Droni, arrivano le norme UE: via le distinzioni tra velivoli, conterà solo il tipo di operazione

L'Unione europea ha finalmente dato il via libera al nuovo regolamento comunitario in materia di droni. Tra le novità l'eliminazione di qualsiasi distinzione tra velivoli ludici e professionali: d'ora in poi le norme saranno uguali per tutti, in base al tipo di operazione da svolgere.

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a cura di Alessandro Crea

La Commissione europea, in accordo con l'EASA (Agenzia europea per la sicurezza aerea di cui fa parte anche la nostra ENAC), ha dato finalmente il via libera ai cosiddetti Implementing Acts, ossia le direttive dettagliate che regoleranno d'ora in poi il traffico aereo de droni. Tra le novità più rilevanti, stop alla distinzione tra droni ludici e professionali e introduzione di alcuni profili operativi che stabiliranno diverse norme a cui tutti dovranno attenersi. In un prossimo futuro inoltre si pensa anche all'introduzione di un bollino CE per la certificazione del grado di sicurezza dei diversi velivoli.

La commissione ha pensato a tre categorie, Open, Specific e Certified. Nella prima, che rappresenta il livello di rischio più basso, saranno compresi tutti gli attuali droni consumer, ma in generale tutti i velivoli con peso entro i 25 kg. Per questi non sarà necessario alcun patentino ma soltanto la frequenza di un corso online e effettuare un po' di pratica di volo in autonomia. In tutti i casi comunque i droni dovranno sempre essere pilotati a vista e non potranno superare una quota di volo massima di 120 metri dal suolo.

La categoria Specific invece comprende tutti i velivoli che possono volare anche al di fuori del campo visivo del pilota e che svolgono tipologie di operazioni diverse da quelle previste per la Open, ossia volo lontano dalle persone, vicino alle persone o sopra le persone. Un esempio può essere quello dei droni di media grandezza che si occuperanno delle consegne a domicilio.

La Specific inoltre non prevede limiti di peso, ma prevede certificazioni specifiche per il pilota a seconda del livello di rischio della specifica missione, che saranno stabilite dall'EASA in collaborazione con le agenzie nazionali.

Infine nella categoria Certified rientrano i droni che trasportano persone o merci pericolose e quelli che svolgono operazioni in contesti affollati (ad esempio riprese aree durante gare sportive, concerti etc.). In questo caso saranno necessarie specifiche certificazioni per il drone e l’operatore.

Le nuove normative comunque allo stato attuale non sembrano del tutto prive di criticità, che diversi addetti ai lavori non hanno mancato di rimarcare. Per quanto riguarda il marchio CE, che sarà obbligatorio dal 2022, il rischio è che chi si accinge adesso ad acquistare un drone che rientra nella categoria open tra tre anni non possa più utilizzarlo, ma con le norme attuali c'è chi ha anche previsto difficoltà da parte dei produttori attuali a ottenere il marchio CE.

Dubbi di maggior entità sono inoltre stati espressi sul fatto che non saranno necessarie speciali autorizzazioni per chi farà volare droni fino a 25 Kg di peso, anche se secondo la commissione in questo caso le operazioni previste saranno solo quelle appartenenti alla terza sottocategoria, ossia lontano dalle persone. Alcuni infine hanno sottolineato la necessità di prevedere sistemi di geofencing per limitare gli usi impropri, ad esempio nei pressi degli aeroporti.

Ora la palla passa a Consiglio e Parlamento Europeo che dovranno approvare le norme in via definitiva, ma il percorso si avvia ad essere meno veloce di quanto si possa immaginare. Le valutazioni più ottimistiche prevedono comunque la pubblicazione delle regole in Gazzetta Ufficiale Europea entro giugno prossimo. In ogni caso l'entrata in vigore è prevista 20 giorni dopo la pubblicazione, mentre le norme saranno applicabili in tutti gli stati membri dell'Unione europea ad un anno esatto dall’entrata in vigore ossia, appunto, nel 2020, se tutto procederà secondo i piani. Infine è previsto un ulteriore periodo di transizione di due anni, che ci porta dunque nel 2022. Solo dopo chi vorrà operare con un drone dovrà attenersi al nuovo regolamento dell'Unione europea anziché a quelli delle singole autorità nazionali.