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a cura di Marco Giuliani

Almeno per quanto riguarda l'Europa, Rambus rischia di dover rinunciare definitivamente all'agognato progetto di raccogliere profumate royalty dai produttori di memorie SDRAM. Negli scorsi giorni lo European Patent Office (EPO) ha infatti deciso di revocare alla società americana un brevetto che si trova attualmente al centro di un certo numero di contenziosi legali fra Rambus e alcuni fra i più grossi produttori di memorie.

La vicenda ebbe inizio nel 2000, quando Rambus annunciò di possedere il brevetto - correlato a quello appena revocatole in Europa - della synchronous memory interface , l'interfaccia utilizzata nelle memorie SDRAM e DDR SDRAM, e di essere intenzionata a pretendere il riconoscimento dei relativi diritti da parte di tutti i produttori di memorie che utilizzano tale tecnologia. Da quel momento Rambus ha sguinzagliato i propri avvocati e ha iniziato a cercare accordi con numerose imprese del settore affinché queste le pagassero le dovute royalty.

Buona parte dell'industria delle memorie SDRAM, le stesse riunite nel consorzio JEDEC , ha duramente contestato la validità del reclamo di Rambus, tanto che negli ultimi tre anni quest'ultima è stata impegnata in diverse cause legali per violazione di brevetto con colossi del settore come Micron , Hynix e Infineon .

"La decisione dovrebbe avere come risultato la terminazione di un certo numero di cause legali che Rambus ha presentato in Europa contro Micron", ha affermato Dave Parker, un portavoce di Micron. "L'EPO sta attualmente vagliando alcuni reclami che contestano la validità di altri brevetti di Rambus che, come quello che le è stato appena revocato, sono di cruciale importanza nelle cause in corso".

Parker ha poi aggiunto che la decisione dell'EPO non è appellabile .

Rambus, che per il momento non ha voluto commentare l'influenza che la decisione dell'EPO avrà sui prossimi processi, sostiene che la revoca europea di un suo brevetto non interesserà in alcun modo il proprio portafoglio di tecnologie registrate in USA.

Proprio negli Stati Uniti Rambus ha già vinto, lo scorso anno, un processo d'appello contro Infineon che l'ha scagionata dall'accusa di aver frodato il JEDEC (di cui Infineon fa parte) e di averlo spinto ad adottare alcune delle sue tecnologie coperte da brevetto come standard industriale. Secondo i suoi accusatori, infatti, Rambus si sarebbe avvalsa di quei brevetti per danneggiare la concorrenza e raccogliere royalty da molti dei produttori che utilizzano lo standard SDRAM nei loro prodotti. Il JEDEC sostiene, in particolare, che all'epoca della partecipazione di Rambus alla creazione dello standard SDRAM quest'ultima avrebbe nascosto a tutti di essere in possesso di brevetti legati a questa tecnologia.

Rambus deve però ancora superare la prova più difficile e temuta, quella che la metterà di fronte alla Federal Trade Commission (FTC) americana. Quest'ultima, nel 2002, ha lanciato all'azienda accuse durissime . In sostanza, l'FTC intende dimostrare come, fra il 1992 e il 1995, Rambus abbia "deliberatamente commesso una serie di azioni e pratiche anticompetitive che sono servite per truffare una grande organizzazione industriale di standardizzazione, con effetti dannosi per la competizione e i consumatori". Oltre a questo, Rambus sarebbe rea di aver ridotto la produzione di memorie SDRAM, disincentivato i produttori dal fabbricare questo tipo di memorie, scoraggiato le aziende a partecipare al JEDEC e incrinato la fiducia dell'industria delle memorie verso gli standard.

Dopo un recente rinvio, l'FTC dovrebbe pubblicare una prima decisione sul caso entro la fine di febbraio.