Editori italiani: se Amazon compra il dominio .book è finita

Gli editori europei e italiani sono preoccupati per la vendita dei domini .book, .author e .news ai colossi statunitensi. Si rischierebbero effetti collaterali sulla competizione. La proposta è di affidare di domini di primo livello più importanti a un soggetto imparziale.

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a cura di Dario D'Elia

Le mani di Amazon e Google sui nuovi domini .book, .author e .news preoccupano gli editori di tutto il mondo, in special modo quelli italiani. AIE (Associazione Italiana Editori) e FEP (Federazione degli Editori Europei) hanno recapitato all'ICANN, l'ente gestore di domini Internet di primo livello, una lettera ufficiale di protesta sulla questione.

Il timore è che le media company statunitensi possano impossessarsi di centinaia di domini di fondamentale importanza, come ad esempio .book, che potrebbero condizionare la competitività di numerosi settori.

Il mercato dei domini

"Questi domini possono essere utilizzati infatti soltanto da soggetti stabiliti nello Stato corrispondente al TLD (Top Level Domain); quelli generici sono stati storicamente resi disponibili a particolari classi di utilizzatori, senza tenere conto della loro sede, ma considerando soltanto le loro peculiarità  (ad esempio, il TLD .com viene generalmente assegnato a soggetti commerciali)", si legge nella lettera degli editori.

È evidente che il controllo di un dominio .book potrebbe ridurre lo spazio di azione dei concorrenti di Amazon. Per altro gli utenti online potrebbero alla lunga far coincidere piattaforme e siti privati con il concetto assoluto di libreria digitale.

"A testimonianza della pericolosità della situazione che si potrebbe creare, ICANN, avendo recepito le segnalazioni dei soggetti interessati, attende osservazioni da parte dei vari Paesi da far pervenire attraverso il Governmental Advisory Committee", prosegue la nota di AIE e FEP.

In sintesi la richiesta è di assegnare i domini sensibili a "un soggetto imparziale che ne garantisca l'accesso a chiunque lo desideri, a parità di condizioni".