Einstein risponde a 10 domande, battuta all'asta la lettera

Una lettera con la risposta di Einstein a 10 quesiti è stata battuta all'asta per 50mila dollari.

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a cura di Elena Re Garbagnati

È sempre un piacere quando un grande scienziato risponde alle domande delle persone comuni. Senza nulla togliere agli scienziati contemporanei, quando a rispondere è Albert Einstein in persona è ancora più sensazionale. Correva il 1953 quando non c'erano Internet e quelli che commentano "vabbè sono tutte baggianate, questo è matto", e le risposte si davano per iscritto.

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Bei tempi. Non per trollare con il solito "si stava meglio quando si stava peggio", ma perché grazie al fatto che domande e risposte si facevano scrivendo sulla carta (!) è arrivato ai nostri tempi un documento davvero speciale: la lettera di Einstein con 10 risposte ad altrettante domande poste da un insegnante di Fisica. È stata battuta all'asta la scorsa settimana per 53.503,75 dollari.

Non sappiamo chi abbia avuto l'onore di entrarne in possesso, sappiamo però che a porre i quesiti fu Arthur L. Converse, un professore di Malcom, Iowa. E che la risposta fu spedita dalla "Room 115" dell'Institute for Advanced Study di Princeton, New Jersey, il 7 settembre del 1953.

L'informazione più importante riguarda il contenuto: Einstein rispose a una raffica di domande circa la Teoria della Relatività, sul come conciliarla con gli esperimenti. Il questionario in particolare riguardava esperimenti con gli elettroscopi - strumenti che permettono di stabilire se un corpo è carico elettricamente - e non è del tutto chiaro a che cosa si riferisse Converse. Tanto che a una domanda Einstein risponde con un punto interrogativo, come a dire che la domanda è posta in maniera poco intellegibile.

Il fatto interessante è che nella lettera emerge una visione poco conosciuta del pensiero di Einstein. Il grande Fisico spiega nella pagina di apertura che si sarebbe dovuto attendere per misurare una differenza di potenziale, una tensione, il cui livello dipendesse dalla distanza dalla superficie terrestre, e scrive che l'elettroscopio, in questo caso, si comporterebbe come se fosse all'interno di una sfera carica.

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Per chi se lo stesse chiedendo, la Relatività Speciale di Einstein è legata all'elettrostatica in quanto unifica elettricità e magnetismo, interpretandole come la stessa cosa ma osservata con differenti sistemi di riferimento. Il magnetismo di fatti è la conseguenza delle leggi dell'elettrostatica applicata alle cariche in movimento, tenendo conto delle leggi relativistiche.

Per fare un esempio banale, un filo non ha una carica netta, ma quando lo si collega a una batteria e lo si mette accanto a un altro filo, i due fili si respingeranno o si attrarranno a seconda della direzione della corrente che li attraversa. Allo stesso modo, un filo collegato a una batteria ne attrarrà un altro quando le correnti andranno nella stessa direzione, e lo respingerà quando le correnti andranno in direzioni opposte.

Ciò accade per via delle forze elettrostatiche e magnetiche. Se voi foste un elettrone che si muove attraverso un filo, dal vostro punto di vista le cariche negative nell'altro filo non si muoverebbero se la corrente fosse nella stessa direzione.

Questo perché nella Relatività Speciale è previsto un fenomeno chiamato "contrazione delle lunghezze", secondo cui la misura della lunghezza di un oggetto in moto rettilineo uniforme si riduce rispetto alla stessa misura effettuata da fermo. Quindi un razzo che è lungo 100 metri e si muove a una frazione della velocità della luce sembrerebbe, a un osservatore stazionario, più piccolo, come "schiacciato" nella direzione del suo movimento. Ai passeggeri del razzo invece tutto quello che sta al di fuori sembrerebbe più lungo nella stessa direzione del movimento.

Più che una lezione di Fisica tuttavia quella che emerge da questa lettera è una lezione di vita valida anche ai tempi nostri. Da una parte, è sempre ammirevole che un grande fisico si "abbassi" a rispondere alle domande della gente comune, anche quando non sono poste in maniera impeccabile dal punto di vista tecnico, perché far capire alle persone della strada il lavoro di ricerca è importante. Dall'altro, chiedere non costa nulla, pur di farlo con educazione, quindi non bisognerebbe mai smettere di porre domande per cercare di soddisfare la propria curiosità.

Questo di Einstein non è che un esempio, basti ricordare della NASA che ha risposto più di una volta ai bambini, sottolineando che "forse uno di questi bambini potrebbe essere tra i primi astronauti a mettere piede su un altro pianeta".