Garante della Privacy: problemi per il "Documento unico di circolazione"

Il Garante della Privacy ha individuato una serie di criticità nel documento che regola il "Documento unico di circolazione".

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a cura di Dario D'Elia

Il documento unico di circolazione legato allo "Sportello telematico dell'automobilista" (STA), che agevolerà immatricolazione, reimmatricolazione, trasferimento della proprietà e cessazione dalla circolazione dei veicoli iscritti al PRA, per come è stata formulata la norma correlata potrebbe mettere a rischio la privacy dei cittadini. Ne è convinto il Garante della Privacy, che ha informato il Governo di ogni criticità.

Il nuovo documento di circolazione, il cui decreto tecnico è ancora in fase di bozza, infatti prevederà non solo un'unica versione digitale (e niente carta) ma includerà anche la carta di circolazione e il certificato di proprietà. Il problema è che per la verifica di ogni informazione e il rilascio dovrà occuparsene un centro di elaborazione dati gestito dal ministero dei Trasporti. Una piattaforma che di fatto avrà accesso a dati sensibili come le generalità del proprietario, le specifiche del veicolo, eventuali ipoteche, procedimenti amministrativi o giudiziari, etc. Ben 10 milioni di documenti che prima di giungere al Ministero transiteranno attraverso altre banche dati fra cui quelle dell'ACI, dei concessionari di riscossione abilitati e altri soggetti.

Ecco quindi la richiesta del Garante di definire meglio chi potrà gestirli e correlati responsabili per la protezione. Senza contare l'introduzione di misure "atte a garantire l’integrità, la disponibilità e la resilienza dei sistemi e dei servizi di trattamento, nonché la qualità dei dati e la capacità di ripristinare tempestivamente la disponibilità e l’accesso ai medesimi in caso di incidente fisico o tecnico".

Insomma, in caso di attacchi informatici o down dei sistemi quali garanzie ci saranno? La buona notizia è che c'è ancora un po' di tempo per definire ogni ambito: il fascicolo digitale sarà introdotto a partire da gennaio 2020.