Gli influencer nascondono i soldi? Chiesto un accertamento fiscale

Due associazioni chiedono che si faccia luce sul settore economico degli influencer, e che si facciano emergere possibili redditi non dichiarati

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Gli influencer non pagano le tasse che dovrebbero? Lo pensano in molti, e così Codacons e Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi hanno deciso di lanciare una “offensiva legale per fare luce sui redditi dichiarati dagli influencer italiani e su possibili irregolarità sul fronte fiscale”. Nè stata data notizia qualche giorno fa, in un evento organizzato dalla Guardia di Finanza dell’Emilia Romagna.

Il punto in questione sarebbe l’influencer marketing, un settore industriale ancora molto giovane, che raccoglie tutte le attività commerciali fatte da persone più o meno famose sui vari social media. Molte delle quali, tra parentesi, hanno ancora la pessima abitudine di non segnalare quando un certo contenuto è pubblicitario, vale a dire che qualcuno ti ha pagato per farlo. - una cosa molto diversa dal dire spontaneamente questo prodotto mi piace.

“Non vogliamo certo demonizzare la categoria”, spiega il presidente Carlo Rienzi, “ma considerato il business crescente di tale settore, che ha sfiorato i 300 milioni di euro in Italia nel 2022, e il numero di grandi e piccoli influencer coinvolti, circa 350mila, crediamo sia doveroso indagare sul rispetto della legalità anche in questi nuovi ambiti”. Cifre che sembrano persino prudenti, per un giro d’affari che a tratti appare più grande di quanto suggerito.

“Un'attività come quella esercitata da personaggi famosi è tale da ingenerare un notevole flusso finanziario diretto ed indiretto”, si legge nel comunicato stampa. E se c’è vantaggio economico, “è necessario che lo stesso venga correttamente trattato come tale”.

Il problema, continua la comunicazione, non si limita al semplice essere pagati per pubblicare qualcosa, ma anche ai vantaggi e compensi indiretti, come donazioni o prestazioni di servizio gratuite. Il concetto è che se l’influencer ottiene una cena per quattro in un ristorante stellato, quello andrebbe considerato un pagamento a pieno titolo, e quindi tassato. Stessa cosa se ti “regalano” qualcosa, dal rossetto all’auto di lusso.

“L'aver ricevuto in donazione – di qualsiasi forma ed entità - beni o vantaggi di valore economico o comunque commerciale costituisce prestazione meritevole di accertamento in quanto ipoteticamente collegabile al livello di pubblicità e notorietà offerto dall'influencer al servizio o al bene di consumo”.

Altrimenti, fanno notare le associazioni, si rischia di trovarsi con redditti sostanziosi e non dichiarati. “Per tali motivi abbiamo chiesto all’Agenzia delle Entrate e alla Guardia di finanza di svolgere un accertamento fiscale al fine di verificare se la ricchezza patrimoniale dei principali influencer italiani possa essere il frutto totale o parziale della concessione di regalie, attività di pubblicità e promozione di location, prodotti e beni di consumo e/o di lusso, e di avviare un accertamento sulla rilevanza di tali operazioni, sulla loro idoneità a costituire reddito e, quindi, sull'incidenza in ordine agli obblighi dichiarativi”.

Bisognerà vedere se la GdF vorrà procedere davvero a detto accertamento, e che cosa ne uscirà. Sicuramente il fenomeno esiste, ed è una cosa sotto gli occhi di tutti. Ed è altrettanto sicuro che certi influencer se ne approfittano almeno un pochino.

C’è però anche il rischio di demonizzare un’intera categoria, finendo per etichettarli tutti come “i soliti evasori”. Sicuramente è un settore dove, fiscalmente, ci sono alcune lacune - tanto che alcuni di loro hanno avuto problemi proprio perché mancava (e manca ancora) una normativa certa a cui fare riferimento.

Ma quello dell’influencer può essere un lavoro vero, anche se qualcuno non ci crede. Bisogna alzarsi la mattina, pianificare i contenuti, crearli, pubblicarli, occuparsi della comunicazione, curare i rapporti con i clienti, attivarsi per procacciarsi nuove opportunità (ok quest’ultima azione è molto facile). Ovviamente bisogna anche avere una certa dose di fortuna, ma questo è vero per un sacco di cose; il fatto è che il colpo fortunato puoi sfruttarlo bene o puoi sprecarlo.

Bisognerebbe anche dire sempre con chiarezza chi ti ha pagato per fare qualcosa, quali messaggi sono promozionali e quali spontanei. Come tutti i professionisti, poi, sarebbe necessario anche dichiarare tutti i guadagni e pagare le relative tasse, ma qui si entra in un territorio complicato, per non dire un vero e proprio pantano.

Sì perché il problema di dichiarare o non dichiarare certi redditi, purtroppo, non riguarda solo l’influencer marketing.Immagine di copertina: tirachard