IBM porta la banda larga con l'alta tensione

IBM, in collaborazione con IBEC, investe in un progetto per sfruttare i cavi dell'alta tensione come mezzo per trasferire dati. È l'inizio della fine del digital divide?

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

IBM affronta di petto il tema del Digital Divide, con la speranza di guadagnarci qualcosa. L'azienda sta progettando, infatti, di usare le linee dell'alta tensione per trasferire dati. In altre parole, insieme alla corrente passa anche Internet.

L'idea è semplice: sfruttare i cavi dell'alta tensione per trasformarli in vettori di banda larga (broadband-over-power-line, BPL).

Questa tecnologia, non nuova, non si è mai diffusa veramente, ma potrebbe essere una soluzione molto economica, per portare la banda larga anche alle località più remote, impossibili da raggiungere con i cavi telefonici.

 

L'azienda ha confermato  che lavorerà con aziende elettriche di zone rurali degli Stati Uniti, per sviluppare questo progetto. Si tratta di un accordo da 9,6 milioni di dollari, grazie al quale IBM avrà il diritto di installare reti BPL, collaborando con ben 900 piccole aziende.

Gli ingegneri IBM gestiranno il progetto e si occuperanno anche di formare il personale. La rete, poi, sarà gestita da IBEC, partner di IBM in questo progetto, che si occuperà anche di vendere il servizio.

Ci eravamo quasi rassegnati al fatto che le aree rurali fossero prive di banda larga, a meno di ricorre a WiMax o altre soluzioni senza fili, e adesso salta fuori Big Blue a dirci che non solo si può fare, ma anche che è anche relativamente economico.

Resta da vedere quanto costerà, se funzionerà, e se attraverserà mai l'Atlantico.