Equo compenso SIAE: un regalo da 52 milioni di euro

Il Rapporto annuale sulla gestione 2010 della SIAE svela ogni spreco e buco finanziario. Il debito nei confronti degli autori è più di 800 milioni di euro. Il costo del personale è di 92 milioni. Mentre la copia privata porta circa 52 milioni di euro.

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a cura di Dario D'Elia

Nel 2010 gli italiani hanno pagato alla SIAE per la tassa sulla copia privata ben 52 milioni di euro. Questo è uno dei dati sconcertanti che si possono scoprire sfogliando il Rapporto annuale sulla gestione 2010 della SIAE. Questo documento dovrebbe essere pubblico, poi in verità è un po' più complicato del previsto ottenerlo: è disponibile in sede e agli associati. In ogni caso grazie a Internet siamo riusciti a scovarlo e a diffonderlo.

Saltano subito all'occhio quelle che la dirigenza definisce come "minacce", ovvero il possibile ingresso di avversari nazionali e internazionali e il rischio della centralizzazione delle licenze. Insomma, SIAE ha il timore che l'Unione Europea possa non solo affrontare il tema delle licenze, rimettendo in discussione l'intero sistema, ma anche liberalizzare il mercato. Autori ed editori italiani sono ai ferri corti con il loro "referente" e quindi domani potrebbero decider di tradirlo affidandosi a qualcuno più efficiente. 

Good night and good luck

Il concetto di inefficienza a volte è interpretabile ma spulciando nelle tabelle SIAE viene voglia di telefonare a Luca Serianni per far aggiungere un'altra voce di esempio al vocabolario Devoto-Oli. Al 31 dicembre 2010 la SIAE vantava un organico di 1346 addetti, di cui 53 dirigenti e 90 funzionari. Il tutto per un costo del personale che viaggia sui 92 milioni di euro. A questi vanno aggiunti 48 milioni per mandatari e accertatori. 

Considerando poi i costi di gestione (39,9 milioni) e qualche altra voce si arriva a cosiddetti "costi di produzione" complessivi pari a 203,9 milioni di euro. Se si fa la differenza con i dati della produzione si arriva a un saldo negativo di 27 milioni di euro, ridotto a (meno) 18 milioni grazie alla gestione finanziaria straordinaria. 

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Interessanti anche i dati riguardanti gli incassi. Le esecuzioni dal vivo hanno generato 265 milioni di euro, le emittenze solo 162 milioni, i DRM e i prodotti multimediali ben 41,59 milioni (- 6,2%) e altri servizi circa 85 milioni. Il segmento multimediale è crollato sopratutto a causa "dell'incisiva azione di recupero crediti" attuata nel 2009 e del crollo del mercato delle suonerie per cellulari.

La voce multimedialità, che probabilmente riguarda l'ambito digitale, nel campo musicale indica entrate per 4,9 milioni di euro, nel letterario e figurativo solo 21mila euro e in quello cinematografico 37mila euro. Il totale prodotto dalla copia privata invece raggiunge i 52,2 milioni di euro.

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Infine non si può che ricordare il debito nei confronti degli associati: 803,3 milioni di euro. Poi c'è un'altra voce (altri debiti) che pesa per altri 173 milioni di euro.

Concluderei con un riferimento alla trasparenza e al concetto di open data. SIAE in qualità di ente pubblico economico dovrebbe rendere accessibili questi dati a tutti i cittadini italiani. Come sostiene David Eaves, uno dei maggiori esperti del settore, ogni informazione riguardante la cosa pubblica è un asset e dovrebbe essere gestito quindi come quelli fisici dello Stato. Con la stessa cura e attenzione insomma.

Il documento SIAE è stato individuato semplicemente su Google utilizzando qualche tecnica smaliziata, ma assolutamente legale.

Aggiornamento. Il documento adesso è presente sul sito ufficiale insieme a quelli degli anni precedenti. Forse è miracolosamente comparso o forse mi era semplicemente sfuggito. Mi sembra solo strano che gli URL siano diversi...