Google, un motore a serendipità, senza cattiveria

I dirigenti di Google hanno una chiara visione del futuro. I computer non produrranno più un sovraccarico d'informazioni, come ora, ma ci daranno quello che ci serve. Intanto però l'azienda affronterà problemi più concreti.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Eric Schmidt, AD Google, ha spiegato come si evolverà la ricerca in Rete. Secondo il dirigente la priorità è rendere quest'attività sempre più veloce, efficace e personale. Per migliorare i risultati attuali Google potrebbe, con l'autorizzazione dell'utente, unire i dati del contesto e quelli raccolti nella posta elettronica, per esempio.

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Velocità e personalizzazione quindi, per una ricerca che diventi in futuro non più un'attività come la intendiamo oggi, ma piuttosto un evento nato dalla serendipità: uno stato di pace e relax che porta a un ritrovamento prezioso e inaspettato, come un'ispirazione improvvisa. Niente più fatica e sudore, per scoprire cosa nasconde la Rete e la futura "Internet delle cose".

In altre parole si parla di "ricerca autonoma", di macchine che scovano informazioni per noi anche quando non le stiamo usando e che ce le propongono ancora prima che ci venga in mente di cercarle. Un esempio? Stiamo guardando un film storico e appena prendiamo lo smartphone ci sono già a schermo le informazioni sugli eventi mostrati in TV (o al cinema, ma almeno mettete la suoneria a zero). È questo il "motore a serendipità" di cui parla Schmidt e che a noi piacerebbe vedere presto; ma chissà quanto ci vorrà ancora.

Oltre ai sogni però c'è anche la realtà, che a volte può essere piuttosto dura. Sono infatti mesi che Google viene accusata di diverse violazioni, sia delle norme sulla privacy che di quelle Antitrust. L'azienda ha risposto alle accuse dello stato del Texas e a quelle europee (Antirust UE e Google, ricerca online inquisita e UE, Google rischia indagine antitrust dopo l'estate), secondo cui Google approfitta della propria posizione per ostacolare la concorrenza. E la risposta non ha mezzi termini.

Serendipity, in Dogma (1999) - Clicca per ingrandire

"Sembra che queste indagini siano stimolate dai nostri concorrenti. [Il nostro modello] produce i migliori risultati per l'utente - a volte è un prodotto Google, a volte no", ha detto Schmidt rimandando le accuse al mittente. "Noi usiamo diverse fonti e siamo certi che le indagini lo confermeranno", ha aggiunto.

La questione riguarda i dubbi che alcuni hanno sulla ricerca Google, che spesso mostra come primi i risultati provenienti da servizi dell'azienda, come News o altri. Dubbi più che legittimi, ma è difficile dimostrare che quando si cerca un video o una mappa i risultati migliori non siano quelli di YouTube o Google Maps. Quel che è certo è che almeno una delle aziende che hanno presentato denuncia a Strasburgo è spalleggiata da Microsoft.