Google OpenEdge, per il Journal non c'è da fidarsi

Il Wall Street Journal sospetta che Google metta a rischio la net neutrality, collocando i propri server OpenEdge direttamente presso gli ISP. Big G risponde che è semplice caching, nulla di cui preoccuparsi.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Il Wall Street Journal ha sollevato seri dubbi riguardo alla sopravvivenza della NetNeutrality, quando è venuto a sapere di un'operazione messa in atto da Google per installare nuovi server in collaborazione diretta con gli ISP.

Il principio della net neutrality è semplice quanto delicato: chi fornisce connettività non dovrebbe, in nessun modo, favorire od ostacolare una qualche tipologia di traffico, magari basandosi sui destinazione od origine dei dati.

Perché il problema emerge ora? Gli ISP devono affrontare un traffico sempre maggiore, che cresce del 50% ogni anno, nel mondo. Per mantenere il servizio, una delle soluzioni possibili, quella che va per la maggiore, è la "edge caching", il cui obiettivo è creare una copia dei dati e collocarla fisicamente più vicino all'utente. Così si riducono i tempi di caricamento e la quantità di traffico.

 

Veniamo al coinvolgimento di Big G. Google starebbe cercando di stringere accordi con gli ISP per collocare propri server, chiamati OpenEdge, direttamente all'interno della rete dei fornitori. Secondo il WSJ, questa mossa darebbe a Google un vantaggio incolmabile, e, lasciano capire, andrebbe evitato.

In altre parole si starebbe mettendo a rischio la net neutrality.

La risposta di Google è arrivata quasi immediatamente, e ieri è stata ripresa dal blog ufficiale. Secondo Richard Whitt la storia del Journal è per lo meno imprecisa, e ricorda che le Edge Chachig è una pratica assolutamente comune tra gli ISP.

La proposta di Google, insomma, non sarebbe nulla di strano, e le aziende concorrenti potrebbero fare lo stesso. Whitt sottolinea il fatto che non si è mai parlato di esclusività, e del fatto che operazioni come Google Global Cache sono fondamentali per migliorare le prestazioni della rete, in particolare in aree del mondo dove le infrastrutture sono più deboli.