Drone anti-sommossa: si chiama puzzola ma è cattivo

Skunk è un drone anti-sommossa dotato di quattro lanciatori di paintball (proiettili innocui pieni di vernice), ma volendo può impiegare munizioni di diverso tipo.

Avatar di Dario D'Elia

a cura di Dario D'Elia

Il drone anti-sommossa esiste già ed è di fabbricazione sudafricana: si chiama Skunk (puzzola). È stato svelato ieri dalla Desert Wolf durante la Fiera della Sicurezza (IFSEC) di Johannesburg. Si tratta di un drone volante dotato di quattro lanciatori di paintball (proiettili innocui pieni di vernice), ma volendo può impiegare munizioni di diverso tipo.

Il compito di Skunk dovrebbe essere quello di controllare la folla prevenendo eventuali rischi per le forze di polizia. Luci strobo e altoparlanti dovrebbero consentire comunicazioni dirette con le persone, dopodiché in caso di emergenza è in grado di sparare proiettili coloranti per marcare gli indumenti delle persone. Volendo può essere dotato con proiettili di gomma o urticanti. Insomma, è una "puzzola" pericolosa.

Skunk

Non mancano poi due videocamere HD e una videocamera termica FLIR (quella che montano anche i caccia). Per altro è prevista anche la registrazione in tempo reale di ogni attività dell'operatore remoto.

I primi 25 modelli saranno forniti quest'estate all'industria dell'estrazione mineraria, dove spesso si registrano scioperi violenti. Ogni Skunk completo costerà circa 340mila euro.

C'è da rimanere scioccati a sentir parlare di scioperi violenti e droni anti-sommossa, ma ormai la battaglia nelle manifestazioni avviene anche nei cieli. In Turchia la Polizia sparava sui droni dei manifestanti di Gezi Park per bloccare le riprese delle violenze. Domani con gli Skunk i rapporto di forze cambierebbe. Sempre che i white hat (hacker etici) non riescano a craccarli...