Scegliere il momento migliore

La fotografia naturalistica, un genere appassionante che documenta la bellezza della fauna e della flora, richiede non solo competenze tecniche adeguate ma la conoscenza degli ambienti in cui gli animali si muovono e un'infinita dose di pazienza.

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a cura di Tom's Hardware

Nella fotografia naturalistica, ogni scatto può richiedere ore o addirittura giorni di attesa: ma questo non dovrebbe scoraggiare neppure il dilettante. Per questo genere occorre innanzitutto pazienza. Dobbiamo preparare tutto in funzione di un scatto che può essere irripetibile.

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Per ottenere i migliori risultati bisogna decidere a priori le specie da fotografare e poi determinare la località, la stagione e l'ora ideale per sorprenderle. Il soggetto va la­sciato tranquillo e non deve mai essere spaventato.

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Quando si fotografano animali ti­midi e paurosi, e la maggior parte lo so­no, non si dimentichi che la prima immagine potrebbe essere l'unica; l'animale potrebbe fuggire per il rumore dell'otturatore e non farsi più rivedere. Per fortuna le mirrorless hanno un vantaggio: possono scattare in modo totalmente silenzioso! Pensate al vantaggio nei burst veloci...

Durante un safari, le foto più bel­le saranno in genere concentrate nell'arco delle ore intorno all'alba e a sera inoltrata. Una volta indivi­duato un soggetto, in genere con l'aiuto di una buona guida o documentandosi a priori sulle abitudini dell'animale, la con­centrazione sarà il fattore determi­nante. Bisogna tenersi pronti per il momento dello scatto. Predisporre, quando si può, la macchina sul cavalletto per evitare il micro-mosso soprattutto in previsione dell'utilizzo di teleobiettivi spinti, quindi impostare tutti i parametri per il momento cruciale (spesso anche la messa a fuoco) e attendere.

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Il richiamo alla prudenza non è mai superfluo: gli animali selvatici sono velocissimi, mai mettersi in una situazione dalla quale non si possa uscire rapidamente. Anche quelli di piccola taglia, se si vedono pre­clusa ogni possibilità di fuga, pos­sono venire presi del panico e rive­larsi pericolosi. Ricordate la scena del film "La volpe e la bambina" quando la volpe viene rinchiusa in casa?

A meno che la luce non sia molto intensa, conviene impostare la macchina su sensibilità elevate che permettano di lavo­rare con tempi ridotti, anche con i teleobiettivi che in ge­nere non sono molto luminosi. Naturalmente, la scelta dei tempi di scatto dipende da diversi fattori - luce, tipo di ottica, velocità di movimento dell'animale stesso. Come la lunghezza focale da scegliere.

Infatti, non è sempre vero che i primi piani siano per forza di cose le immagini più d'effetto. La foto ravvicinata della testa di una tigre può essere stata scattata allo zoo di Berna come in Africa. E' invece preferibile ritrarre l'animale nel contesto in cui si muove e per far ciò a volte può essere conveniente utilizzare un medio tele, equivalente ad un 70-200 nel formato FF. Ricordiamoci che la fotografia naturalistica deve anche, e soprattutto, documentare qualcosa per chi non era presente al momento dello scatto. L'ambiente è quindi fondamentale.

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Un obiettivo come il FUJINON XF50-140mm F2.8 R LM OIS WR può essere la scelta ideale per contestualizzare l'animale nel suo habitat naturale

Come abbiamo già detto, per ottenere i risultati migliori occorre studiare le abitudini degli animali che si vogliono ritrarre: fotografando in uno zoo o in un acquario vale la pena di conoscere le ore dei pasti: dove gli animali danno spettacolo si osservi bene la scena per individuare il momento. Anche l'illuminazione è importante, ovviamente. Per questa valgono le regole d'oro della fotografia, ma bisogna tener conto del fatto che gli animali seguono le loro abitudini e dobbiamo essere noi ad adattarci a loro.

In generale, nelle ore centrali della giornata il contrasto è troppo elevato, i colori appaiono spenti ed è consigliabile servirsi di un filtro polarizzatore per eliminare i riflessi indesiderati. Il bilanciamento del bianco è sempre preferibile farlo ad hoc con una superficie predisposta allo scopo, soprattutto se ci si trova in mezzo ad una foresta per evitare quella antipatica dominante che rende i colori smorti, oppure scattare in RAW senza preoccuparsi troppo di questi aspetti che verranno poi sistemati in post produzione.

Per fotografare animali con il pelo scuro, dal gatto al gorilla, può essere utile una leggera sovraesposizione per dar mag­gior rilievo ai dettagli e per eviden­ziare i particolari del pelo.

Per gli uccelli o animali "timidi", come la lontra, è quasi indispensabile dispor­re di un nascondiglio o capanno. Il tipo più semplice è costituito da quattro pali conficcati nel terre­no e coperti da un telo, nel quale vanno praticati dei fori per far pas­sare l'obiettivo. Oppure una piccola tenda mimetizzata.

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Per riprendere uccelli nei loro ni­di, il nascondiglio deve essere co­struito abbastanza in alto. E' bene studiare le specie prima di impegnarsi a realizzare un nascondiglio. Dopo la sua installazione, posso­no trascorrere anche delle ore pri­ma che l'animale si mostri. E, se volete accelerare i tempi, può essere utile disporre di qualche esca, come pane per gli uc­celli e miele per gli insetti.    

Infine, le escursioni in barca offrono bellissime occasioni di fotografare o mammiferi come delfini, balene oppure uccelli marini o simili. In questo caso l'utilizzo del cavalletto è impensabile, non solo perché in barca si è normalmente stipati e il piano d'appoggio è instabile, ma soprattutto perché molti di questi animali sono così veloci nei movimenti che devono essere ripresi a mano libera. Uno zoom è un'ottica imprescindibile. Come un corpo macchina che abbia, in abbinamento ad un obiettivo, un AF veloce e affidabile.

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