Evasione canone Rai: lo riscuoterà l'Agenzia delle Entrate?

Attilio Befera propone che la gestione dei pagamenti del canone Rai per le persone fisiche passi dall'azienda di viale Mazzini all'Agenzia stessa. L'obiettivo è recuperare l'evasione.

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a cura di Manolo De Agostini

Il canone RAI "non è un abbonamento. Dire canone Rai, come se uno potesse decidere se abbonarsi o no, è concettualmente sbagliato. Si tratta di un tributo". Attilio Befera, direttore delle Agenzia delle Entrate, paventa il passaggio dell'onere della riscossione dell'obolo sulle persone fisiche dall'azienda di viale Mazzini al proprio ente.

Per l'odioso balzello, uno tra più avversati dagli italiani e ora nel mirino di Bruxelles, si apre quindi un nuovo scenario. Negli anni se ne sono sentite di tutti i colori: dall'accorpamento alla bolletta elettrica, al pagamento in dichiarazione dei redditi, fino all'inclusione nell'abbonamento ADSL, senza dimenticare l'ipotetica "tassa sui media". È un tema ricorrente, specie quando si avvicina il periodo del pagamento.

L'eventualità dipinta da Befera potrebbe portare a un aumento la capacità di riscossione, in quanto l'Agenzia delle Entrate ha più poteri della Rai (che riscuote dalle persone fisiche su concessione dell'Agenzia), e questo dovrebbe favorire la lotta all'evasione, che oggi è pari al 25% delle entrate totali e in base ai calcoli della Corte dei Conti relativi al 2004-2007 ammonta a 450 milioni di euro annui.

Oggi si terrà il consiglio di amministrazione Rai e il canone sarà un tema all'ordine del giorno dato che quest'anno si è deciso di lasciarlo invariato (113,50 euro), senza procedere all'adeguamento in base all'inflazione, con ovvie ripercussioni per i conti della TV di stato.

Immediata la risposta politica, trasversalmente critica. "Si vergognino. Prendono in giro gli italiani", ha affermato Gian Marco Centinaio della Lega Nord. Sulla stessa linea Michele Anzaldi del Partito Democratico: "L'Agenzia delle Entrate non ha diretta competenza sul canone Rai, il direttore Befera invece di fare lo sceriffo delle tasse si occupi delle sue prerogative ed eviti invasioni di campo".

Attilio Befera

"L'obiettivo di eliminare l'evasione sul canone", spiega Anzaldi, "assolutamente condivisibile e da sostenere. Il canone Rai, però, non è equiparabile a un semplice tributo, non ha lo stesso profilo ed eventuali cambiamenti della normativa spettano al Parlamento, di certo non ad un'agenzia statale che ha compiti esecutivi. I tributi prevedono riduzioni ed esenzioni, a seconda dei casi".

"Tra l'altro, nel caso in cui si voglia dotare la Rai di strumenti diversi per la riscossione del canone, andrebbe anche chiarito con certezza a cosa sarebbero destinati gli eventuali introiti aggiuntivi. I cittadini non potrebbero sopportare che i maggiori ricavi servano per aumentare spese inutili o appalti esterni".

"Prima la Rai deve presentare un piano di ristrutturazione che preveda l'eliminazione degli sprechi e l'ottimizzazione delle risorse, anche ridimensionando quelle strutture che rispetto alla concorrenza sono molto più pesanti", conclude Anzaldi.