Facebook vuole WhatsApp per controllarci meglio

Secondo TechCrunch Facebook sarebbe interessata a inglobare WhatsApp. L'applicazione per mandare messaggi gratis è forse la più famosa del suo genere ma non certo l'unica, e per questo alcuni credono che sarebbe una mossa sbagliata.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Sembra che Facebook sia interessata a comprare WhatsApp, la popolare applicazione che permette di scambiarsi messaggi di testo e multimediali sfruttando il piano dati 3G dello smartphone o una rete Wi-Fi. La notizia è stata riportata da Ingrid Lunden su TechCrunch, e sta facendo rapidamente il giro del mondo. Per Facebook potrebbe essere una mossa del tutto sensata, perché permetterebbe all'azienda di espandere la propria presenza nelle tasche di tutti noi - al momento può contare sull'applicazione originale, Facebook Messenger e Instagram.

WhatsApp

Whatsapp porterebbe "in dote" a Facebook circa 100 milioni di utenti attivi in tutto il mondo, che usano le piattaforme più diverse - compreso Symbian. Il numero di messaggi scambiato ogni giorno si aggira inoltre intorno al miliardo, oltre dieci volte tanto se s'includono anche altre applicazioni.  

Un aspetto rilevante è che Whatsapp è a pagamento - costa infatti 99 centesimi: chi ha un iPhone deve pagarla subito, mentre per tutti gli altri c'è un anno di prova gratuita. L'applicazione però è priva di pubblicità - una scelta esplicita dei creatori - e basta usarla per mandare quattro o cinque SMS per ripagarsela. Di certo vale la pena di fare l'investimento.  

C'è però anche chi guarda a questa possibilità con uno sguardo più critico, come per esempio Jon Russel di The Next Web. Il giornalista fa notare che i dati di WhatsApp hanno oltre un anno di vita, e che il traguardo del miliardo di messaggi al giorno è stato raggiunto anche da altre aziende concorrenti (Kik, WeChat, Kakao Talk, Line e altri).

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WhatsApp inoltre mantiene riservati i dati sul numero di download, di utenti attivi e altro, mentre i suoi concorrenti pubblicano molte informazioni che permettono di valutarne le potenzialità. Guardando a tale situazione si potrebbe pensare che WhatsApp abbia perso il proprio ruolo di leader internazionale, e a sostegno di tale tesi si potrebbe citare anche il fatto che Line si è guadagnata un lungo articolo su La Vanguardia, uno dei principali quotidiani spagnoli.

L'unica certezza è che questi servizi hanno potenziale da vendere: lo scorso ottobre c'erano sei miliardi di linee cellulari attive, e il dato cresce di continuo, ma gli operatori sono preoccupati perché WhatsApp, Skype, iMessage e simili stanno facendo calare i notevoli profitti generati dagli SMS. E se gli operatori telefonici stanno perdendo miliardi di dollari, non c'è da sorprendersi se Facebook e altri stanno cercando l'occasione di guadagnarci. 

Il guadagno per Facebook non sarebbe quello prettamente monetario però, ma una sempre maggiore pervasività nelle nostre vite quotidiane. Come Google, anche il social network punta a inglobare tutto ciò che facciamo online, dalla pubblicazione di fotografie ai commenti, dai messaggi di chat ai video di compleanno. E come con Google, anche con Facebook e con altri vale il principio "se non paghi, allora sei il prodotto": una verità ancora troppo poco nota presso il grande pubblico.