"... Did you never seen the god before?"

Dopo Viewtiful Joe in tutte le salse, dopo quel capolavoro chiamato Okami, dopo il trionfo dello stylish hardcore e quello del puro stile, dopo una produzione all’insegna della ricerca stilistica e artistica, arriva il momento di Clover di cambiare registro con God Hand.

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a cura di Tom's Hardware

"... Did you never seen the god before?"

Il discorso fin qui portato dimostra diverse cose: dimostra senza dubbio che il recensore ha diversi problemi mentali, siamo d'accordo, così come che il suo inglese probabilmente è peggiore di quanto pensasse. Ma soprattutto dimostra che il non-sense e la comicità generale, estrapolato dal suo contesto, non fa ridere. Il che è drammatico quando ci si accinge ad illustrare vizi e virtù di un titolo come God Hand, che fa della comicità uno dei suoi punti forti. Soprattutto quando questa comicità è made in Japan.

Una comicità a volte spaccona e ignorante, senza dubbio grossolana. Una comicità fatta di sculacciate (ovviamente mossa attivabile solo contro le donne di malaffare), di pose idiote e di continui e ripetuti riferimenti al sesso (e alla omosessualità). Una comicità che, fra l'altro, è l'unico aspetto curato per quel che riguarda la sfera narrativa del titolo. Poco o nulla importa come Jean, il personaggio del gioco perde il proprio braccio e se ne ritrova uno nuovo dorato. Vi basti sapere che il vecchio braccio gli è stato tagliato da una banda di malviventi per essere andato in soccorso di una donzella importunata dalla stessa banda, e ci rediamo conto che la ricetta è di quanto più classico ci si possa immaginare.