Google ha spiato tutti via Wi-Fi, per errore

Google ha ammesso che le auto di Street View raccolgono dati personali dalle reti Wi-Fi degli utenti. Pochi bit, ma sufficiente a sollevare scandali e interrogativi sulla sicurezza.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Google ha spiegato che l'auto di Street View raccoglie dati privati dalle reti Wi-Fi. Sapevamo che registrava SSID (il nome della rete) e l'indirizzo Mac, per migliorare i servizi di localizzazione (Google spia le reti wireless private, indagini aperte), ma venerdì è emerso che vengono registrati anche dati sul traffico effettuato.

Usare una password non è poi così difficile.

Per l'azienda si tratta di un errore dovuto ad un frammento di codice del 2006, che è finito nel software usato dalle auto. Si registrano dati come il tipo di traffico (web, P2P, VoIP, etc.) o anche i contenuti: Google, potenzialmente, potrebbe aver scaricato fotografie e documenti che avete mandato per posta elettronica.  Appena scoperto il problema l'azienda ha fermato le auto e messo il codice sotto revisione.

Google si affiderà ad una società esterna per la revisione e l'eliminazione dei dati raccolti per errore, e collaborerà con i diversi paesi in cui esiste Street View per trovare il modo migliore di procedere. La quantità d'informazioni raccolte per ogni rete comunque è molto piccola, perché l'auto si muove e cambia rete di continuo.

Si tratta di un errore grave e imbarazzante per Google, che ha avuto la prontezza d'intervenire subito e di comunicare in modo trasparente. Ora l'azienda potrebbe trovarsi ad affrontare due tipi di conseguenze: quello più evidente è il danno d'immagine, che sta tentando di arginare. La seconda, per  il New York Times, è che la faccenda potrebbe scatenare "una tempesta di proteste e forse un incubo legale".

Google enfatizza però anche un altro aspetto della vicenda: i dati sono stati "sottratti" solo dalle reti prive di protezione. Sotto i riflettori quindi dovrebbero stare anche il gran numero di reti Wi-Fi non protette che si trovano in tutte le nostre città. Una password non garantisce protezione assoluta, ma è comunque un ottimo compromesso.

Anche le autorità giudiziarie tedesche, le stesse che hanno messo in dubbio l'operato di Google, credono che chi ha una rete Wi-Fi dovrebbe proteggerla. In caso contrario, non è da escludere considerare il proprietario della rete corresponsabile di atti illeciti compiuti usando la rete in questione (Wireless senza password? In Germania ti multano). Morale della storia? Mettete la password alla vostra rete, e cercate di convincere parenti e amici a fare lo stesso.