Google promuove il Made in Italy, altro che Italia.it

"Made in Italy: eccellenze in digitale" è un nuovo progetto Google che merita il plauso del paese. Basta guardare Italia.it per capire come le nostre istituzioni abbiano fallito alla grande sulla promozione del paese.

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a cura di Dario D'Elia

L'Italia dovrebbe consegnare le chiavi della sua promozione online direttamente a Google. Basta dare una rapida occhiata a "Made in Italy: eccellenze in digitale" per capire che noi non saremo mai all'altezza dei tecnici di Mountain View e del Cultural Institute.

Ma non perché in Italia non vi siano eccellenze in campo tecnico o editoriale ma semplicemente perché fino ad oggi il massimo che abbiamo espresso istituzionalmente è "Italia.it". Decine e decine di milioni di euro per un sitino da tenere ben nascosto.

Made in Italy

Ebbene, vi ricordate la visita a Roma del presidente esecutivo di Google, Eric Schmidt? Parlò di un contributo per il Made in Italy. Uno dei progetti è stato inaugurato ieri. "Made in Italy: eccellenze in digitale" si propone di valorizzare le tipicità italiane: si parte con artigianato e cibo.

"Scopri i tesori nascosti, le passioni e le tradizioni del Made in Italy. Lasciati stupire dalle informazioni più curiose relative ai tipici prodotti italiani. Esplora la mappa per iniziare il viaggio. Se sei un imprenditore, seguendo il link Soluzioni per le imprese potrai anche accedere a risorse utili per sfruttare il potenziale del Web a vantaggio del tuo business", si legge nella homepage.

In due mosse Google gioca la carta dell'italianità e del business. E lo fa nello stesso modo in cui noi potremmo andare negli Stati Uniti e spiegare che la pasta si tira fuori dall'acqua quando è cotta. Pare accettabile che nel 2014 l'Italia non abbia ancora un sito come quello proposto da Google? Che poi viene da ridere a immaginare i cablogrammi tra la filiale italiana e il quartier generale. "Dottò qui non esiste un sito sul Made in Italy". "Stai scherzando?". "No, Dottò".

Non contenti di quel che hanno fatto ecco spuntare un post sul blog ufficiale che rincara la dose. "Il Made in Italy è un brand fatto di prodotti, di stile di vita, di cultura e di luoghi ed è riconosciuto e ricercato all'estero […] Tuttavia, il Made in Italy è ancora poco presente sul web e poche sono le eccellenze conosciute all'estero rispetto, ad esempio, alla ricchezza agroalimentare e artigianale del nostro Paese".

In Italia in fatti solo 34% delle PMI ha un proprio sito internet e solo il 13% lo utilizza per fare e-commerce (dati Eurisko ICT 2013).

Il lato doppiamente divertente dell'intera vicenda è che il progetto nasce grazie alla collaborazione del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MiPAAF), Unioncamere, Università Ca’ Foscari e Fondazione Symbola. Google di fatto si è comportato come un mecenate illuminato, sostituendosi alle istituzioni nazionali.

E infatti scorrendo la mappa dell'Italia, le foto e le descrizioni correlate c'è da gonfiare il petto: vetro di Murano, Prosciutto di Parma, il corallo di Trapani, gli argenti di Padova, la seta Lisio, il Castelmagno, il farro della Garfagnana, il basilico genovese, etc.

Salviamo il Made in Italy prima che sia troppo tardi

Non mancheranno poi un percorso formativo online e ulteriori 20 borse di studio per giovani "digitalizzatori" che per 6 mesi affiancheranno aziende piccole e medie in diverse regioni d'Italia per aiutarle a portare il Made in Italy online. "Presto renderemo noto il bando e i territorio coinvolti", sottolinea Google.

Delocalizziamo la nostra Agenda Digitale, spediamola in Silicon Valley. Che facciano loro. Noi continueremo a occuparci di prosciutti e formaggi.