FBI, l'uso non autorizzato dei dati di sorveglianza dell'NSA ha violato la privacy degli americani

Gli agenti dell'FBI avrebbero effettuato decine di migliaia di ricerche su cittadini statunitensi, accedendo senza autorizzazione ai dati di sorveglianza dell'NSA. È quanto ha stabilito il FISC, la corte governativa segreta che si occupa di autorizzare i programmi di sorveglianza.

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a cura di Alessandro Crea

Tra il 2017 e il 2018 l'FBI (Federal Bureau of Investigation) ha effettuato decine di migliaia di accessi non autorizzati ai database di sorveglianza dell'NSA (National Security Agency) relative a cittadini statunitensi, violando così sia la legge che regola le autorizzazioni al programma di sorveglianza utilizzato, sia il Quarto Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti. A stabilirlo è stato il FISC (Foreign Intelligence Surveillance Court), una corte governativa segreta, che si occupa proprio di autorizzare i programmi di sorveglianza riguardanti singoli cittadini stranieri, dentro e fuori i confini degli Stati Uniti.

‎Il FISC infatti è responsabile della valutazione in segreto dell'uso di questi strumenti di spionaggio, come parte del Foreign Intelligence Surveillance Act del 1978, che ha promosso queste deliberazioni governative a porte chiuse al fine di proteggere la sicurezza nazionale. La sentenza sarebbe stata emessa a ottobre del 2018 ma è rimasta segreta fino ad oggi proprio per i motivi sopra citati. Nei giorni scorsi però il governo ha perso un appello presso un'altra corte segreta e questo ha reso possibile la pubblicazione della notizia, come ha fatto il Wall Street Journal.

Come detto, il programma, chiamato Sezione 702 e parte dell'espansione ampia e aggressiva dei programmi di spionaggio degli Stati Uniti negli anni successivi all'11 settembre, concede agli agenti dell'FBI accesso ai database dell'NSA, ma solo a patto di usare i dati per indagini su cittadini stranieri, al fine di monitorare i sospetti di terrorismo e prevenire eventuali minacce informatiche.‎

‎A quanto pare invece gli agenti dell'FBI non solo avrebbero utilizzato il database per consultare dati sui cittadini statunitensi, ma anche per cercare informazioni su sé stessi e i propri amici, familiari e colleghi. Il tribunale ha quindi ritenuto che, oltre alla violazione delle regole riguardanti il programma stesso ci sia anche quella del Quarto Emendamento, che protegge i cittadini statunitensi da perquisizioni e sequestri irragionevoli, in quanto nessuna delle ricerche è stata effettuata a seguito della presentazione degli indispensabili mandati. L'FBI dovrà ora creare nuove procedure di supervisione e un team di revisione della conformità per evitare ulteriori abusi di sorveglianza.