I cinema abbandonano la pellicola: nel 2014 solo digitale

Dal primo gennaio 2014 l'industria cinematografica distribuirà i film in solo formato digitale: le sale si stanno preparando per accogliere la rivoluzione. In Italia più del 50% ha compiuto il passo, ma il rischio è che i piccoli non abbiano fondi a sufficienza per i nuovi proiettori digitali.

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a cura di Dario D'Elia

Nei cinema italiani è iniziata la rivoluzione digitale: più del 50% delle sale ha già abbandonato la pellicola preferendole i supporti ottici. La sostituzione delle cineprese è inevitabile poiché dal primo gennaio 2014 la distribuzione dei film nelle sale avverrà esclusivamente nel nuovo formato. Secondo le stime a fine ottobre su 3814 sale ben 1950 hanno già compiuto il salto.

In verità rispetto ai cugini d'oltralpe siamo in ritardo (da loro sono al 90%), ma la crisi in Italia si sente anche su questo frangente. D'altronde un proiettore di nuova generazione costa tra i 50 e 90mila euro. "Adeguarsi alla novità significa fare un investimento consistente. Alla portata più delle grandi multisale che dei cinema più piccoli", ha spiegato a La Stampa Antonio Sancassani, titolare di una monosala milanese.

Cinema in digitale

"Prevedo la chiusura di più di un esercizio. In pericolo sono soprattutto i cinema con due o tre sale, che magari avevano appena investito per aumentare il numero di schermi e che ora si trovano di fronte a un’altra grossa spesa. Con il rischio di veder poi arrivare un’altra tecnologia più nuova e dover cambiare ancora tutto".

Lo Stato ha previsto dei crediti di imposta fino al 30% per gli ammodernamenti e alcune regioni qualche aiuto in più, ma la sostanza non cambia. Se da una parte l'industria cinematografica mondiale potrà risparmiare nella distribuzione, dall'altra i gestori di sala si dovranno confrontare con un lungo ammortamento di ogni costo sostenuto. I vantaggi ovviamente saranno nella variazione della programmazione, nella riduzione dei problemi tecnici (inceppamenti o sfocature) e nel potenziale offerto dalla distribuzione digitale satellitare. In pratica alcune sale riceveranno via etere ogni film grazie a connessioni broadband.

Lorenzo Ventavoli, distributore e storico esercente dell'area torinese, guarda alla novità con fiducia. "È costato 70 mila euro, ma le economie di scala fanno sì che quelli che ci verranno presto consegnati costeranno da 10 ai 20 mila euro in meno", ha spiegato al quotidiano. "Anche se il digitale dà la possibilità di programmare centinaia di film non più presenti sul vecchio supporto, non vogliamo perdere la possibilità di proiettare le pellicole delle cineteche".

Concorda Gianni Rondolino, storico del cinema italiano. "[...] è in realtà una variante tecnica che non crea quella che si può chiamare una variante formale. Insomma, i film continuano a essere realizzati bene e bene sono proiettati, cosicché non penso che possa essere grave e pericoloso l’abbandono totale della pellicola sia quando si gira un film, sia quando lo si proiettata in una sala".

I primi 100 anni del cinema si basano sulla pellicola, i prossimi sul digitale. Il resto è nostalgia.