All'Università di Cambridge il professor Peter Robinson sta lavorando per far sì che le emozioni che proviamo possano rendere l'interazione con le "macchine" più naturali. Tre sono le domande a cui vuole rispondere con i propri studi: i computer possono capire le emozioni? Possono esprimere emozioni? Possono sentirle?
Intensità dello sguardo, tono della voce, postura: sono tutti segnali, non sempre chiari, che possono indicare un nostro stato d'animo e che ci aiutano a interagire con le persone. Se i robot e i computer in generale riuscissero a capirle, potrebbero fare un grande salto di qualità e rendere la vita "migliore" (tralasciando scenari da film catastrofistici).
Per questo Peter Robinson e il suo team hanno realizzato una testa robotica che fa da assistente GPS all'interno di un simulatore (basato su un noto videogioco). "Il modo in cui Charles e io possiamo comunicare ci mostra come interagiranno le persone con le macchine in futuro". Il video qui di seguito è ben congeniato e rende bene l'idea degli studi di Robinson. Voi che ne pensate?