 8 bit e 30 fps.
Oltre alle funzioni di base di registrazione video, Osmo Nano offre una gamma completa di modalità di ripresa che ne ampliano l’uso creativo. Sul fronte fotografico, la camera permette di catturare immagini fisse con lo stesso sensore da 1/1,3", garantendo un’alta definizione e sfruttando il campo visivo ultra-grandangolare da 143°. La gestione a 10 bit e la modalità D-Log M si applicano anche agli scatti, offrendo un margine di editing avanzato per chi lavora in post-produzione. Per chi vuole concentrarsi sull’azione, è presente la funzione SnapShot, che avvia immediatamente una registrazione o uno scatto con le ultime impostazioni utilizzate appena si preme il pulsante, evitando di perdere momenti improvvisi.
Per chi desidera la massima stabilità, le opzioni di stabilizzazione elettronica permettono di scegliere tra RockSteady 3.0, per un’immagine fluida mantenendo il dinamismo del movimento, e HorizonBalancing, che mantiene l’orizzonte stabile entro ±30°.
Non mancano le funzioni creative più classiche come Time-lapse e Slow Motion. In slow motion, Osmo Nano arriva a registrare in 4K/120 fps, mantenendo un’alta qualità anche nelle sequenze più veloci. Il time-lapse, gestibile tramite l’app DJI Mimo o il Dock, permette di variare i parametri di intervallo e durata, ottenendo risultati adatti sia a contesti urbani che a scenari naturali.
Lasciamo anche a voi valutare la qualità di registrazione e dei microfoni (che offrono buone prestazioni considerando il corpo molto compatto), mostrandovi un video con un mix di scenari.
Verdetto: chi dovrebbe acquistarla?
La DJI Osmo Nano ha, tra i suoi punti di forza, una qualità d’immagine superiore alla media del segmento grazie al sensore da 1/1,3", la registrazione fino a 4K/120 fps e i profili colore a 10 bit con D-Log M. A questi si aggiungono la compattezza, il sistema magnetico versatile che consente montaggi creativi e l’impermeabilità nativa fino a 10 metri. Anche la presenza del Dock di visione multifunzione arricchisce l’esperienza, fungendo contemporaneamente da schermo, base di ricarica rapida e unità di trasferimento file.
Tra i contro vanno citati la dipendenza dal Dock per molte funzioni avanzate, che diventa un limite in scenari acquatici perché non è impermeabile. Inoltre, il prezzo non è marginale: 369,99 euro per la versione da 64 GB e 399,99 euro per quella da 128 GB.
Se si guarda al confronto diretto con la Insta360 GO 3S, disponibile oggi a circa 319 euro, seppur la differenza di prezzo rimane limitata, ci sono motivi per scegliere l’una o l’altra. Insta360 resta più accessibile e immediata per chi cerca un prodotto semplice da usare, più piccola e dal prezzo inferiore. DJI Osmo Nano invece si rivolge a chi vuole più controllo sulla qualità d’immagine finale, soprattutto per chi vuole lavorare in post-produzione e desidera un flusso colore avanzato.
L’uscita della Insta360 Go Ultra, che porta la compattezza su un altro livello, non aiuta il posizionamento della DJI Nano, nonostante il prezzo superiore. Di certo se avete altri dispositivi DJI e cercavate una action cam microscopica, allora ha senso optare per la nuova arrivata.